16 dicembre 2014

Glossario Mutantropologico Technesico


Oh letizia, quanta letizia... ma QUANTA! Trasudiamo letizia. Certuni di noi oserebbero obiettare che a giudicare dall'odore potrebbe non trattarsi esattamente di letizia, ma in fondo ciascuno trasuda ciò che può ;)
In questa bell'atmosfera festiva e, lo direste mai? portatrice di cotanta letizia e nobili sentimenti, volevamo farvi un regalo. Anche perché non sappiamo quando ci rivedremo, se solo si realizzassero metà dei progetti in cantiere non posteremo quasi più. Bene, ciò significa che potrete tenere il polso della situazione: se vedrete nuovi post con una certa frequenza preparatevi al seguito di quello sulla disoccupazione. :D
Va beh, celie a parte, abbiamo qui un glossario, un dizionarietto, una roba da studiare. Ma no, non studiare, sono concetti nuovi ma anche vecchi come il mondo, con cui bisogna solo prendere un po' di confidenza.
O... come diceva un vecchio blog underground? Attivare schemi neuronali?


ANTI-MUTANTROPO INVOLONTARIO: figura mostruosa che deturpa il mutaspetto esteriore contro la sua volontà, rendendogli spesso un'immagine più consona alla sua vera indole. Insomma uno scherzo della natura sulla cultura.

APATEPOFOBIA: paura dell'apateporia, cioè dello shock da sistema di valori/opinioni/valutazioni erroneo.

APATEPORIA: smascheramento sconcertante, scacco al sistema di valori e alle capacità interpretative teoriche del reale, al merito.

ARCHETIPO: elemento mitico-simbolico primordiale, fondamentale e universale nell'uomo. Il riferimento ad esso è alla base della Sinestesi.

ARTE MULTIMEDIALE: finalizzata a stimolare più sensi (vista, udito, tatto, percezione dello spazio ecc) tramite l'utilizzo di più mezzi. Distintasi per modestia dei risultati, dovrebbe dare origine all'esperienza sinestetica.

ARTE SINESTESICA: in grado di innescare esperienze sinestetiche mutantrogeniche per applicazione di Sinestesi.

ARTE (sedicente) SINESTETICA: etichetta autoconferita ma per lo più rivelatasi velleitaria, in quanto ad oggi non sufficientemente distintasi dall'arte multimediale. Sostanzialmente quella sinestetica è un'esperienza, non un'arte (che semmai è "a fini sinestetici").

ARTISTA EGOICO: tipo di Mutantropo egoico che persegue obiettivi estetici insieme a vantaggi personali.

ATIQUIFOBIA: paura del fallimento, cioè di agire male, di non sapere applicare correttamente un giusto sistema di valori.

ATTEGGIAMENTO OSNOBLOTICO: atteggiamento menzognero, ingannatore, di controllo ambientale finalizzato a un vantaggio.

CONFORMISMO: fare mutantropico illusorio e deresponsabilizzante, in quanto adotta valori e comportamenti altrui. Porta a immobilismo e osnoblosi.

CONTROLLO SOCIALE: insieme di procedure e meccanismi psicologici imposti dai poteri politico, economico e religioso, finalizzato all'autoconservazione.

DEOSNOBLOTICO: di contrasto all'osnoblosi.

DINAMICA MUTANTROPOSNOBLOTICA: alternanza tipica nell'essere umano basic, ovvero orientato esclusivamente al proprio vantaggio. Se un fare mutantropico risulta di successo fa seguire un immobilismo osnoblotico, almeno fino alla prossima apateporia.

EGONANISMO: egotismo esagerato e controproducente. Particolarmente patologico e purtroppo di moda quello fragile.

ETICA ESTETICA: funzione tradizionale dell'arte, ovvero proveniente dai altri tempi in cui le si domandava un'utilità sociale.

EUMUTANTROPO: vedi Mutantropo evolutivo.

FALLIMENTO: mancato raggiungimento di obiettivo, scacco alle procedure esecutive (e alle capacità interpretative pratiche), al metodo.

FARE MUTANTROPICO: cambiamento di sé consapevole e finalizzato a un vantaggio. A seconda della presenza di conformismo ed egoismo (o addirittura egonanismo), dà 6 effetti principali simboleggiati in altrettanti tipi di Mutantropo.

FINTO MUTANTROPO: personaggio del gossip o dello spettacolo presentato come artista o opinion leader a fini speculativi.

GIOCO SINCRESTESICO: serie di eventi che hanno avuto luogo a Milano nel 2013 come proto-sinestesopera. Sostanzialmente un gioco di gruppo che utilizza sincronicità e Sinestesi.

IMMOBILISMO: socialmente il significato è noto, individualmente è il contrario della Mutantropia.

MEME: elemento culturale ricorrente, tramandato sincronicamente per comunicazione o diacronicamente per tradizione.

METANTROPO: Eumutantropo giunto all'evoluzione estrema, una fase oltre l'uomo.

MUTANTROGENICO: innescante il fare mutantropico. 

MUTANTROPIA: fenomenologia del mutamento umano, consapevole o portatore di consapevolezza (mutantrogenico).

MUTANTROPO: essere umano cambiato consapevolmente per un fine. Costui può essere:
- osnoblotico (o borghese), ovvero insieme egoico e conformista 
- mediocre (o grigio), ovvero sostanzialmente conformista e non egoico
- umile (o conformista apparente), cioè "in fuga dal mondo", finto conformista comunque non egoico
- egoico o prevalentemente tale, non conformista, anzi spesso anticonformista
- artista egoico, come il precedente ma con l'alibi dell'arte
- evolutivo (Eumutantropo), non egoico e non conformista, persegue un sistema di valori con la propria coscienza. Il limite superiore è il Metantropo.

MUTANTROPOLOGIA: antropologia del mutamento umano, ovvero scienza che studia la Mutantropia.

MUTAFORMA o MUTASPETTO ESTERIORE: Mutantropo del solo aspetto esteriore, spesso interiormente turpe, altre volte solo superficiale o ingenuo. 

NEGAZIONE DELL'ARTE: tipico effetto delle forze sociali osnoblotiche, che la sostituiscono con artigianato e entertainment.

OSNOBLOSI: fenomeno di massa, insieme di falsità considerate verità per percezione collettiva o collettivizzata di convenienza.

OSNOBLOTIZZAZIONE ONTOLOGICA: della storia o del sistema di valori, fenomeno deteriore per cui delle precedenti verità, oggi false, vengono comunque sostenute per percezione collettiva di convenienza.

SACRIFICIO DEL MUTANTROPO: tipica ritorsione che il sistema conformista riserva nei confronti dei Mutantropi - anche finti - devianti, che prevede l'eliminazione sociale per pubblico dileggio ed emarginazione, o addirittura fisica tramite alcol, farmaci e droghe.

SCHEMI NEURONALI: routine e automatismi cerebrali a livello di connessione neuronale evidenti nei ragionamenti, nelle evocazioni e nei riflessi, innati o appresi.Tra questi ultimi rientrano quelli pavloviani, cioè il condizionamento.

SIMBOLO: nella sua accezione superiore, segno (anche memetico) in grado di connettere la psiche agli archetipi o comunque a "stati superiori". Oggi significa poco più che segno culturale referenziale.

SINESTÈSI: poetica che prevede la collaborazione di più artisti, l'utilizzo di almeno un archetipo, l'interattività dello spettatore e il rifiuto di metodologie tipiche dell'entertainment. La tecnologia è dote accessoria ma oggi necessaria. È finalizzata al raggiungimento di stati superiori di coscienza tramite il risveglio di sensi assopiti.

SINESTESIA: esperienza di stimolazione di più sensi, con inferenza di informazioni suppletive.

SINESTESOPERA: opera d'arte che soddisfi i requisiti della Sinestesi.

STATO DI COSCIENZA: insieme di sistema di valori e consapevolezza dell'individuo. In parte innato, è per lo più appreso a seguito di esperienze in prima persona.

TECHNESYA: la technesìa nel gergo urbano americano è la malattia di chi non ricorda istruzioni tecnologiche pochi minuti dopo il loro uso. Per noi Technèsya è l'impiego utile della tecnologia in sinestesie mutantrogeniche, che quindi le malattie... le guariscono!

VERO ARTISTA: eumutantropo che persegue un obiettivo estetico senza che ciò comporti un vantaggio personale.


Ah, ovviamente accettansi integrazioni!
Auguri.

29 novembre 2014

Uno Sguardo (Sin)Estetico


Cari amici e follower, che cos'è la Sinestesia? Beh, la risposta è facile, la dà il dizionario ma a suo tempo ci abbiamo pensato anche noi. Nondimeno, visto che per citare una vecchia battuta, repetita giuventus, possiamo riassumerla così: un'esperienza che comporti la capacità di inferire informazioni suppletive rispetto a quelle fornite da una comunicazione su più mezzi, quindi coinvolgente più sensi. Per inciso, se queste "informazioni suppletive" si riferiscono ad almeno un archetipo e connettono con gli stati superiori dell'essere, allora abbiamo vera e propria Sinestesi.

Molta arte vuol essere multimediale, ovvero comunicare a più sensi, dalle arti tradizionali che parlavano a vista e udito (teatro e balletto, poi cinema), fino alle moderne installazioni più o meno tecnologiche. Ma queste opere raggiungono effetti sinestetici? Innescano processi mutantrogenici? Ecco, noi lo dubitiamo e per questo dileggiamo l'arte moderna. Vediamo un po' insieme perché, analizzando gli ultimi imperdibili capolavori che la stampa ci ha proposto. Va beh, siamo ironici, ma grazie al Cielo non mancano sia pur rare eccezioni:

LA GALLERIA DEI FALLIMENTI - Non capiamo se ci dia più fastidio il fatto che l'arte debba per forza trovare finanziamenti, quindi debba dipendere da un mercato, o il fatto che venga buttato alle belve tanto il possibile capolavoro quanto la bestialità più sconcertante, in uno svilente gioco di idioti che giudicano e finanziano altri idioti. Un'ars gratia pecuniae populi. Uno vuole pubblicare il senso della vita, l'altro fa quadri dalle livree delle formula 1, l'altro ancora personalizza i trofei di caccia. La pochezza intellettuale di queste idee è l'unica superiore a quella che trovi nelle gallerie d'arte. O in questa simpatica rubrica ;)
Ah, per rispondere al pazzo messianico: no, Bill Clinton non è l'Anticristo. Ci spiace, è un pirla borghesotto americano qualsiasi (per carità, più fortunato di altri). Al contrario di Excremento, che invece una personalità ce l'ha. Peccato solo per il progetto "Say Something", decisamente il migliore. Il problema è che doveva prima finanziarne un altro, il "think something before" ;D

SUPEREROI DI ALTRI TEMPI - Non tutti i supereroi sono Mutantropi, certo tutti possono rappresentare modelli mutantropici, o perlomeno etici. Responsabilizzano sul senso delle nostre azioni, ci aiutano a distinguere il bene dal male. E se il bene è eterno, allora anche nel rinascimento non dovevano essere molto diversi. A patto però di ignorare quel senso di furbizia da 4 soldi, di boutade fine a se stessa destinata solo a far notizia sul nulla. Sarebbe interessante uno studio che correli la mancanza di talento a quella di capacità intellettive, la pochezza delle idee come indice di modestia poietica. 

IL PREMIO PIÙ INUTILE - Certo che Artisti per Frescobaldi poteva essere un'idea geniale: recuperare un modello di mecenatismo di altri tempi per promuovere vera arte fra i giovani, ovvero gli artisti maggiormente ai confini del mercato. Invece premiano 'sto tanghero (ci perdoni l'interessato) che ha avuto la grande idea di dipingere col vino. Arte dozzinale, da accademia, con spreco di risorse. E ovviamente, visto che non la puoi assaggiare, nemmeno sinestetica! (non abbiamo dati su quanto tempo impieghi a svanire il bouquet)

LE DIMENSIONI CONTANO! - Qui non c'entra nulla né la Sinestesi ma forse nemmeno la scultura, bensì la soddisfazione dell'ego di essere finiti nel Guinness dei primati. Già, ma un'arte così microscopica da non potersi vedere... allora è arte virtuale. Con una differenza: è persino più fragile di quella fisica. Ci compiaciamo con l'artista per una simile provocazione, utilissima alle nostre coscienze. Se solo... fosse un poco più diffuso il microscopio nei musei :p

LO SGUARDO SMASCHERANTE - Fotografia, arte monosensoriale, fuori posto in questa rubrica. Ma brava questa fotografa sovrappeso, ha creato uno strumento deosnoblotico. O almeno, un meccanismo per smascherare le ipocrisie. Ebbene sì, sono una cicciona, che male c'è? Non ho il diritto di vivere? Certo che ce l'hai, cara Haley Morris-Cafiero, ma non sarà certo una dieta a impedirti di farlo. Anzi nella norma fa bene, sarebbe quindi un gesto mutantropico! Smascheramento d'osnoblosi a fini mutantrogenici? Haley, se ci riuscissi saresti un genio!! :O 

CONCERTO DEL DISPOSITIVO SPECIALE D'ASCOLTO - Se è vero com'è vero che la musica è una delle (in effetti poche) arti monosensoriali, è altrettanto vero che un concerto la rende parte di un'esperienza sinestetica: senti le fisicità e le esaltazioni che ti circondano, i commenti del tuo vicino, vivi la fatica dei musicisti, compatisci il loro sudore. Il DSd'A è capace di un sound professionale, quasi perfetto per una musica che oscilla fra i 70 e gli 80, chitarre alla Gilmour e voce alla Piero Pelù (come dire "i Pink Floyd suonano i Litfiba" ;) Ma alla bellezza e alla profondità dei testi aggiungono una complicazione, un tentativo ambizioso: lunghe letture del bassista sulla pietosa condizione dell'uomo e sulla necessità di superarla per vie spirituali. Fantastico! Tanti artisti, evocazione di archetipi, più livelli/mezzi di comunicazione, siamo davanti a Sinestesi quindi? Quasi. Perché qui qualcosa non funziona. Il gruppo vuole strafare, le parole lette sono troppe, diventano impossibili da seguire, annoiano, creano dileggio. Eppure sono scritte veramente bene, da un grande cervello e un bravissimo poeta. Ma il troppo ineluttabilmente stroppia, e i concetti sacri vengono sviliti. Peccato, ma i ragazzi sono veramente bravi, sappiamo che presto ci sorprenderanno!

L'IMMAGINE IMPIETOSA DEL TEMPO - Ancora fotografia, ancora arte monosensoriale ma che in questo caso colpisce lo spettatore in un archetipo: il tempo. La nudità femminile, la principale e forse più efficace causa di innesco della libidine nel maschio della specie umana, diventa qui motivo di amara riflessione sull'impietosità del tempo. Riflessione che riguarda tutti. Forse un po' fine a se stessa, è vero, ma in fondo non troppo. Alla fine ogni presa di coscienza contribuisce al Grande Lavoro che ce tocca fa'!

NON LUOGHI DEL CORPO E DELLA MENTE - Wow, restiamo impressionati davanti alla costanza di questo signore! E davanti alla sua intuizione! Cos'è il labirinto, a livello simbolico? È vero che il suo etimo deriva dalle parole latine labor intus, lavoro interiore? Ma allora siamo al capolavoro di Sinestesi! La mente avverte la minaccia della foresta, ambiente ostile, il corpo si perde nel dedalo dei cunicoli e interiormente si fa il lavoro. La destabilizzazione portata della natura ma guidata da mano umana, per questo si parla di arte. Peccato che l'abbia realizzata un uomo solo, ciò nega uno dei postulati della Sinestesi, nondimeno noi ci faremo ispirare dalla sua intuizione per una sinestesopera! Bravo!

ANIMAZIONI TOSSICHE - In un nostro celebre post, il primo (tanti anni fa, sigh) ad aver dato origine a una prima timida controversia, si diceva che il consumo di droga, per quanto in origine possibilmente mutantropico, era il classico gesto di autolesionismo degenerativo. Questo era definito una categoria residuale, che riguardava il cambiamento volontario nell'uomo ma non portatore di vantaggio, quindi non mutantropico, ma nemmeno innestante un cambiamento di stato di coscienza, quindi potenzialmente mutantrogenico. Solo autolesionismo ed estasi. L'unico commento che ottenemmo fu un (dicasi UNO) "siete matti". Ma questo piccolo gioiello dell'animazione spiega la cosa meglio di tante parole, bravi!

ARTIGIANATO MUTANTROPICO - Certo, il tatuaggio, artigianato spesso di eccelsa fattura che incide un cambiamento nella nostra pelle. Beh, sempre e solo a livello di mutaspetto esteriore, eh? ma a volte può servire per quel poco di autostima necessaria per rimanere in piedi nelle difficoltà della vita. Ehm... forse non esattamente nei casi in esame... A proposito di autolesionismo degenerativo, a questo punto forse era meglio la droga, no? ;) Orsù, non prendeteci troppo sul serio, ognuno deve star bene nella propria pelle, persino la donna vampiro e l'uomo gatto (buonanima), in ogni caso tutti hanno il diritto di rovinarsi la vita come più gli aggrada ;)

ARTE DI STRADA, VITA NELL'ARTE - Ancora arte monosensoriale e sì, le nostre città fanno schifo e l'arte può fare qualcosa per migliorarle. Quindi un'opera pittorica, monosensoriale per definizione, può aiutarci a vivere meglio e il vivere, si diceva, è la principale delle esperienze sinestetiche. Come arte qualcuno potrebbe trovare quella in oggetto leggermente minacciosa, e non senza ragione. Ma secondo noi è più divertente che inquietante, anzi... da quel punto di vista il grigiore precedente era peggio.

MASCHERE SINESTETICHE CONTROPRODUCENTI - Ebbene sì, lei, Lady Gaga, la reginetta della maschera più o meno molesta, la star che camuffa la mancanza di talento con l'abbondanza di camuffo. Stavolta ha esagerato persino per il suo stesso gusto, perché il corpo ha un limite e alla fine il troppo stroppia. Ha voluto un'esperienza sinestetica estrema? Bene, ha fatto di se stessa un'opera d'arte: La Patetica Camuffata! ;D

L'ESSERE UMANO OLTRE LA DIVISA - Per carità, non c'è arte più monosensoriale della fotografia, non vogliamo certo suggerire il contrario. Ma anche in questo caso si va oltre, creando una provocazione veramente radicale con un'immagine che più che fotografia è fotoritocco. Lo specchio simbolo-archetipo di noi stessi, la nudità e la divisa simboli altrettanto fondamentali. Chi siamo noi davanti allo specchio? E cosa diventiamo senza la nostra maschera, ovvero la divisa del quotidiano? Dove finisce il militare e comincia l'essere umano? Chiediamocelo più spesso, davvero. Allo stato di coscienza l'ardua sentenza!

LA DANZA COME LIBERAZIONE - Certo, qui non si tratta di vera arte, ma di espressione corporale a fini liberatorii. Si diceva nel post Mutantropia e Devianza Sociale che nei regimi totalitari la devianza poteva assumere uno scopo evolutivo, nel senso qui di liberatorio. Forse non tutti ci hanno compreso - l'accusa di essere "difficili" persiste intatta - facciamoci allora illuminare da questo bell'esempio!

UNA VITA NELLA PLASTICA - Quest'opera in effetti è interessantissima, veramente sinestetica. La vita non solo su un rifiuto, ma per di più particolarmente dannoso e inquinante, una delle vergogne dell'umanità. Resta dubbio il senso della provocazione: un impiego alternativo salva più di quanto non condanni, quindi implicitamente giustifica. Se è possibile vivere su un veleno, allora forse non è veramente tale. Forse anche in questo caso la volontà di stupire o sorprendere è superiore alla capacità di provocare le categorie estetiche, o almeno la coscienza, della propria epoca.

IL FALSO BRANO UFFICIALE DI EXPO - Qui la sinestesia è data dal brivido che ogni italiano, specie se milanese, prova nel vedere che fine sta facendo l'esposizione internazionale 2015, apparentemente destinata a naufragare miseramente con sovrapprezzo di gran figura di m. internazionale. Una volta tanto la rivista Wired, da noi non sempre compresa e apprezzata, dà la giusta lettura alla sconcertante proposta (sedicente) musicale. Però siamo stanchi, davvero... TROPPO STANCHI!

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A LATERE

Ci ha commosso circa un mese e mezzo fa la morte di Masaru Emoto. Lì per lì non volevamo darne notizia per non continuare a pubblicare coccodrilli (quest'anno è stato veramente terribile!). Però l'argomento artistico - ricordiamo che per noi l'arte è ancella dell'anima - insieme all'importanza dell'uomo ci impediscono di far passare la cosa sotto silenzio. Quest'uomo sensibile e gentile era entrato in contatto con uno dei grandi misteri della terra, ed è il caso di dirlo, cioè del pianeta in quanto ambiente fisico nel quale viviamo: l'informazione recepita e trasportata dall'acqua. Aveva intuito la funzione dei campi morfogenetici e la grande potenzialità del suono e degli stati d'animo in un campo quantico dominato dall'entanglement. Se l'acqua finalmente sta diventando diversa da quell'“ambiente neutro” che la scienza l'ha sempre condannata ad essere, se stiamo per scoprirne le infinite potenzialità in ogni campo dell'esistere umano o oltre, questo sarà soprattutto grazia a lui.

Addio Masaru, la vibrazione della tua vita continua a propagarsi nel grande ambiente liquido che è l'universo.



A PROPOSITO: 
vi preghiamo di scusare l'aggiunta tardiva, sapete che non è nostra abitudine farlo, ma dopo aver citato l'immenso Masaru Emoto non potevamo che cogliere l'occasione per stroncare lo specchietto per allodole chiamato Eunoia II. Molti di voi rimarranno sorpresi per questa nostra presa di posizione, perché l'opera sembra utilizzare schemi neuronali, per quanto emotivi, e l'artista in fondo siede in un ottagono diviso in raggi, o ogdoade, simbolo sacro/archetipico che dà origine a 48 postazioni che seguono un'indicazione tratta nientemeno che da Baruch Spinoza. Certo, l'apparenza è questa, ma se non fossimo in grado di andare oltre le apparenze allora noi che ci staremmo a fare? ;)

A prescindere da valutazioni formali, del tipo: non si tratta di Sinestesi perché c'è un'unica artista e comunque manca l'interazione con lo spettatore che può solo rimanere impressionato (l'articolo giustamente definisce "impressionante" l'opera, peccato che non ne colga la valenza negativa), quindi passivo.... a prescindere da simili valutazioni, si diceva, a noi non resta che osservare che:
  • l'artista sembra totalmente ignorare i veri poteri della mente, quelli ad esempio scoperti da Emoto, e ha bisogno di un ammennicolo tecnologico per creare un effetto whatsoever
  • ammennicolo tecnologico che è l'unica chiave di volta dell'opera, la quale impressiona semplicemente per il suo funzionamento tecnico. Un po' come se qualcuno avesse voluto fare arte nel medioevo con un trattore (cosa peraltro possibile, in linea teorica, ma per le ragioni qui elencate non sembra questo il caso)
  • tutto il resto risulta quindi orpello: il fatto che l'artista sia seduta in un ottagono, ad es - sarebbe stato uguale se fosse stata su un water - o i 48 stati emotivi di Spinoza, che avrebbero potuto essere un qualunque altro numero formulato da chiunque, Pippo Baudo o Tiziano Ferro compresi ;)
  • in ogni caso questo continuo riferimento all'emotività becera rappresenta un ulteriore limite di un'opera già di per sé discutibile. A chi interessano le emozioni di questa ragazzotta d'origine coreana? Davvero le mere emozioni di chicchessia hanno un'utilità qualsiasi?
  • ma ciò che però è peggio secondo noi è che così facendo vengono sviliti dei simboli importanti, i quali, anziché evocare archetipi e lavorare sugli schemi neuronali inferendo informazioni suppletive, risultano mera decorazione delle paturnie emotive della ragazzotta di cui sopra
  • il risultato non può che cadere nella passività più inutile per lo spettatore, che davvero non ha modo di andare oltre l'“impressione”, cosa tipica della più dozzinale e inefficace arte multimediale di oggi. Era necessario un ulteriore baraccone tecnologico? Siamo veramente perplessi.

Cari lettori e follower, come vedete l'osnoblosi trama nell'ombra ad ogni piè sospinto e ad ogni livello. Sapete quanti grulli sono convinti che quest'oggetto sia l'ultima frontiera dell'arte multimediale/simbolica/psicologico-mentale? Un esempio pescato a caso dalla rete, dove in una crisi di vuoto ideologico, cioè non sapendo più cosa inventarsi, questi signori fanno indebiti paragoni con la spiritualità (comunque, a proposito di pochezza di idee, in rete quasi non ci sono recensioni dell'opera, solo stanche ripetizioni della cartella stampa). E invece si tratta di mera contraffazione della Sinestesi, ennesimo specchietto per allodole concepito da una persona certo più mistica che pensante, finalizzato alla sola sorpresa, incapace di impulsi mutantrogenici o di prevenire apateporie di sorta. Suggeriamo all'esimia Lisa Park un piccolo cambiamento nel nome: da Eunoia a Caconoia! O... una facile abbreviazione potrebbe bastare? ;P

Oooh, qualcuno doveva pur dirlo! 

17 novembre 2014

Sequela di Apateporie (in diverse settimane)


Carissimi tutti, ci rendiamo conto e chiediamo scusa se è da un po' che non v'intratteniamo con la nostra irresistibile rubrica di Apateporie della Settimana, sicché vorremmo simpaticamente rimediare sciorinandovene una sfilza tale da recuperare settimane passate e future ;)
Dal momento che si tratta di smascheramenti sconcertanti, almeno per chi li ha vissuti, chiameremo ognuna col valore che rappresenta. O che ha rappresentato. O che avrebbe tanto voluto rappresentare, se non seguitasse a rivelarsi un'incredibile str...


Il nemico è fuori di noi. DEVE ESSERLO! Altrimenti certuni sarebbero solo castigatori di se stessi.
Diceva un vecchio detto: "chi conquista se stesso è più forte di chi prende una città". In fondo chi è il nostro peggior nemico? Ricordate quel GENIO di Maroni?

I social sono educativi per i nostri figli, che così acquisiscono quella mentalità cyber che noi matusa non comprendiamo. I vari fenomeni tipo vamping o amenità simili sono solo piccoli incidenti di percorso.
Certo che... se non servono a socializzare perché ti isolano, ti diseducano nelle interrelazioni perché manca il confronto di persona e pure ti tolgono il sonno (insomma ti rendono scemo), allora che esistono a fare? Alcuni della nostra redazione se lo chiedono dal 2007. Ah sì, a mantenere amicizie transoceaniche. Tutti gli utenti dei social non fanno altro che mantenere amicizie transoceaniche, bravi! :)

Gli U2 sono giovani o perlomeno giovanili, in quanto lucidi. Ma soprattutto modesti. Il problema è che il fascino di Apple ha fatto compier loro un leggero errore di valutazione
Beh... cos'è cambiato rispetto a diversi anni fa? Ah, non erano vecchi! Ah, e forse erano più esaltati che rincoglioniti. Ah certo, non c'era nemmeno tutto questo ridicolo culto per la Apple che, come per ogni culto, esclude il cervello dal computo ;)

I simboli della tecnologia diffusi dalla rete rappresentano il bello e il positivo della modernità. Non sono quindi da aggiungere al novero degli orrori, insomma non rappresentano modelli mutantropici techno-aberranti. Per fortuna però che almeno la gente sa riderne!

Gli italiani che emigrano sono sempre i migliori (e/o speravamo di essercene liberati ;). Davvero il karma è una cosa complessa e misteriosa e, laddove qualcosa fa così schifo da non essere accettabile neppure nei bidoni di immondizia nazionali, talvolta riusciamo persino ad esportarla
Ma perché ci vengono i lacrimoni? AIUTO!

Gli avvocati e i manager rappresentano sempre gli strati più elevati e avanzati della nostra civiltà. E la cosa bella è che non si smentiscono mai! Il conformismo e l'osnoblosi possono veramente contare su uno zoccolo duro e intramontabile. Se forse una volta li disprezzavamo più per un fatto antropologico e sociale, oggi avvocati e manager hanno perso ogni ritegno.
Però anche noi... Abbiamo sbagliato a dare qui questa notizia: non si tratta di apateporia, è anzi lo smascheramento meno sconcertante degli ultimi tempi.

Gli smartphone sono il modo giusto per relazionarsi al mondo, garantendo un corretto equilibrio psicofisico. Poi c'è qualche rapper che si diverte a buttare fumo negli occhi, ma cosa volete farci? In fondo è il loro mestiere e sono così cariiiini :) 
Oh, ma cos'è sta storia? Cosa sta succedendo tutt'intorno a noi? Che la crisi costringa persino gli storditi ad aprire gli occhi sulle ovvietà? naaaaaa...

Mutare l'aspetto esteriore è un diritto e ha migliorato la vita di tanti esseri umani. E di chi li guarda. E giustamente la rete valorizza questi profondi mutantropi. Reginetta della settimana è stata incoronata Renée Zellweger.
Poi magari, cara Renée, uno si chiede se è stato veramente necessario. Qui sì che si tratta di vera apateporia, peccato che lo smascheramento sia sulla tua pelle, anzi sotto! E questo è ancor più sconcertante!

Parlavamo di social, sì, ma Facebook è e sarà sempre il n. 1. Ci rende migliori ma soprattutto ci educa a comportamenti socialmente (non è un social?) e umanamente edificanti
Oh, ma sono cose che noi diciamo da AAANNI (cos'era? AAANNI!!), perché nessuno ci ringrazia? Cantava Freak Antoni "non c'è gusto in Italia ad essere intelligenti", anzi aggiungiamo che devi pure stare attento... :O

Gasparri è una bravissima persona, equilibrata e serena nel giudizio, perfettamente in grado di controllarsi. 
Certo che chi credeva a una tavanata simile ha avuto l'Apateporia del millennioPerò, per favore, diteci chi è! Davvero, apateporia è solo immaginare che esista qualcuno così.

Steve Jobs era un grand'uomo, un'anima sensibile e altruista. Purtroppo l'invidia lascia sempre qualche piccolo strascico, ma noi non ci facciamo condizionare! 
In effetti, anche qui... A volte ci sembra di scoprire l'acqua calda... (no, per favore, non perdete tempo a congratularvi, grazie :P)

Con l'avvento di internet i maschi, da sempre dei gran galantuomini, sono diventati quasi santi. E cosa vuoi che facciano un par di tette..?
Certo, da una parte la rete è fantastica, imperdibile, la sua libertà è sacrosanta, un bene irrinunciabile, incontrollabile e incensurabile. Infatti questa signorina la usa... per denunciare i suoi effetti! Capite cosa intendiamo quando dileggiamo conformismo acritico e osnoblosi? O solo noi sentiamo la slogatura al cervello?

Steve Jobs non era un uomo, era Dio! E la sua proverbiale generosità lo dimostra. Cosa vuoi che siano un paio di standard non open? Quest'uomo avrà pur avuto il diritto di pensare alla sua pensione o lasciare qualcosa agli eredi, no?
Certo poi c'è la follia, come la rimozione di questa statua.............
In realtà, come abbiamo detto e ripetuto, l'errore è stato deificarlo. Se si adora un uomo, non si vede più l'uomo. Tipicamente prima c'è il Dio e poi inevitabilmente lo stronzo.
Detto questo, i russi hanno portato un'altra apateporia, cioè che con l'arricchimento arrivino parimenti democrazia e tolleranza, in una parola intelligenza. 

L'erotismo online è un passatempo legittimo, di più, auspicabile e divertente, di più, edificante! Ma soprattutto onesto. Ci mette a contatto con brave persone e anche noi diventiamo migliori.  
Nel meraviglioso fumetto Y L'Ultimo Uomo (n. 12) una figlia chiede alla madre "le tarme maschio si fanno imbrogliare da un odore?", risposta: "no, dal sesso, come tutti i maschi". Beh, se non muoiono spetta loro almeno l'apateporia... su loro stessi?

Il cristianesimo è la religione più libera, comprensiva e pluralista, infatti ritiene le rivelazioni sacre di altre tradizioni di dignità pari alla sua. Certo, come no!

X Factor è un programma meraviglioso, ma soprattutto chi ha contribuito a crearlo (specie uno) è ragionevole e coerente. 
Incredibile che se ne sia accorto persino Morgan, eh? E magari... un pensierino che il programma sia così anche grazie a te no, eh?

Chattare in volo è nostro diritto! E le compagnie aeree sono qui per aiutarci. Dobbiamo solo intenderci sull'entità di un giusto prezzo
O... questi sono lì a pettinare i piccioni? :)

Expo porterà solo del bene a Milano, è già un mito fra gli operatori che già se ne contendono le memorabilia. Beh... forse non proprio tutti, in fondo lo dice anche il nostro esimio premier che c'è sempre qualche gufo. 
Il punto è: cosa significa ciò? Se Expo è un pacco prima - ce lo dice la cronaca quotidiana - e questa notizia sembra dire anche dopo, cosa pensare del durante? :D

Una risata ci seppellirà!

31 ottobre 2014

Coppia di Fatto e Senza Vergogna


Signori e amici, che cos'è l'Osnoblosi? L'abbiamo descritta in più e più post, come approccio, come definizione e come differenziazione. Possiamo riassumere affermando che essa sussume tutto ciò che riguarda il falso interessato, ne sono forme eminenti infatti la menzogna, la retorica, la truffa, la promessa politica, ma soprattutto l'ipocrisia.

Quella del Tg2, ad esempio, un telegiornale da noi spesso sbeffeggiato semplicemente perché il fratello del primo canale è troppo indecente per farci perdere tempo in considerazioni di sorta e parimenti quelli Mediaset sono sotto la linea di ogni decenza. Quindi, alla fine, nella nostra critica abbiamo voluto significare affetto, attenzione, possibilità di riscossa. E dobbiamo dire che per un momento ci è parso che la sua redazione avesse un moto d'orgoglio, cercasse una nuova deontologia professionale sapendo che forse non era troppo tardi. Certo, non tutto era perfetto, rimaneva qui e lì qualche neo, ma soprattutto un vulnus, e anche bello grosso: Rosario Sorrentino. L'esperto meno titolato della televisione italiana, che basterebbero metà delle sue raccomandazioni per reintegrare il doppio degli esuberi Thyssen-Krupp ed evitare a quella povera gente le manganellate di celerini istruiti a dovere (grazie Alfano, prima o poi ne avremo anche per te). 

Tg2, coscienza critica della nazione, edizione dell'ora di cena di domenica 26. Esattamente alle 20,56 l'osnoblosi raggiunge nuove dimensioni al cubo. Chi si intervista sulla meritocrazia? Ebbene sì, lui, probabilmente lo psicologo con meno meriti in un'emittente televisiva europea, certamente quello con meno titoli per apparire su un telegiornale nazionale, dove infatti SISTEMATICAMENTE appare. È un po' come intervistare Berlusconi sulla piaga della prostituzione giovanile o, orrore!, Renzi sull'onestà intellettuale. Più che un'ipocrisia: una presa per i fondelli con sperpero di denaro pubblico.

Poi lui, Sorrentino, per carità... intrattiene come d'abitudine con consumato mestiere: afferma con sicumera che il cervello si è selezionato grazie a strategie vincenti, come ad esempio - non lo dice ma è chiaramente sottinteso - riuscire ad apparire in televisione senza la metà dei titoli del più mediocre dei colleghi. Poi, autorevolmente, aggiunge che in Italia la meritocrazia risente dell'eccessiva furbizia nazional-popolare, infatti per troppe persone è più importante raggiungere un risultato con qualunque mezzuccio piuttosto che essere preparati o competenti. Grazie Rosario, abbiamo avuto un'Epifania... :D

Il problema è che ormai, dopo simili micidiali sfrontatezze, perde ogni senso di vergogna e diventa assolutamente incurante di qualunque autogol, tanto chi può smascherarlo? Con una sconcertante faccia di bronzo afferma la ragione per cui LUI non dovrebbe essere intervistato: c'è meritocrazia laddove ci sono scienza e ricerca. Infatti lui è passato alla storia per non avere MAI pubblicato alcunché, come si afferma nei commenti al post a suo tempo dedicatogli.

Dice che per uscirne ci vuole una scossa, uno scatto evolutivo? Hai ragione Rosario! Ma non cacciandoti a calci nel sedere da un posto che usurpi, perché tolto un furbetto paraculo ne arriva subito un altro. Bensì smascherando quel dirigente Rai che ha creato questa turpe coppia di fatto tu-Tg2 con mezzi sufficienti a cambiare le vite degli operai di cui sopra e delle loro famiglie. I quali, nel dolore delle cicatrizzazioni, intanto ringraziano.

8 ottobre 2014

Lettera Aperta su Disoccupazione, Coerenza e relativi Vanti


Illustrissimo Presidente del Consiglio Matteo Renzi,
siamo una redazione formata da persone che nella vita hanno scelto la cultura e il pensiero, scelte in teoria eccellenti perché riguardano le attività più elevate e nobili dell'animo umano, ma in pratica catastrofiche se non si accompagnano a una scelta più intelligente del Paese in cui vivere. Infatti molti di noi sono disoccupati. Quindi anche in questo giorno di Vertice Internazionale del Lavoro a Milano seguiamo con apprensione e interesse i suoi tanti discorsi, le sue tante promesse ma soprattutto i suoi tanti buoni propositi. Alcuni di noi, come si dice, tengono famiglia e ciò li rende particolarmente sensibili sul provvedimento da lei battezzato Jobs Act, quello con cui intende rilanciare l'occupazione in questo nostro disgraziatissimo Paese.

Ce ne compiaciamo, la seguiamo con ansia e sinceramente speriamo che abbia successo. Un po' perché, ci perdoni, ma lei deve ancora dimostrare agli italiani di che pasta è fatto, un po' perché sarebbe la prima volta, da quando ne abbiamo memoria, che c'è qualcuno che fa veramente qualcosa per i lavoratori. Intendiamo per tutti i lavoratori, specie quelli meno fortunati, non solo quelli regolarmente assunti che oltre ai loro privilegi possono contare sull'appoggio sindacale, rappresentando così involontariamente un'ulteriore pioggia sul bagnato della miseria altrui. 

Solo... ci risulta veramente incomprensibile il suo accanimento sull'art.18. Davvero, presidente Renzi, davvero facilitare il licenziamento aumenterebbe il lavoro? Forse lei è un follower del nostro provocatorio blog, per cui vuole indurre la Mutantropia nel popolo italiano? Una sorta di slogan che suonerebbe come: "cambiate lavoro sempre più spesso, vorticosamente, così cambierete anche voi (presumibilmente in meglio)"? Davvero, presidente, in meglio? Quindi lei sta lavorando per noi, per rendere migliori le condizioni di vita degli italiani, specie dei disoccupati?

Intelligentissimo presidente Renzi, lei sa cosa significa essere disoccupato, vero? Si parlava prima di miseria, ma sa cosa significa sopportare ogni giorno l'angoscia che rappresenta, cosa significa pietire denaro in giro, fuggire ai creditori, non sapere cosa succederà domani, non sapere cosa rispondere ai tuoi figli, non avere soprattutto la dignità sociale? Sentiamo, cosa può volere una persona simile? "Beh - mi dirà - la risposta è facile: un lavoro retribuito che consenta una vita dignitosa!". Certo, ci mancherebbe, in un mondo ideale è senz'altro così. Ma nel mondo reale? Basterebbe ad esempio rispetto, che è rispetto non solo della persona ma anche dell'intelligenza e dell'autopercezione. È reciproca questa cosa, presidente, perché se uno percepisce lo Stato/organizzazione/burocrazia come razionale e coerente, allora si sente rispettato perché trattato con intelligenza. Ma se lo percepisce imbecille allora si sente offeso, perché a prendersi cura dei suoi problemi qualcuno ha messo un imbecille. O peggio: l'ha creato apposta.

Sig. Presidente, lei sa cosa vuol dire essere poveri, vero? Oh, ci scusi per la domanda simile alla precedente. In effetti un effetto collaterale dell'essere disoccupati è appunto l'essere poveri, se n'era accorto? Certo, per una persona geniale come lei, che vuole riformare le regole della democrazia italiana, questa è banale ovvietà. Ora, dove sta scritto che uno è povero? Così, per non saper né leggere né scrivere, probabilmente nella sua dichiarazione dei redditi. EPPURE... per l'iscrizione dei nostri figli a scuola dobbiamo produrre un altro documento: l'ISEE, il famigerato Indicatore della Situazione Economica Equivalente. Sig. Presidente, perché? Siamo sottoposti a presunzione di ricchezza? Davvero lo Stato presume che il cittadino sia ricco nonostante conosca e certifichi il suo reddito tramite uno dei suoi tanti agenti (i CAF sono convenzionati, no?)? Non le sembra incredibile una simile presunzione in un paese devastato ormai da anni da una crisi senza precedenti? O fa anche lei come il suo illustre e pregiudicato predecessore che misurava dai ristoranti e dagli aerei il benessere degli italiani? 

Ma torniamo a parlare di lavoro. Nel moderno sistema di sfruttamento nato in seguito alle pensate geniali di uno come Marco Biagi (che ci spiace sia morto in quel modo, ma forse per una volta sarebbe stato il caso di trarre un insegnamento karmico anziché imporre il tradizionale piagnisteo nazional-popolare, le pare?), il problema dovrebbe essere risolto da quei postriboli dello sfruttamento legalizzato meglio conosciuti come "agenzie di lavoro interinale". Ora, che cosa vogliono queste perché ci si possa iscrivere e magari approfittare dei (pochissimi) programmi locali di sostegno? Forse la dichiarazione dei redditi, documento già più che sufficiente per certificare lo stato di disoccupazione? O è necessario pure il pleonastico ISEE, vergognosa presa in giro comunque già prodotta? No, figuriamoci! ci vogliono MINIMO altri 3, diciamo TRE certificati! Lo stato di disoccupazione (come se facessimo finta), la dichiarazione di disponibilità al lavoro (come se in realtà cercassimo altro) e il titolo di studio (come se fosse mai servito a qualcosa più di niente). Questo se va bene, ma volentieri le riportiamo un elenco della richiesta di certificati pretesa dalle agenzie - pena il mancato avviamento della pratica - per poter usufruire del fondo Dote Unica Lavoro della Regione Lombardia (maiuscoli originali):
· Documento d’identità in corso di validità
· Codice Fiscale
· Permesso di soggiorno
· Curriculum Vitae
· Attestato del titolo di studio indicante istituto frequentato, voto e data del titolo:
Italia: - AUTOCERTIFICAZIONE o Copia del titolo di studio
Estero extra UE:
- COPIA TITOLO DI STUDIO - DICHIARAZIONE DI VALORE
Estero UE:
- COPIA TITOLO DI STUDIO
- TRADUZIONE ASSEVERATA
- Stati membri UE, Spazio Economico Europeo e Confed. Svizzera: TRADUZIONE ASSEVERATA
Disoccupato:
· CERTIFICATO STATO OCCUPAZIONALE
· CERTIFICATO STORICO OCCUPAZIONALE (o COB)
· DICHIARAZIONE DI DISPONIBILITÀ AL LAVORO (DID)
- ex autonomo: CERTIFICATO STATO OCCUPAZIONALE e AUTODICHIARAZIONE ATTESTANTE DATA DI CESSAZIONE DELL’ATTIVITÀ IMPRENDITORIALE
- mobilità in deroga alla normativa vigente: DOMANDA DI MOBILITÀ inviata a INPS e LETTERA DI LICENZIAMENTO
- mobilità ordinaria ex L.223/91: CERTIFICATO DI ISCRIZIONE ALLE LISTE DI MOBILITÀ
- mobilità ordinaria ex L.236/93: CERTIFICATO DI ISCRIZIONE ALLE LISTE DI MOBILITÀ e LETTERA DI LICENZIAMENTO
- disoccupazione ordinaria: AUTOCERTIFICAZIONE ai sensi del D.P.R. 445/2000 e ss.mm.ii. e COPIA DOMANDA DI DISOCCUPAZIONE presentata ad INPS
- assicurazione sociale per l’impiego (ASpl), MINI ASpl e altre indennità: AUTOCERTIFICAZIONE ai sensi del D.P.R. 445/2000 e ss.mm.ii. e COPIA DOMANDA DI DISOCCUPAZIONE presentata ad INPS
Inoccupato:
· AUTOCERTIFICAZIONE ai sensi del D.P.R. 445/2000 e ss.mm.ii. (stato occupazionale e data decorrenza) se la data non è rilevabile
· CERTIFICATO STATO OCCUPAZIONALE rilasciato da CPI
· DICHIARAZIONE DI DISPONIBILITÀ AL LAVORO (DID)
Occupato:
· Lavoratore dipendente o autonomo presso unità in Lombardia non in Cassa Integrazione:
AUTOCERTIFICAZIONE ai sensi del D.P.R. 445/00 (data avvio, ragione sociale, natura del rapporto)2
· Cassa integrazione guadagni ordinaria: DOMANDA DI CONCESSIONE DI CIGO
· Cassa integrazione guadagni in deroga alla normativa vigente: verifica DOCUMENTAZIONE e COMUNICAZIONE dell’azienda secondo Accordo Quadro sugli ammortizzatori in deroga vigente e Accordo sindacale o ministeriale.
· Cassa integrazione guadagni straordinaria: ESAME CONGIUNTO IN SEDE PUBBLICA e LETTERA DEL DATORE DI LAVORO
· Accordo o contratto di solidarietà: ACCORDO o CONTRATTO DI SOLIDARIETÀ e LETTERA DEL DATORE DI LAVORO
Situazione familiare:
· Lavoratori adulti che vivono soli o con una o più persone a carico (lav. Svantaggiati art. 2, com 18 lett d, Reg CE n 800/2008): AUTOCERTIFICAZIONE ai sensi del D.P.R. 445/00
· Figli a carico (3 mesi- 14 anni): AUTOCERTIFICAZIONE ai sensi del D.P.R. 445/00
· Assistenza a persona con handicap grave: DOCUMENTAZIONE concessione di permessi retribuiti ai sensi art 33 L. 104/92.
Condizioni di svantaggio:
- Disabilità psico-fisica:
° che accedono al sistema di IPF: ACCERTAMENTO STATO DI HANDICAP DPCM n 185 del 23 feb 2006 e DGR n IX/2185 del 4/8/11 RILASCIATO DALL’ASL.
° che accedono a percorsi di inserimento lavorativo: ISCRIZIONE ALLA LISTA DI COLLOCAMENTO MIRATO ai sensi della Legge 68/99
- Tossicodipendenti e alcool-dipendenti: CERTIFICAZIONE DIAGNOSTICA
- Persone sottoposte a provvedimenti restrittivi dell’Autorità giudiziaria: DICHIARAZIONE DEL DIRETTORE D’ISTITUTO DI PENA O DELL’UFFICIO DI ESECUZIONE PENALE ESTERNA UEPE/ UFFICIO DI SERVIZIO SOCIALE PER MINORENNI USSM
- Vittime di tratta: PERMESSO DI SOGGIORNO PER MOTIVI DI PROTEZIONE SOCIALE RILASCIATO DALLA QUESTURA COMPETENTE e DICHIARAZIONE DI PRESA IN CARICO DA PARTE DEI SERVIZI COMPETENTI. 

Veramente fuori da ogni credibilità, vero? E non si tratta nemmeno dell'aspetto peggiore! Esimio presidente, lei ha un'idea anche minima, anche approssimativa di quanto costi in termini di tempo ed energie nervose e morali ottenere ognuno di questi documenti? Mediamente 2 ore secche di coda in un ufficio ottocentesco distante mezz'ora/un'ora di automobile da casa, insomma 3-4 ore perse in modo umiliante per dimostrare che il nostro dolore è reale, che le pene che ci torturano ogni giorno non sono una scusa puerile, ovvero che il Modello Unico della nostra dichiarazione dei redditi non dichiara totalmente il falso. Per negare la seconda presunzione tutta italiana, oltre quella di ricchezza, che è quella di occupazione.

Capisce illustrissimo presidente dove vogliamo arrivare? Vuole aiutare i disoccupati? Vuole favorire la Mutantropia del popolo italiano? Guardi, lasci stare l'art. 18, comunque non deve fare gran che: basterebbe comportarsi in modo razionale e coerente. Basterebbe che la pena di fare una dichiarazione dei redditi certificata da un agente convenzionato con lo Stato fosse qualcosina in più di un'inutile (e a questo punto apparentemente ipocrita) formalità. In essa ci sono i nostri redditi e la loro provenienza e mancando in questa la voce "reddito da lavoro", potrebbe essere subito emesso d'ufficio il relativo certificato, laddove in un paese bizantino e delirante esso fosse veramente necessario, no? Lo Stato insomma potrebbe prendersi la responsabilità di ciò che verifica una volta sola, a questo punto evitando la presunzione eterna di malafede del cittadino. Potrebbe così evitare di farci sentire come esquimesi costretti a certificare le basse temperature in cui vivono, o abitanti del Sahara che impiegano ore per firmare in carta bollata una dichiarazione di mancanza d'acqua.  

Vuole la nostra Mutantropia per svenderci a un'industria che così può sfruttarci meglio? Vuole farsi bello agli occhi del mondo dell'impresa e insieme del mondo del lavoro, così da poterne godere un prestigio politico? In altre parole vuole che questo prestigio sia frutto di un gesto eumutantropico e non di volgare e osnoblotico egonanismo? Basterebbe poco, presidente Renzi, basterebbe provare a dire il vero, ad annullare inutili pleonasmi, ad essere sinceramente orientati al bisogno di chi vive in uno Stato di abbandono. 

Oppure ci sta dicendo che lei fa già tanto per la disoccupazione? Che tutta questa burocrazia è tutt'altro che demenziale e pleonastica, bensì funzionale e necessaria? Sicuro: da sola crea decine, centinaia di posti di lavoro! Ma capisce il punto osnoblotico della faccenda, sig. Presidente? Capisce cosa potrebbe significare imporre una propria Mutantropia egotica incuranti, anzi costituendo un ostacolo a quella altrui? 

Grazie.

15 settembre 2014

L'Intelligenza e i suoi sensi

Amici e follower carissimi, come state? È andata bene l'estate? Rilassati e rinfrancati nello spirito? Noi come redazione stiamo bene ma volevamo subito mettere le mani avanti su un paio di punti ;)

Quest'anno il nostro lavoro sarà orientato sulla realizzazione della Sinestesopera, quindi la redazione, già piuttosto scarsa di per sé, perderà ulteriormente effettivi. Ciò non significherà la chiusura di questo blog forse insolito ma anche rivoluzionario (e secondo noi importantissimo ;), ma di certo si diraderanno i post. E in ogni caso aumenteranno quelli a carattere didattico rispetto a quelli di critica sociale, o anche artistica. Questo un po' per le nostre intenzioni a suo tempo dichiarate a fronte di certe critiche, un po' perché, nonostante il pensiero di alcune teste gloriose, fare critica sociale è decisamente più impegnativo che scrivere trattati  teorici, dal momento ti impone di "stare sul pezzo", cosa oggi per noi più difficile.

Oggi infatti parleremo di intelligenza, perché una delle altre critiche che ci arriva di frequente riguarda l'eccessiva difficoltà della nostra trattazione, difficoltà che allontanerebbe le menti semplici e ci renderebbe invisi ai neofiti. Insomma per seguirci sembra sia necessario essere intelligenti. Ma va? Che stranezza, e che arroganza, visto soprattutto il livello medio riscontrabile in rete. Già, ma cos'è l'intelligenza? Come la si può giudicare?

Dall'evidente etimologia latina di legere intus (leggere dentro), l'intelligenza viene definita in modo singolarmente macchinoso "una proprietà cognitiva che sottende alla buona esecuzione di tutte quelle attività della mente che implichino un lavorare sulle informazioni che si possiede per andare oltre". Definizione come si diceva macchinosa e peraltro insoddisfacente, perché esclude chi dal mare magnum di informazioni che ci circondano, da noi già definito "collasso dei significanti", riesce ad estrarre quelle veramente pertinenti al problema in analisi. Capite quindi che a questa stregua si sostituisce una definizione oggettiva con la descrizione di una funzione biologico-mentale? Infatti, e qui lo dichiariamo sotto la nostra responsabilità, l'intelligenza NON è una "proprietà cognitiva", se non forse per pochi istanti. Ma poi che significa "andare oltre"? Oltre cosa? Ah Wikipedia, esperimento interessante ma così goffamente realizzato!

Provvediamo quindi subito a definire l'intelligenza come "efficienza mentale nell'impiego di informazioni", specificando quindi che essa riguarda esclusivamente la mente (l'intelligenza del corpo non esiste, o almeno non direttamente ma sempre per il tramite mentale) e peraltro stavolta accettando la definizione di efficienza fornita da Wikipedia, ovvero "capacità di azione o di produzione con il minimo di scarto, di spesa, di risorse e di tempo impiegati" e annoverando fra le "risorse" le informazioni a disposizione. Affermiamo inoltre che si tratta di un sistema complesso di doti, o di talenti, variamente interrelate. Si vengono così a delineare le seguenti 3 aree: la reperibilità delle informazioni, l'efficacia (da dizionario, la "capacità di produrre l'effetto voluto") di elaborazione e la sua efficienza sopra definita. In breve l'efficacia riguarda il "cosa fare", l'efficienza il "come farlo" e le risorse/informazioni il "con che cosa". Ci sarebbe una quarta area normalmente rientrante nella questione, ovvero la capacità di comunicazione o esposizione, ma come vedremo la sua collocazione qui è solo tangente e comunque un po' abusiva.

1) la reperibilità delle informazioni
Questo è forse l'aspetto più delicato e importante del problema, comunque apparentemente il meno compreso dalla psicologia attuale, nonostante il fiorire di studi sull'apprendimento. Ma forse si fa confusione sulle tre cause che gli danno origine: a) fortuna o karma, b) curiosità o pulsione e c) sensibilità o comprensione. 
a) Si ha una fortuna più o meno karmica laddove ci si trova nel posto giusto al momento giusto: ad es un giovane potenzialmente portato a fare un mestiere che entra in contatto con professionisti dello stesso. Ma normalmente la più grande fortuna è essere di famiglia benestante e avere così accesso a determinati ordini di studi. Si hanno così informazioni specifiche e privilegiate, indiscusso vantaggio nella soluzione di problematiche specie se legate alla società del tempo. Detto questo, ogni competenza è un "colpo di fortuna" se applicata al momento e nel modo giusto, e ad ognuno la sua.
b) si ha curiosità o pulsione attiva laddove l'individuo cerca motu proprio, cioè per sua iniziativa e volontà, di ampliare la quantità di informazioni in suo possesso. E ciò può avvenire in due sensi: (b1) verso la novità, cioè verso materie o questioni perlopiù sconosciute, e in questo caso si parla di attitudine eclettica. Oppure (b2) verso ciò che già conosce, intraprendendo così ulteriori approfondimenti, si parla in questo caso di attitudine analitica
c1) la sensibilità o capacità di comprensione, dote certamente molto personale, è l'attitudine di una persona a ricevere informazioni da una materia o una situazione, generalmente esterna, oggettiva. Sia detto per inciso che è a questa attitudine che si riferisce l'etimo della parola intelligenza, ovvero la capacità di intelligere o "leggere dentro" dati (utili e non). Non affrontiamo qui il problema dell'interpretazione, che si innesta su quello di stato di coscienza. Normalmente la sensibilità viene considerata a livello emotivo a causa di una sorta di eredità culturale del romanticismo, ma qualunque capacità di comprensione, intellettuale o emotiva, rientra nella categoria. In questa rientra anche c2) uno degli aspetti più delicati della questione: l'autopercezione, ovvero la capacità di avere di sé e delle proprie capacità un'opinione corretta, il più possibile rispondente al reale. In altri termini parliamo di consapevolezza di sé, o autocoscienza. 

Per riassumere: così come la curiosità si realizza nella forbice ecletticità/analisi, la sensibilità si muove in un ambito esteriore/interiore (comprensione del mondo vs consapevolezza di sé). Aggiungiamo qui che solo queste due categorie, curiosità e sensibilità, fanno parte dell'intelligenza, ovviamente non la fortuna karmica, per quanto i suoi risultati (maggiore istruzione o competenza) rientrino certamente nel sistema complesso che si sta trattando.

2) L'efficacia nell'elaborazione
Questa dipende da due fattori: la quantità/qualità delle informazioni e le capacità logiche di loro elaborazione. Per quanto riguarda il primo dei due aspetti se ne è già trattato al punto precedente, quindi qui ci concentreremo sull'aspetto "a parità di informazioni, chi arriva ad un risultato migliore", cioè più soddisfacente, più "razionale rispetto allo scopo" e senza scordarci che anche quest'ultimo dipende dalla sensibilità, ovvero dallo stato di coscienza, quindi in qualche modo dall'intelligenza di chi lo giudica. Ma qui lo diamo per dato. 
Tipico dell'efficacia è che, nella generalità dei casi (purtroppo non sempre), può essere misurabile. Ponendo ad esempio uguale a 100 la soluzione ideale di un problema, si può avere così la soluzione a cui è arrivato il soggetto X pari, ad es., a 90 e quella del soggetto Y pari a 80. X ha proposto la soluzione più efficace, più utile rispetto allo scopo. 
Ma se questa misurazione è facilmente applicabile a problemi di tipo fisico o logico-matematico, diventa più complesso applicarla a quelli di tipo emotivo-comportamentale, per quanto pure in questi sia possibile ipotizzare scenari di soluzione ed assegnare ad ognuno di essi un punteggio a scalare per indicare un successo più o meno parziale, piuttosto che un fallimento.

3) l'efficienza nell'elaborazione
Qui si tratta di un'altra prospettiva al medesimo problema, infatti può darsi che in determinate situazioni una soluzione più efficiente sia preferibile ad una più efficace. Per conservare l'esempio di prima, può darsi che il soggetto X arrivi alla sua soluzione efficace al 90% dopo giorni di elaborazione con spreco di energie e impiego di mezzi quali elaboratori o altro, mentre l'Y arrivi alla sua soluzione meno efficace dopo 5 minuti di ragionamento autonomo. È chiaro come nella gestione delle emergenze la seconda soluzione sia considerata "più intelligente" della prima, nei fatti la più razionale rispetto allo scopo e viste le condizioni.
Su questi ultimi due punti intervengono le paure, ovvero l'apatepofobia (paura dell'apateporia, cioè di possedere un sistema di valori/informazioni sbagliato) e l'atiquifobia (paura del fallimento, ovvero di non essere in grado di applicare le informazioni correttamente). Finché sono semplici paure ci aiutano a metterci in discussione e progredire, ma quando degradano in fobie creano blocchi e dolore, quindi tecniche auto-anestetiche che, come abbiamo visto, costituiscono l'esca ove allignano le dinamiche osnoblotiche. 

Per riassumere e sintetizzare possiamo affermare che l'intelligenza si muove su una duplice forbice percettiva ed elaborativa, con la prima che si divide a sua volta in pulsione verso la verità eclettica (1.b1) o analitica (1.b2) e comprensione della situazione oggettiva (1.c1) o autocoscienza (1.c2), mentre l'elaborazione si divide in efficace (sub 2) ed efficiente (sub 3). L'intelligenza è quindi la presenza di talenti specifici su determinate percezioni e la capacità di elaborarne i dati, definendo quindi forme di intelligenza la curiosità, la capacità di analisi, la capacità di comprensione, l'autocoscienza, l'efficacia e la velocità (efficienza) di elaborazione. Essa è coadiuvata dalla fortuna karmica (punto 1.a) ed impreziosita da una buona capacità di comunicazione, la quale però è una dote a sé, non propriamente facente parte dell'intelligenza. Può infatti avere una buona capacità di esposizione anche un'intelligenza modesta, tipicamente un portavoce, ma anche un ingannatore in grado di indorare la pillola, in parole povere un osnoblotico (attenzione: non stiamo affermando che l'osnoblotico sia un idiota, anzi spesso è vero il contrario, bensì che un idiota con buone capacità di esposizione sia un eccellente osnoblotico). Detto questo, è pur vero che il buon comunicatore almeno una dote che si applica all'intelligenza deve avercela: la capacità di sintesi, eventuale punto 4 se solo non fosse parzialmente già compresa nel concetto di efficienza di elaborazione (non si può fare un ragionamento compiuto in un tempo ragionevole se non si è in grado di sintetizzare il mare magnum dei dati).

Ma forse la caratteristica più interessante dell'intelligenza è un'altra: che con l'esercizio essa si accresce, ovvero è cumulativa e ciò in modo controllabile, ovvero dipendente dalla volontà del soggetto. Più si accrescono le informazioni più si allena la capacità di elaborarle, e più si trovano soluzioni più si inscrivono gli schemi neuronali che aiuteranno a trovarne altre. Anche perché con l'esperienza diretta, con la conoscenza (ci verrebbe da usare l'antico termine greco, ma già ci hanno accusato di farlo), aumenta lo stato di coscienza, con tutte le implicazioni di cui abbiamo diffusamente parlato nel blog, specie nel post dedicato

Insomma, per consolare coloro che trovano le nostre trattazioni troppo complesse, sappiate che l'intelligenza in sé può essere oggetto di atto mutantropico. Certo, in certi casi è necessario un evento dagli effetti mutantrogenici. Come... così, per fare un esempio a caso... una buona sessione di Sinestesi! ;)