31 dicembre 2012

Spettegulèss di Fine Anno (Rassegna Stampa Mutantropologica IV)

Notiamo una preoccupante tendenza della nostra società di inizio secolo, ma che mai come ora sembra la fine di un'epoca, tendenza che chiameremo "sacrificio del Mutantropo". Costui o si uccide come il nostro amico Uomo Gatto, oppure viene eliminato dal sistema come il cartaceo Uomo Ragno. Uccisi o suicidi, in entrambi i casi spremuti da chi ha monetizzato alle loro spalle.

Ma guardiamo l'Uomo Ragno. Tanto di cappello a Stan Lee per aver creato, in tempi di assurdi positivismi assoluti "alla Superman", un personaggio così complesso e problematico come il nostro Spider Man. Il buon Peter Parker, nome già goffo di per sé, ha vissuto un mutamento naturalmente imposto dal morso di un ragno radioattivo, che ha saputo sfruttare in senso mutantrogenico traendone vantaggio in modo evolutivo. Cioè ponendosi al servizio del prossimo, quindi non egonanista, e in accordo col suo stato di coscienza, quindi non conformista. E dopo anni di onorato servizio che cosa fa la Marvel di fronte a un personaggio forse commercialmente un po' ribollito? Lo sacrifica, cioè lo uccide. Sì certo, per poi probabilmente resuscitarlo sotto altrui spoglie, ma perché sottoporre una brava persona a un simile trauma? La Marvel si dimostra anche l'unica entità nel cosmo a dare una ragione QUASI interpretabile come "dignità artistica" (da dei pirla) a quel guitto di Max Pezzali, a suo tempo da noi già sufficientemente sbeffeggiato. Roba da matti! Ma alla fine è questo l'interesse dell'editore multinazionale, specchio fedele del villaggio globale in cui tutti siamo simpaticamente tenuti a vivere.

Villaggio globale che già decretò il suo verdetto nei confronti del buon Uomo Gatto e del, secondo alcuni, meno buono ma forse non meno patetico Michael Jackson, o della sua imitatrice (in senso esistenziale) Amy Winehouse. Prima osannati per determinati - sebbene discutibili - meriti di talento, poi centrifugati dal sistema e infine sgranocchiati dagli occhi rapaci dell'opinione collettiva. Che dire infatti del destino che sembra toccare all'ennesimo bamboccio-prodigio Justin Bieber? Baciato dal successo a 14 anni, e da allora idolo incondizionato delle teen-ager di questa generazione per canzonette pop dalla singolare insignificanza, oggi sottoposto a gogna mediatica per il mostro che l'han fatto diventare. L'opinione pubblica è concorde: deve accontentare i fan, fare il bravo e accettare qualunque compromesso gli venga richiesto, mica vorrà finire come quelle sciroccate di Britney Spears o Lindsay Lohan vero?

Eh già, il tanto paventato spauracchio Britney, quella dai capelli rasati e la faccia devastata dalle droghe e dall'alcool, la prima baby-girl che, sfruttata dai genitori in primis e dal sistema in parallelo, ha dato in pasto il corpo alle cupidigie pedofile di un millennio malato. Proprio lei ci suggerisce di parlare anche di una sua epigona, una delle più sconcertanti mutantrope di questo secolo, tale Venus Palermo in arte Angelic. Figlia di una famiglia mista che passa attraverso l'Ungheria e la Spagna, oggi è una 15enne inglese che dopo opportune sessioni di truccoparrucco è in grado di diventare una vera e propria bambola di carne. A suon di minigonne inguinali e occhioni sgranati si dona in pasto alla discutibile libido di personaggi che alla pedofilia aggiungono la ricerca di un rapporto con un essere artificiale, per essere assolutamente CERTI di evitare la messa in discussione. Grazie mille millennio! La madre 37enne, nel suo inglese stentato, controlla compiaciuta la lucrativa situazione e insieme alla giovane figlia sostiene teorie di felicità, evanescenza ed improbabile innocenza, come se Eva Ionesco non avesse già dato.

Ora... cosa consigliare alla povera Venus per non finire, se non suicida come l'Uomo Gatto, nemmeno nevrotica come il suo quasi coetaneo Bieber? Potrebbe avere 3 scelte:
1) Continuare a fidarsi della madre, lucrare fino in fondo sulla sua fama da Mutaspetto Esteriore e sperare ardentemente di non andar fuori di cotenna anche lei, rivelandosi Mutantropo conformista o mediocre.
2) Diventare indipendente e amministrarsi da sola, riuscendo a costruire un ego titanico che la sorregga come Madonna o Lady Gaga. Troverebbe un esempio più che valido anche nella Donna Vampiro.
3) Prendere coscienza, mandare tutti al diavolo e trovare un lavoro normale. Oppure continuare a fare questo, che in fondo le riesce benissimo, ma in modo diverso: più costruttivo ed olistico, quindi meno egocentrico/patico.

Cari amici, il nostro spettegulèss di fine d'anno non è fine a se stesso, becero gossip in cui tutti son bravi, e queste dinamiche purtroppo esistono da sempre o almeno da quando esistono quegli straordinari portatori d'osnoblosi che sono i democratismi moderni. Pensate all'hollywoodiano James Dean, ad esempio, o a Marilyn Monroe, o alle 3 grandi "J" del rock anni '60 (Jim Morrison, Jimi Hendrix, Janis Joplin), tutti appassionatamente insieme per incarnare il destino di un mito e la leggenda di un'epoca. Noi pensiamo invece che sia importante focalizzare la responsabilità mutantropica che tutti abbiamo verso il nostro essere, diventando consapevoli delle dinamiche ingannevoli a cui siamo costantemente richiamati, sottoposti e confrontati. 

Siamo o vorremmo essere Mutantropi? Bene, non facciamoci sacrificare! iniziamo scegliendo almeno di non essere dei Mutantropi storditi! ;D

E già che ci siamo... BUON ANNO a tutti!!

27 dicembre 2012

Apateporia della Settimana: non c'è stata la fine del mondo!


A quanto sembra i Maya avevano torto e, se ciò ha lasciato indifferenti i più, ha comunque deluso i molti che si aspettavano un rinnovamento eclatante, un mutamento istantaneo, una scritta lampeggiante sulla fronte degli eroici sopravvissuti scremati dagli indegni che non meritano questa terra e di cui nessuno che conosciamo, inclusi i sottoscritti, ha mai dubitato di farne parte.

Per non parlare di chi ha speso montagne di soldi fra bunker e cibo conservato per affrontare degnamente la cosa.

Ma noi ci chiediamo: se c'è questa grande voglia di cambiamento, se davvero tutti aspirano ad essere svegli, a far parte del nuovo, a contare qualcosa su questa terra, allora perché la gente non cambia da sola? Perché attendere un evento esterno affinché ciò avvenga?

E poi... davvero non è successo niente, oppure ciò che doveva avvenire è avvenuto ma non essendo così eclatante non ce ne siamo accorti?

Chi vivrà riderà! ;) 



18 dicembre 2012

La Sfida della Sinestesi

Non sarebbe male poter arrivare a definire anche lo Spirito, in modo da avere più chiaro di cosa è intermediaria l'anima ed aiutarci quindi nella sua definizione. Ma ciò è veramente fuori dalle intenzioni sia di questo post che di questo blog, invitiamo nondimeno i lettori a porsi il problema in luoghi a ciò finalizzati. Però se qualcosa è intermediario di qualcos'altro, si può affermare che questo qualcos'altro le è appunto altro, cioè esterno. Sembrano aver ragione i creazionisti e gli animisti quando affermano che, almeno per quanto riguarda le possibilità dell'anima, Dio è ovunque. Il mondo stesso essendo sua creazione è pregno del Suo Spirito. Insomma, laddove lo volesse, l'anima potrebbe fare tesoro delle esperienze terrene a un livello ben superiore a quello della coscienza ordinaria. Ricordiamo infine il concetto già espresso di schema neuronale che, sebbene sia legato alla fisiologia del cervello dell'uomo, o almeno del suo sistema nervoso, non può che influenzare il nostro mondo interiore, la nostra coscienza e di conseguenza la parte "al di qua" della nostra anima.

Vorremmo arrivare a dire che, se l'anima può sostituire l'esposizione al “sole dello Spirito” con determinate esperienze per essa illuminanti, è proprio a questo punto che si inserisce la Sinestesi. Ed è qui che l'arte torna alla sua antica e nobile definizione. Perché per avere esperienze reali, veramente formanti, l'anima può solo legare alla coscienza più profonda la successione, e quindi la gestione, delle apateporie. Deve cioè inserire il "dolore del vivere" in un contesto ultraterreno che lo giustifichi, anzi di più, che lo inquadri. Eviterà così la dinamica mutantroposnoblotica, innescando invece processi mutantrogenici evolutivi che portino il soggetto interessato sulla via del Metantropo. Già, ma la realtà di oggi è urbana, grigia, disturbata da comunicazione vacua, rumorosa e incessante, da continui fruscii di bias psichico. Il simbolo si perde, la disgregazione regna sovrana, l'olografia viene negata o parcellizzata e vanificata.

La Sinestesopera, almeno nelle sue intenzioni, pone l'uomo in un ambiente altro, tranquillo e interiore. Un'alterità rassicurante che lo predispone all'apertura, e suggestioni artistiche che sciolgono i paradigmi, permettendo all'anima di percepire oltre la ragione. Ed ecco che allora interviene l'archetipo, riconosciuto almeno a livello inconscio, quindi efficace, ad attivare lo schema neuronale ancestrale che, a mo' di universale culturale, è iscritto in ogni psiche. Non è detto che l'effetto sia necessariamente positivo, ovvero porti quello che si chiama "benessere", lusinga dell'ego oggi abusata all'inverosimile. Potrebbero verificarsi shock, delusioni, apateporie, perché la coscienza può arrivare a confrontarsi con propri aspetti irrisolti. 


Però evocare un archetipo induce nell'anima un orientamento verso gli stati superiori dell'essere, che possono comprendere anche quelli spirituali. Nessun manufatto solo culturalmente connotato, come un dipinto figurativo o un oggetto di design, può garantire nulla di simile (per quanto nell'arte nulla si possa escludere), anzi in prima istanza può solo focalizzare su un risultato meramente terreno. Ed etimologicamente ciò che unisce è simbolo, così come ciò che divide è diavolo [speriamo sia inutile sottolineare che parliamo di etimo, non di alcunché di teologicamente sanzionatorio]. Parliamo di unione col superiore, ovviamente, trovando assolutamente superflua e non necessaria quella con l'inferiore, oggi propugnata con una pervicacia e un'esclusività quasi totali.

L'anima, comunque vogliamo definirla, ha quindi modo di fare esperienze reali nei linguaggi che essa comprende per sua natura, fuori dal frastuono materiale del quotidiano. Certo, non equivalgono a un'esposizione al “sole dello Spirito”, ma ad esso preludono e soprattutto predispongono. Davvero, a condizione che l'archetipo sia rispettato e che l'ego dell'artista non intervenga ai suoi fini, la Sinestesi può risvegliare un’anima dormiente e riportarla a quell'orientamento che le permetta di svolgere la delicata intermediazione di cui essa sola può farsi carico.

Questa è la sfida che la Sinestesi lancia all'epoca d'oggi, perché, anche dal misero punto di vista di questo secolo, che cosa dovrebbe fare la vera Arte? Certo, innovare le categorie estetiche della propria epoca, ma non per apportare sollazzo, sorpresa o sensazioni forti, bensì per aprire gli occhi delle società a verità considerate altre, come se non facessero parte del ciclo normale dell'uomo, della vita e dell'universo. Tecnologica, archetipica, anegoica, la Sinestesi è la poetica che in questo millennio ha il compito di riportare l'arte alla sua Formula Originale.

11 dicembre 2012

Apateporia della Settimana: non tutti i Cavalieri del Lavoro ne sanno di economia

Notizia di oggi è la sconcertante dichiarazione di Berlusconi, secondo il quale lo spread è solo un "imbroglio", "un'invenzione con cui si è cercato di abbattere una maggioranza votata dagli italiani". Cioè la sua. E come motiva tali affermazioni? Con il fatto che "non se n'è mai sentito parlare".
Ora, vorremmo ripetere per quei pochissimi che ancora credono in un tale fenomeno, che il presente blog non è politico e che gli scriventi o sono apolitici, o si sono impegnati a non far nessun riferimento alla politica nelle loro parole. 

Però è un blog che parla di società, questo sì, e da vent'anni la società italiana è stata influenzata da cotanto egonanista sostenuto dai voti di tre categorie: interessati, stupidi e ignoranti. 
Tre tipi di persone, esattamente e puta caso come i tre vantaggi dell'egonanismo. 
Noi che scriviamo siamo convinti che Berlusconi non sia in nessun caso un "fenomeno" della politica, ma eminentemente un caso della sfera sociale, e tutta la sua attività nel parlamento italiano è lì a dimostrarlo: mentre il paese andava a rotoli, il Cavaliere del Lavoro è stato in grado di far approvare decine di leggi ad personam che depenalizzavano i reati per cui era ed è imputato. Solo gli stupidi e gli ignoranti potevano credere che fosse schierato politicamente in qualsivoglia maniera.
Ora, delle tre categorie sappiamo che gli interessati corrispondono agli osnoblotici, cioè quelli che più o meno direttamente pagati da lui o comunque facenti parte del suo indotto economico-politico, possono aver avuto qualche vantaggio dal successo di un tipo simile. Ma che differenza c'è fra ignoranti e stupidi? I primi non conoscono il passato del piccolo egonanista, i secondi non ne capiscono il presente. Certo oggi, dopo vent'anni di malefatte, i primi non hanno più scuse, però entrambi sostengono una stessa verità illusoria, osnobloticamente sostenuta dagli interessati: Berlusconi è un grande imprenditore.
A questi signori è sfuggito che l'azienda di questo capitano d'industria, quand'è entrato in politica, aveva 6.000 miliardi di lire di debiti. 

Con l'affermazione esternata oggi, in odore di elezioni, speriamo sia chiaro a tutti quanto profonde e raffinate siano le competenze economiche di quest'ometto, ops! perdonate! Cavaliere del Lavoro. 

Dopo vent'anni come lo preferite, audace imprenditore o fine statista? 
Buon Natale, Italia!

8 dicembre 2012

Anima e Arte

Più volte abbiamo affermato che l'arte è ancella dell'anima. Altrimenti più prosaicamente e modernamente dovremmo dire che siamo abbastanza d'accordo con la definizione che ne dà Wikipedia, per quanto più "operativa" che estetologica. Da quel punto di vista potremmo citare la formatività del Pareyson o il Nanni, per cui arte è tutto ciò che viene usato dal nostro secolo come arte, sorvolando bellamente sulla sconcertante tautologia. Preferiamo una nostra modesta convinzione, ovvero che è arte qualunque prodotto culturale proposto con intenzione polisemica da un artista (arte-fattore o teorico dell'arte poco importa), al fine di sfidare le categorie estetiche della sua epoca. Definizione che ci pare appropriata, ma ancora povera. Il problema è che questo secolo è così decadente da arrivare a considerare arte persino la pubblicità o l'ultimo videogioco.

Perché è avvenuto ciò? Probabilmente perché ci siamo dimenticati della sua definizione platonica, poi dantesca e medievale, che forse è stata l'ultima veramente coerente con le esigenze imprescindibili della specie umana, ovvero arte come ancella dell'anima. Ma qui ci addentriamo nel ginepraio di una categorizzazione veramente capziosa, e non tanto per il termine ancella, da dizionario "schiava al servizio di una matrona, donna al servizio o al seguito di qualcuno". Insomma l'arte non come fine, ma come mezzo, come aiuto, servizio all'anima, in grado di risvegliarne potenzialità latenti, in grado di favorirne evoluzioni e sviluppi. Il problema, piuttosto (e purtroppo), nasce dal tentativo di definire l'anima.


Il dizionario della lingua italiana proprio non ci aiuta, arrivando AL PIÙ alla dicotomia cartesiana anima-corpo, definizione che ripugna ogni intelligenza e da allora contestata da decine di filosofi e pensatori, ma a cui l'epoca moderna non è stata ancora in grado di porre rimedio. La definizione che ne dà Wikipedia aggiunge confusione a confusione: "tipicamente si pensa che consista della coscienza e della personalità di un essere umano, e può essere sinonimo di «spirito», «mente» o «io»". Che evidente errore: se l'anima coincidesse con uno di questi 5 concetti (li ripetiamo volentieri: coscienza, personalità, spirito, mente, io), perché mai dovrebbe avere un altro nome? Possibile che, fuori da un'assurda identificazione con lo «spirito» (umano, immaginiamo noi), l'anima debba essere "limitata" al Manas, al pensatore interiore di memoria indù? Come già dicemmo a proposito della definizione di Metantropo, è veramente curioso come qualunque determinazione di vero valore riguardante l'essere umano sia stata come dimenticata, accantonata, proprio abbandonata dall'epoca moderna, relegando il "portatore di immagine divina" (o almeno così la più antica religione del Mediterraneo definisce l'uomo) a mero consumatore acritico. Al più al nuovo mito del dopoguerra: l'imprenditore. Tertium non datur.


Ma nemmeno ci aiutano le varie scienze psicologiche, dall'etimo ψυχή (psyché) = anima, appunto, poiché focalizzano il problema su un immaginario equilibrio interiore dell'uomo fattosi paziente, nel tentativo di placarne l'inquietudine e normalizzarne i rapporti sociali. Lo psicanalista allora è un amico che consiglia, come un curato di campagna, mentre lo psichiatra è il poliziotto che corregge con la potente arma dello psicofarmaco. Lo ripetiamo: l'unica "psicologia" che ci sembra umanamente accettabile è quella junghiana, nella misura in cui contempla l'archetipo nella strutturazione ancestrale della nostra psiche. Purtroppo in occidente le ultime cose profonde sull'anima le hanno scritte gli alchimisti o, al più, la medicina spagirica. Da allora sono passati 3-400 anni di scientismo che, facendo confusione su certe questioni, ci ha in compenso regalato il sistema produttivo che tutti apprezziamo tanto. :)


Secondo alcune dottrine tradizionali di derivazione ermetica, l'anima si compone di 5 fluidi, secondo altre di tre aspetti (il celebre Trigonum Igneum), secondo altre ancora si divide in due poli (anima-sangue e anima spirituale), ma di certo c'è una cosa: l'anima è sostanzialmente un intermediario, l'unica modalità che il nostro mondo interiore, il summenzionato Manas, ha di relazionarsi con lo Spirito. Un indù ora ci chiederebbe "ma cosa intendete per spirito, Buddhi o Atman?", complicando ulteriormente un post che non ha ambizioni metafisiche. Ma è comunque chiaro che, nell'ambito normale di un essere umano, l'anima cresce, si evolve e giunge a maturazione laddove esposta al “sole dello Spirito”. 


Già, ma che fare quando ciò non avviene?

3 dicembre 2012

Apateporia della Settimana: l'ego e lo shopping online non fanno un buon Mutantropo


In questi giorni ci ha lasciati perplessi un esempio di Mutantropia degenerativa, altrove chiamata autolesionismo mutantropico: una giovane signora cinese, rimproverata dal marito per l'eccessiva dipendenza dalla per lui deplorevole pratica dello shopping online, ha avuto una reazione impulsiva giunta al parossismo del tagliarsi un pollice. Autolesionismo eseguito quindi con lo scopo mutantropico di piacere al marito ma non solo, visto che l'effetto è andato ben oltre. Il marito, ovviamente scosso e impressionato dal gesto, dopo opportuna cucitura dell'arto distaccato le ha concesso di continuare nella pratica, seppur con un uso leggero.

Come mai leggiamo la notizia da questo punto di vista e non da quello di degrado e violenza che sottende? Non siamo forse consapevoli della deplorevole condizione in cui vivono le donne in Cina? Ovviamente , ma questo blog non si occupa di problemi sociali a questo livello. I quali tuttavia non negano, anzi si integrano, con le dinamiche del vissuto psicologico dell'individuo.

Questa signora, rispetto alla media del suo popolo, vive una vita tanto agiata da potersi permettere una pratica così tipica per noi occidentali, che crea tanta dipendenza anche qui e non solo per chi se la può permettere. Il marito probabilmente "aveva ragione" a rimproverare una tale depauperazione, non foss'altro che per le sue tasche, ma indubbiamente senza averne voluto indagare la frustrazione, o senso di handicap, che ne era all'origine. Probabilmente è stato proprio questo che, mettendola alle strette, ha portato la signora all'
eclatante gesto catartico/autopunitivo, egoticamente finalizzato al trauma emotivo del marito. Amputandosi il dito è diventata palesemente vittima: del suo vizio, della crudeltà del marito, del buon senso comune. Insomma ha fatto un fioretto al fine di ottenere comunque un vantaggio. 

Purtroppo per lei la cosa ha funzionato al di là delle sue speranze. Intervento del marito; esposizione mediatica e quindi conformista; il "perdono" e il permesso di poter continuare nel suo vizio, sebbene nella buona intenzione della quantità limitata. Fino alla prossima esplosiva crisi d'astinenza che speriamo non le costi un altro dito. Insomma la signora ha fatto un gesto che potremmo definire mutantropico-gattopardesco, ha cioè mutato se stessa perché nulla mutasse. Ha perso quindi la possibilità di un vero cambiamento che le permettesse di prendere coscienza del suo stato, condizione necessaria - per quanto non sufficiente - per divenire un essere umano migliore.

Un doppio regalo dell'egonanismo e del conformismo, modelli che sembrano accompagnarsi bene alle forme che governano lo shopping compulsivo.


Perché tutti comperiamo online, anche i sottoscritti ovviamente, ma com'era più quella storia sul mutantropo borghese? ;)

25 novembre 2012

Mutantropia e Depressione

A seguito di quello che Vito definisce il vespaio suscitato dall'ultimo post, ci scrive Simo: «La depressione nasce fondamentalmente dalla non accettazione della condizione umana (per definizione fragile e irrisolta) e di solito tende a manifestarsi quando le possibili strategie messe in atto dall’essere umano per sfuggirvi si esauriscono, dimostrandosi fallimentari o insufficienti. In questo senso la mutantropia può essere un antidepressivo, ma il fatto stesso che venga usata come tale è già di per sé un segno di depressione latente»

Ringraziamo Simo per averci esposto la sua interpretazione della mutantropia con tanto di indicazione di sue potenzialità terapeutiche (sì carissima, gli antidepressivi si adottano in caso di depressione latente, e magari anche conclamata se è per questo ;), intuizioni che troviamo sostanzialmente condivisibili, ma in merito alle quali ci sentiremmo di esprimere qualche precisazione. Nel post Limiti, fatti salvi gli effetti del cosiddetto "gene dell'autoaffermazione", come molle principali verso la Mutantropia abbiamo indicato la frustrazione e il senso di handicap, ovvero ciò che Simo sembra chiamare "non accettazione della condizione umana" e, proprio per questo motivo, abbiamo terminato il post dichiarando che "tutti gli uomini sono handicappati". Ma attenzione! molla verso la Mutantropia, non causa di depressione. La mutantropia è, insieme al controllo dell'ambiente (fino all'osnoblosi), una delle strategie naturali che l'uomo innesca per ottenere vantaggi, infatti sappiamo bene che nella stramaggior parte dei casi l'esito sfocerà nella cosiddetta dinamica Mutantroposnoblotica.

 
Le società moderne adottano una sorta di guanciale sociale piccoloborghese come strategia per far fronte alla sequela di fallimenti e apateporie tipica di tale dinamica, consentendo alla maggioranza dei soggetti una certa stabilità psicologica. Il regno del conformismo. Nondimeno c'è una certa percentuale di persone in cui, per ragioni oggettive o per particolari sensibilità personali, la suddetta sequela porta con sé stati d'ansia causati da atiquifobie e apatepofobie. Ne L'Atteggiamento Osnoblotico abbiamo imputato queste ultime come causa degli "stati mentali negativi e perdenti, segno di un disagio psichico che può arrivare alla depressione". Infatti essa è una sorta di extrema ratio, che arriva dopo il fallimento di tutte le tecniche anestetiche e autosnoblotiche che l'uomo ha potuto provare su se stesso, nei limiti della sua coscienza,


Quindi, per tornare all'Uomo Gatto, cosa pensiamo sia successo? In seguito alla sua formazione culturale da nativo americano, il signore in questione (intenzionalmente non vogliamo scriverne il nome) ha adottato un animale totemico. Perché? Certamente per le ragioni sopra esposte: risolvere il senso di handicap, andare oltre "la condizione umana (per definizione fragile e irrisolta)". Questa è stata la sua via alla Mutantropia e a ognuno le sue pratiche e i suoi rituali. Per alcune persone, deboli o impressionabili, qualche piccolo ritocchino estetico, quindi esteriore (da notare come entrambi i termini comincino con este), aiuta l'immaginazione e la capacità (interiore) di immedesimazione. Ovvero di vivere l'esperienza sinestetica estrema, nella propria carne ed eventualmente nella propria anima, traendone insegnamento.

Il problema dev'essere sorto quando quest'uomo, anziché sviluppare gli stati di coscienza che un animale totemico - se azzeccato - porta a chi lo adotta, si è fatto ipnotizzare, diciamo etimologicamente sedurresviare, dall'effetto sociale del ritocchino. E l'ha amplificato, rendendolo sempre meno "ino". Un novello Lucifero/Narciso che anziché amare la Creazione e il Creatore, ha amato la creatura, cioè se stesso, il successo della propria immagine. Quindi egonanismo e osnoblosi sociale singolarmente ridicola (come si può convincere gli altri di essere davvero un gatto?) in grado di creare un "mostro" soggetto alle apateporie del mutaforma. Il succedersi delle quali gli ha dato una certa presa di coscienza, che a sua volta probabilmente l'ha portato a vergognarsi di se stesso.


Cioè a un certo momento ha ceduto l'altra dinamica, quella anestetico-autosnoblotica, e la verità in tutto il suo orrore si è rivelata eccessiva, inaffrontabile. Si scriveva ne Il Metantropo: "L'apateporia è così benvenuta laddove essa permette un autoesame, ovvero quando il dolore che porta non è tanto insopportabile da dover richiedere pratiche anestetiche e la dinamica con cui essa s'è presentata è comprensibile, cioè interpretabile secondo lo stato di coscienza del soggetto". Laddove il dolore è eccessivo, invece...


Ma almeno il signore in questione il suo momento di celebrità l'ha vissuto! E vi garantiamo che fra gli scriventi, come probabilmente fra molti lettori, c'è chi non ha avuto nemmeno quello... e com'è che costoro non si sparano? Beh, a prescindere dal fatto che un simile evento in futuro non è completamente da escludersi, riteniamo che la più efficace arma contro la depressione sia la percezione consapevole della propria funzione all'interno del sistema macrocosmico (a suo tempo si è anche parlato di entanglement quantistico), insomma l'aver interiorizzato il perché siamo al mondo. In fondo la depressione è uno stato egotico: presume la solitudine di un'anima assolutamente autoreferenziale, ma non in grado di reggersi sul piedistallo che s'era immaginata, quando invece per la corretta autopercezione essa non può prescindere dal sistema fisico e metafisico, certamente olistico, di cui ognuno di noi fa parte.


Ma, cosa ancora più importante, ciò deve avvenire secondo uno stato di coscienza proprio, personale, a cui fare riferimento. È quindi responsabilità dell'anima un'azione "attiva" nei confronti dell'ambiente, di inserimento cosciente e spontaneo in senso armonico. Non dev'essere una scelta altrui o un'imposizione, altrimenti si cade nel conformismo, altro potente sebbene disumanizzante antidepressivo.

Riassumendo: mutamento senza atiquifobie e apatepofobie per evitare la depressione, ma schivando egonanismo e conformismo, i due grandi nemici della Mutantropia Evolutiva, a sua volta una necessità dell'anima favorita dalla Sinestesi. 
Come? Mutantropia necessità dell'anima? Davvero?

15 novembre 2012

Apateporia della Settimana: la Mutantropia, specie se stupida, non salva dalla depressione

Notizia sconcertante di questi giorni è la morte di quel gran vanesione, quindi egonanista, dell'Uomo Gatto, buffo mutaforma sottopostosi a decine di operazioni per somigliare ad un felino. 
Pare fosse depresso. 
Beh, soprattutto nei momenti di solitudine, guardarsi allo specchio ridotto in quello stato dev'essere stato sconfortante. Ridicole apparenze ancora più imbarazzanti perché innestate su una cultura da nativo americano.
Ebbene, viene da chiedersi che tipo di Mutantropo fosse quest'uomo, pace all'anima sua. La sua era Mutantropia Evolutiva o piuttosto oscurata da conformismo e/o egonanismo? Beh, bizzarro com'era (più che originale) non gli si può certo dare del conformista, ma di persona con un ego malato e sofferente crediamo proprio di sì. Egopatico, dunque.

Ricordiamo ai nostri affezionati lettori che nel post Il Metantropo, o della Benvenuta Apateporia, abbiamo avuto modo di scrivere: "Di questo si rende conto ben presto il mutantropo, attraverso un processo che si definisce apateporia del mutaforma, o del mutaspetto esteriore. Perché si muta la forma o l'aspetto esteriore? La maggior parte dei mutantropi lo fa [...] per provare l'ebbrezza [egotica, ndr] di un aspetto nuovo, i pochi rimanenti si dividono tra chi lo fa per ragioni pratiche, come il portatore di handicap che diviene cyborg, e chi a seguito di un cambiamento di stato di coscienza. Certamente il primo tipo, colui che cambia per noia o per gioco, quando non per amore di sè (egonanismo), è destinato ad incorrere in un'apateporia. Si renderà conto ben presto che il vero cambiamento è quello interiore, così come il vero mutantropo è interiore, e il cambiamento della forma esteriore è essenziale solo se conseguenza di un mutamento di stato di coscienza".

Insomma temiamo che l'Uomo Gatto sia morto quando si è reso conto che il suo Mutantropo interiore era solo un povero pirla. O forse, peggio ancora, quello interiore poteva anche essere cresciuto (come avrebbe potuto giudicarsi male altrimenti?), mentre quello esteriore si era intanto ridotto alla patetica pantomima di un archetipo colto in un momento di intuizione, di elevazione, ma probabilmente persosi per strada. Che valore può avere qualcosa che esteriormente ti trasforma in un essere grottesco? Requiescat in pace, ma sia da monito per noi tutti!

E che dire di Steve Haworth, il non meno egotico "artista" suo Pigmalione? Starà dormendo sonni tranquilli? Bah.

23 ottobre 2012

Rassegna Stampa Mutantropologica III

Arte Aracnidea
Esempio di sfrucugliamento di fobie. Atiquifobia o apatepofobia? Si commenta da sé.

Inquietans Mutatio

Inquietante sfrucugliamento del dolore. Fra i vari mutanti questa bimba colpisce particolarmente, perché? Quale archetipo evoca?

Italiani Bamboccioni
Esempio di mutantropia inversa. Pure questo ci capita negli anni '10 del XXI° secolo, o popolo che meritava ben altri destini! E noi sappiamo bene quanti ne vorrebbero sfuggire, ma nel frattempo sono costretti a... "fuori le mani"!

Perniciosa Vanitas
Autolesionismo mutantropico. Al contrario di quello degenerativo, rinforza colui che lo vive nei suoi valori sociali. Ma quale necessità di tutto questo strazio? condivisibile? Fino a un certo punto...

Homo Foeminae Simia
Questa donna è passata da scimmie che la trattavano in modo umano a uomini che l'han rinchiusa come una bestia in un bordello. Esperienza sinestetica estrema. Ma ogni vita dovrebbe essere un'esperienza sinestetica estrema, perché purtroppo parte della sinestesia del vivere è il passaggio nei regni dolenti.

Desiderata Mutantropia
Modello mutantropico rifiutato. Una donna rotondetta è un mutante? Per certa estetica dominante sì: la cicciottella deve farsi magra secondo modelli ben capillarmente indotti. Ma questa ragazza non ci sta. La mutantropia è tale solo se si condivide il sistema di valori, perché laddove questi vengono assunti senza condivisione si fa un atto osnoblotico, radice del conformismo. Lei decide il cambiamento secondo il proprio sistema di valori e compie quindi un gesto mutantropico evolutivo. O così sarebbe se esso fosse scevro da egonanismo, e le foto sono piuttosto eloquenti in merito. Ma quanta simpatica autoironia!

15 ottobre 2012

Apateporia della Settimana: lo spirito di Steve Jobs non ci ama


Tutti abbiamo avuto l'amico pirla che indossava una maglietta da pirla del tenore Steve Jobs for President, o almeno conoscevamo chi l'avrebbe condivisa. Persone per le quali il fondatore di Apple non era un imprenditore qualsiasi, cioè uno interessato (solo) a fare profitti vendendo a caro prezzo ammennicoli tecnologici, che certo funzionavano meglio dei Windows, ma sai che vanto (cosa poteva mai funzionare peggio?). No. I suoi prodotti erano capolavori assoluti d'estetica, utilità e avanguardia, un uomo simile non poteva che volere il bene del mondo. Un benefattore dell'umanità, quindi, un filantropo benché imprenditore, incredibilmente in grado di conciliare la cosa con l'altruismo più progressista e disinteressato. Insomma un mito.

Secondo loro Steve Jobs e la Apple non sbagliano: indicano il futuro facendo già da oggi, coi loro prodotti, il bene dell'umanità, anzi, è impossibile che ne vogliano il male. Ciò ha risparmiato a costoro (che fortuna!) eventuali apateporie sulle condizioni dei vari lavoratori Apple o dell'indotto, più tutta una serie di cadute di stile che il signore di cui sopra poteva francamente risparmiarci. Ma, almeno secondo la nostra testimonianza oculare, non s'è trattato di osnoblosi - perlomeno non nella norma - bensì di semplice illusione, pia da rasentare il mistico quando non scadere nel patetico. Capita, quando si nega l'umanità di qualcuno.

Non escludiamo che probabilmente alcuni di loro possano aver avuto un'apateporia diretta, sulla propria pelle, la mattina del 29 settembre: file senza precedenti per l'ultimo ammennicolo di Cupertino.

Dovremmo già tutti sapere a che disastri porta una delle pratiche più perverse e autolesioniste dell'umanità, il conformismo. Ciò che è forse meno chiaro sono le dinamiche che ad esso conducono: scarsa autostima, senso di inadeguatezza, debolezza intrinseca o semplice stupidità unita alla deprecabile tendenza alla deresponsabilizzazione?

Com'è, come non è, l'essere stati in quella fila non ha portato vantaggio alcuno a nessuno, se non il mero riconoscimento sociale di autoazzeramento per uniformità al gruppo, ovvero cieca adesione al mito. Un valore evidentemente altissimo per chi, credendosi Mutantropo (del 2° tipo, o mediocre) nel suo nome, non solo ha perso una notte di sonno, ma l'ha anche pagato più che altrovunque in Europa! e non per italica tassazione malandrina, ma per PRECISA STRATEGIA COMMERCIALE APPLE.

Ora queste persone hanno vissuto la sinesteticissima esperienza dell'azienda-incarnazione del Mito che non persegue il loro bene. Alcune se lo giustificheranno con la prematura scomparsa del summenzionato, altre saranno così ottuse o anestetizzate da non voler comunque vedere, altre ancora diverranno osnoblotiche, della fattispecie "da cuore infranto". E... quante avranno veramente aperto gli occhi?

Il saperlo potrebbe suggerire l'idea di un'eventuale Sinestesopera. ;)

3 settembre 2012

Rassegna Stampa Mutantropologica II

La Nuova Arte da Strada è Pitturare i Cassonetti - Non tutte le e esperienze sensoriali sono piacevoli e il fetore dell'immondizia ne è uno degli esempi più illuminanti. Simpaticamente il sindaco di Genova ha deciso di inserire tale esperienza sensoriale in una sinestetica: non farà meno schifo ma almeno è più tollerabile. Si rischia la sinestesi perchè sono molteplici gli artisti coinvolti, e abbiamo addirittura avuto il piacere di scorgere qualche archetipo.

5 Belle Addormentate al Museo Sposeranno chi le Sveglia con un Bacio - Esperimento sinesteticamente interessante, ma molto dubbio dal punto di vista etico. Si evoca l'archetipo della donna addormentata, gli occhi chiusi della non coscienza, e si affida il risveglio della stessa a una scossa puramente sensuale, fisica. Che sappiamo tutti avere l'indiscusso valore che ha, ma è sufficiente per legare a vita? Troviamo quindi ingiusto e odioso il ricatto dell'obbligo al matrimonio in caso di risveglio, un bieco escamòtage per fare notizia.

Mutantropia raccapricciante: Krokodil, la nuova droga killer
- Riguardo alla droga abbiamo già parlato di quanto la ricerca d'estasi provochi, in colui che vuole essere mutantropo, stati di autolesionismo degenerativo. Ma come può sentirsi un essere umano, che esperienza sinestetica dà guardare mentre segano la tibia che esce a mo' di moncherino sotto il proprio ginocchio? Etica è anche rispetto minimo di sè stessi.


Come Nasce un Meme: L'Ecce Homo Sfigurato che Diventa Tormentone
- Esempi di mutantropia figurativa clicca qui.


Cortocircuito osnoblotico: Il Lottatore di Sumo di Sirmione
- Siamo sinceramente commossi dalle parole del sindaco di Sirmione che, intervistato al TG3 sulla scabrosa notizia, dichiara che l'arte deve produrre coscienza. 
E ci felicitiamo che il suddetto cerchi di promuovere arte di tipo sinestetico
Ma non possiamo non chiederci che razza di coscienza crede di evocare facendo appendere pupazzi per la sua bella città. E' arte questa? O semplice citazione cattelaniana, tanto realistica quanto insignificante?
Eppure ci è riuscito, quasi inconsapevolmente, oltre che malgré lui même. Infatti, se la sinestesia produce coscienza, risulta notevole l'indignazione dei professionisti giapponesi. Ma attenti all'ipocrisia! in fondo oggi in Giappone il sumo conosce una crisi paragonabile a quella del calcio in Italia. 
Quindi ci chiediamo ancora: come reagirebbe un gruppo di italiani davanti a un pupazzo di Totti appeso ad Osaka? Si indignerebbe o si specchierebbe nelle proprie apateporie?

E' arrivato il tatuaggio anale
- Voragine di egonanismo, iconografia e sensazione, intimità artificata, quindi socializzata e poi mass mediatizzata. Veramente, a ognuno il suo mutantropo! 


Bentornati dalle vacanze!!!!! :D

26 luglio 2012

Vacanze

Il gruppo dei TechoSinestesici se ne va in vacanza per un po', ma se avete domande o volete scriverci uno di noi in giro pronto a rispondervi ci sarà sempre.

Passate una bella estate essendo il mutantropo che desiderate essere, buon divertimento a tutti!

:D Gruppo SinesThesys


15 luglio 2012

Sinestesia Musicale

Simpatico esempio di serata sinestetica in ambito scientifico. L'informazione data, cioè la musica, crea schemi neuronali comuni nei quali si innestano potenzialità sinestesiche.

Questo video dimostra che, come i simboli, anche la musica è in grado di essere intuita a tutti i livelli immediatamente.

Technesya Channel

8 luglio 2012

Apateporia della Settimana: Ops! Formigoni non è vergine

Nella sua più recente comunicazione, Beppe Grillo ha adombrato un'ipotesi inquietante: Roberto Formigoni non sarebbe vergine, come invece ha più volte dichiarato, anzi avrebbe perso la verginità in modo singolarmente cruento. Si consoli, se possibile, purtroppo pare che non sia il solo.

Inquietante non si sa bene per chi, dal momento che lo sapevamo già tutti (
se mai ci fosse interessato) tranne forse quelli che lo votano. Probabilmente questo suo stato ha rappresentato un discrimine che l'ha reso degno agli occhi dei suoi elettori i quali, di fronte a una tale apateporia (laddove confermato il fatto), se corenti da oggi in poi non dovrebbero votarlo più. Evidentemente non sono bastati:
- Strani casi di inquinamento in Lombardia fra cui la discarica di Cerro Maggiore, da cui ne è uscito pulito fino a un certo punto.
- L'ineleggibilità per un IV mandato ignorata clamorosamente.
- L'aver falsificato firme per permettere alla ruffiana del presidente del consiglio di entrare nel consiglio regionale.
- Inchiesta P3 come ciliegina nel kirsch.
- I viaggi pagati e l'inchiesta sulla sanità con tanto di distrazione di fondi fantamiliardari, pagamenti illeciti e chi più ne ha più ne metta.
- La giunta più dimissionaria e corrotta, su uno dei consigli regionali più indagati del dopoguerra.
- La costruzione di quel mostro archifaraonico di Palazzo Lombardia, aggravato dalla distruzione del bosco di Gioia.

Ci permetteremmo di consigliare all'uomo Roberto Formigoni un atto mutantropico evolutivo: dimettersi ed ammettere le proprie responsabilità. Così, un gesto deosnoblotico per mettere a tacere le malelingue e rinforzarsi nel cuore del proprio elettorato certamente deluso e perplesso. 

Laddove lo trovasse difficile, lo pregheremmo di contattarci. Sarà nostra premura sottoporlo a una sessione di Sinestesi che, ne siamo certi, favorirebbe quel processo mutantrogenico di cui ha tanto bisogno...

2 luglio 2012

Il Vacuum dell'Arte Sinestetica

Oggi diamo una rapida occhiata alle proposte che ci circondano di arte sedicente sinestetica. Vorremmo evidenziarne la pochezza e di innovazione (l'unico fine che sembra avere l'arte oggi) e di capacità di incisione nella società, quando non nell'animo umano. Detto questo, qualcuno potrebbe considerarla buona arte e talvolta non senza ragioni.

La più assurda ci è sembrata la proposta di Mark Barrow, Synaesthesia, debitamente promossa da Zero, galleria e rivista. Vero è che un lavoro su telaio assume un valore simbolico potente, se non altro per le metafore evocabili nel vissuto di ognuno. A parer nostro bellissime l'idea e la realizzazione, allestimento compreso, davvero suggestivo nell'isolare le opere in un vuoto, un vacuum (anche semiotico) appunto.  
Il punto è che o qualunque forma d'arte può dirsi/definirsi sinestetica, oppure dobbiamo tornare alla definizione originale di sinestetica come esperienza possibile dall'arte multimediale. Come sembra evidente, oltre che logico, solo l'arte che trasmette su più canali / a più sensi, laddove avesse tali fini, può definirsi sinestetica. Le belle opere di Barrow, con tutto il bene che se ne può dire (o meno), sono impietosamente monosensoriali.

Più audace (e a fuoco in questo senso) ci è sembrato Michael Heizer che, con la sua costosa e inquietante installazione Levitated Mass, ha creato un'opera veramente in grado di evocare altri sensi, oltre a quello visivo che in foto appare essere l'unico. Soprattutto il senso di oppressione, il brivido che dà passare sotto 340 tonnellate di roccia sospese da mura di cemento che in quel momento ti auguri fatte a regola d'arte.
Certo, non è Sinestesi: manca la collaborazione fra più artisti. Nondimeno viene evocato uno dei simboli più longevi e potenti d'ogni civiltà umana, quindi un vero archetipo: la massa di roccia, di materia, la montagna. Eppure... di che montagna si tratta, di quella del viaggio? di quella dell'elevazione? No, di quella che potrebbe schiacciarti e ucciderti.
Nei nostri post abbiamo riassunto schematicamente le principali paure in Atiqiofobie e Apatepofobie. Il loro evocarle come unico fine comunicativo dell'opera, o suo principale, abbiam detto essere tipico dell'artigianato a fini osnoblotici. Ne segue che forse l'archetipo evocato dal sassòne richiama solo la massività dell'ego dell'artista, il quale davvero lo ha rappresentato per discutibili fini.
 
Una interessante coincidenza, secondo il nostro modestissimo ma autorevole parere ;), c'è stata con Wave of Matter di Tommi Grönlund e Petteri Nisunen, inconsapevoli (a quanto ci risulta) ricercatori di Sinestesi nella loro poetica. E' arte multimediale, suono e movimento, e magari leggero spostamento d'aria se fruita da molto vicino. L'ego se lo palleggiano due artisti, i quali evocano un archetipo connesso alla simbologia dell'acqua, del suo moto e in qualche modo del mare primordiale.
Eppure secondo noi non è una sinestesopera, nemmeno inconsapevole, per quanto avendone i crismi non escludiamo che possa produrre effetti sinestesici. Nell'allestimento visibile sembra più un giocattolo, un accrocchio meccanico finalizzato a sorprendere per il modo in cui raggiunge l'effetto e a deliziare/ipnotizzare con l'ascolto di quest'ultimo. Non si capisce se è mancata la comprensione profonda dell'archetipo oppure se è solo colpa del modo di fruizione proposto. Che a sua volta non si capisce se allestito da un incaricato non culturalmente adatto allo scopo o subdolamente finalizzato a non far passare sensi e significati "scomodi" dell'opera (la buona vecchia Osnoblosi). 

Proviamo a immaginarcela in un luogo simbolico e le sue possibilità significanti aumentano fino al capogiro.

E quindi?
Eh, petita non richiesta, escusatio manifesta ;D

28 giugno 2012

FIAT: un preoccupante caso di Osnoblosi compulsiva

Per rassicurare chi ci segue, chiariamo che nessuno intende sostenere che al mondo esista un mercato gestito da santi al quale qualcuno dovrebbe adeguarsi, men che meno nel settore automobilistico. La domanda che ci facciamo è più profonda ed inquietante: se il mercato dell'auto è così difficile per tutti, perché mai la comunicazione della Fiat dev'essere sempre e sistematicamente osnoblotica? Perché qualunque altra azienda, ovviamente straniera, sembra più etica? L'Italia, paese che ha sempre finanziato di tasca propria l'inettitudine storica dei manager della casa torinese, non meriterebbe un trattamento più rispettoso?
Solo qualche piccolo esempio per riflettere:


1) Nel 2010 c'è stata la campagna pubblicitaria "compri oggi, paghi nel 2012". Era vero, peccato però che la rata da affrontare risultasse raddoppiata! Persino i concessionari ne erano imbarazzati.


2) Nel 2011 c'è stata la mancata assunzione dei tesserati FIOM a Pomigliano, in seguito giustificata con un'incredibile faccia di bronzo da Paolo Rebaudengo, responsabile relazioni industriali Fiat. Guardate quest'interessantissima inchiesta: dal 23° minuto avrete la perfetta percezione di una delle più straordinarie posizioni (e facce) osnoblotiche nazionali di sempre.


3) Nel 2012 una nuova campagna pubblicitaria ingannevole: paghi la benzina 1 euro al litro ma, informazione non inferibile dai normali comunicati pubblicitari, la quantità prevista non consentirebbe nemmeno un risparmio pari al normale sconto che si otterrebbe pagando subito un'automobile nuova in contanti. Quella che i romani chiamano sola, e i giovani un'offerta-pacco.


4) Notizia di questi giorni è la sentenza che la obbliga al riassorbimento nell'organico dei tesserati FIOM di cui sopra


Davanti a una tale sequela di figure di palta e imbarazzanti smascheramenti apateporici, c'è davvero da chiedersi il perchè. E' davvero necessario che Fiat si basi su una comunicazione osnoblotica senza eccezioni? Come fanno a sopravvivere Renault e Volkswagen? E, al di là di questioni di immagine e marketing (sappiamo quanto dura la memoria degli italiani: fino alla prossima campagna promozionale), davvero si possono sottovalutare implicazioni karmiche? Cioè la vetusta casa torinese è proprio sicura che un domani non dovrà pagare, in modi che oggi non vede, la sua assoluta mancanza di etica?


Al sior Marchionne l'ardua sentenza!

18 giugno 2012

Rassegna Stampa Mutantropologica I

I RADICALI PIANTANO MARIJUANA ALLA CAMERA:
Il karma derivato dall'osnoblosi storica di aver estirpato una coltura plurimillenaria per un favore commerciale nei confronti del cotone USA e il suo mercato si sta ritorcendo contro i potenti di Italia. E' comunque scandaloso che si debba importare dall'Olanda.
 
EX CAMPIONESSA INDIANA DI ATLETICA ACCUSATA DI ESSERE UN UOMO E DI STUPRO DALLA CONVIVENTE:
Della serie: i disastri dell'egonanismo. Per carità, nessuno vuole negare il disagio del vivere una sessualità diversa da quella del proprio corpo, ma lo stupro proprio no. E nemmeno il ricatto! Riuscirà la giustizia a svelar l'egonanista?

IL SESSO (E L'AMORE) AI TEMPI DELLE ESCORT. CHE COSA CERCANO UOMINI E DONNE?
Torna la trimurti sesso denaro potere. Ci si fa domande su ovvietà quando il fenomeno è lapalissiano. Con la prostituzione non ci si mette in discussione e si attiva la zona mesolimbica stimolata dai 3 schemi neuronali di cui abbiamo già parlato in Doppia Sincronicità e precedentemente ne La Dinamica Mutantroposnoblotica. Il non mettersi in discussione è comunque de facto una dinamica autosnoblotica e/o anestetica.

MIAMI: NUOVA DROGA PROVOCA ISTINTI AL CANNIBALISMO. ALLARME NEGLI USA PER GLI EFFETTI COLLATERALI DI «SETTIMO CIELO» UNA NUOVA DROGA SINTETICA:
Quando la mutantropia sfugge di mano non è mai un buon segno. Gli archetipi evocati, fra l'altro, parlano da soli.


AUTORITARISMO INGLESE: IL GRANDE FRATELLO REGNA IN INGHILTERRA:
Il bello dei governanti inglesi è che, nella loro per noi incredibile rozzezza, sono chiari e diretti nelle intenzioni. Ovviamente nessuno augura loro il successo.

OSNOBLOSI ITALIANA: LA LEGGE-BAVAGLIO CONTRO WIKIPEDIA:
Diteci voi se c'è qualcosa di più osnoblotico del favorire il fatto che una falsità prenda il posto di una verità. E nell'enciclopedia più importante della rete, per giunta!

ARTE DI STRADA: LE CABINE DI LONDRA AIUTANO I BIMBI:
Il mondo di oggi cerca l'esperienza sinestetica per far passare dei valori. I codici di cui si serve questa installazione sono 3: vivere insolitamente la tua città, avere l'esperienza dell'arte e la consapevolezza emotiva del gesto. Buono il tentativo perchè dimostra che la proposta culturale di oggi è finalizzata al fruitore di un'arte sinestetica. Noi vorremmo anche fosse sinestesica.



14 giugno 2012

Apateporia della Settimana: Anche gli Eroi lo prendono nel...

Questa notizia: Lanterna Verde è Gay, ci interessa da 3 punti di vista.

- Quello mutantropico, perchè quando non sono mutanti i supereroi sono mutantropi per eccellenza, oscillando fra egotici ed eumutantropi; 
- quello apateporico, in cui crolla il mito del super-maschio già in precedenza adombrato dal sospetto della scandalosa coppia BatMan e Robin (fargli fare outing avrebbe avuto più senso e giustizia); 
- ma soprattutto da quello osnoblotico, perché tutti, anche quelli della DC Comics, sanno che Lanterna Verde non è gay. 

Questi signori però sanno anche che, trattandosi di un personaggio di mezza tacca, la sua fortuna commerciale (grazie anche al criticatissimo film) era destinata a svanire. Così hanno deciso di penetrare il corposo mercato gay per provare a dargli nuova popolarità.

Photobucket

10 giugno 2012

Vacuum del TG

Ultimamente il TG2 si sta rivelando la vera coscienza critica della nazione.

L'edizione delle 13 del 7 giugno ha infatti pensato bene di dar voce per un minuto e mezzo al "cantante" Max Pezzali, attempato signore famoso per aver militato nel gruppo giovanilista degli 883 e averci campato sopra per più di 2 decenni.

L'occasione per parlare di lui è stata appunto la celebrazione dell'imprescindibile successo interplanetario "Hanno Ucciso l'Uomo Ragno", da lui stesso riconosciuto nell'intervista come singolare monumento al vacuum, oggi riciclato in chiave rap grazie a un altro vecchio e invendibile arnese come J-Ax. Come mai questa notizia è osnoblotoca a più dimensioni? Non solo perchè vengono usati capitali per piegare il servizio pubblico nel tentativo di riciclare due attempati ex rappresentanti della gioventù italica, ma anche per l'intento di ricreare lo stesso monumento al vuoto che il signore in questione ha sempre rappresentato.
In un periodo di instabilità e crisi, cosa c'è di meglio che riproporre un entertainement senza alcun contenuto, nemmeno se analizzato con la lente di ingrandimento? Tra l'altro in uno stile, il rap appunto, nato come musica ribelle ma assolutamente assorbito e normalizzato dal sistema già ai tempi della canzone di cui sopra?

Per rispondere a queste angoscianti domande affidiamoci alla profonda saggezza dell'attempato signore che, non essendo evidentemente in grado di spedire un'e-mail, crede che gli aereoplani abbiano dato all'uomo più libertà di internet. Punto di vista degno di suo nonno.

Tanto chi è veramente dotato di talento può attendere....

8 giugno 2012

Apateporia della Settimana: La Debacle del Calcio Italiano

Il 2 giugno 2012 l'italia perde vergognosamente 3-0 in casa contro la Russia.
Nel periodo in cui è evidente a tutti che la corruzione nel calcio italiano è un fenomeno ormai endemico e capillare, si capisce anche che Prandelli non ha fatto un cazzo.

4 giugno 2012

FaceBook Follia

Il 24 Maggio 2012 crollano le azioni di Facebook e ad oggi non hanno ancora smesso. 
Smascheramento sconcertante collettivo: com'è possibile? Non stiamo parlando del più importante dei social network, creatore del sistema di comunicazione oggi usato da tutti?

Notizia nella notizia (clicca qui): un bambino di 11 anni perde 10.000 $. 
Al di là di considerazioni sul buongusto dell'evento in sè, cos'è davvero successo?
Il bambino ha fatto un gesto non da bambino, cioè un gesto mutantropico: è cambiato x ottenere un vantaggio.


Il cambiamento può essere considerato di tipo conformista sia se consigliato dai genitori, sia se si tratta di un enfant prodige plagiato dai tipici valori imprenditoriali speculativi. 


Nel primo caso, conformismo indotto dalla famiglia, quindi presumibilmente ottenuto "per amore", il ragazzino è stato un mutantropo mediocre o grigio; nel secondo invece c'è stata una componente egotica, diciamo non ancora egonanista (è un ragazzino), a configurarlo come mutantropo osnoblotico e particolarmente borghese.
 

Cosa poteva saperne lui delle speculazioni e delle ripicche internazionali, i giochi del grande mercato, nemici di un nome così immenso, indiscutibile, mitico come quello di Zuckenberg e Facebook?

L'apateporia dev'essere stata comunque dolorosa, vista anche la tenera età. Come potrebbe reagire il nostro ragazzino? Facciamo 3 ipotesi:


1) Immobilista: il giovane speculatore scatena i suoi avvocati. Cio che gli è successso è sbagliato per principio, lui è nel giusto. Controlla l'ambiente, potenzialmente, ma non necessariamente, fino all'osnoblosi.


2) Autolesionista: la delusione è tale che lo scaraventa nella depressione, nella mancanza di fiducia, nei loop mentali negativi. Periodo che se non passa può arrivare anche a gravi conseguenze.


3) Mutantropo: il giovane si mette in discussione e cambia. Presumibilmente i social network e le pratiche speculative perderanno di importanza ai suoi occhi. Matura mettendo in discussione il suo sistema di valori.


Va da sé che quest'ultima per noi è la scelta migliore e la chiamiamo ipotesi mutantrogenica


Ciò che vorremmo aggiungere è che tramite la Sinestesi non solo si favorisce un approccio di quest'ultimo tipo, ma che anche negli altri due casi si può promuovere un cambiamento. Nel primo caso portando il soggetto a confrontarsi con cause invisibili o trascurate, insomma con l'ambiente, fino ad osservare oggettivamente le proprie pratiche di controllo in senso etico. Nel secondo caso è il confronto col mistero più profondo del nostro essere che contribuisce a ridimensionare la visione egotico-perdente, spesso alla base di atteggiamenti depressivi.

Vi annunciamo che dal prossimo post inauguriamo la simpatica rubrica: "L'Apateporia della Settimana". 


E speriamo di riuscire a farci 4 risate tutti quanti insieme! 

Hehehheheehee

28 maggio 2012

Etica e Senso Religioso

Come promesso, abbiamo deciso di interrompere il filo delle nostre "elucubrazioni" per confrontarci più direttamente con le grandi e piccole osnobloticità che ci circondano. Ma un ultimo argomento ci rimane a cuore.

Di etiche, scuole, religioni e accademie ne esistono molte, ma oggi al concetto di etica si attribuiscono qualità che esso non possiede per sua stessa definizione.

Il senso religioso, presente nell’uomo fin da quando ha iniziato a comprendere i meccanismi dell’Universo, nasce laddove un mistero (qualcosa di inconoscibile e “impossibile”) accade nonostante le umane certezze. Un senso di stupore di fronte all’idea di spazio e infinito che viene fatto balenare fra ciò che noi crediamo possibile e ciò che invece lo è realmente. La differenza sostanziale fra un essere umano e l’idea di Dio.
 
Il divino è riconosciuto laddove uno schema inoppugnabile si manifesta e le molteplici domande che questo fa nascere nell’intelletto umano rendono comunque nettamente inferiore il livello delle risposte certe. Quando si parla di Dio nulla è certo. “Dio”, inteso come un’entità superiore che tutto comprende e provvede, non significa necessariamente che da qualche parte ci sia un tizio seduto su una nuvola con un triangolo in testa. Idea semplicistica e del tutto fuorviante.

 
Dio è al disopra del bene e del male, Dio è tutto, Dio è il tutto, Dio siamo noi. E noi, esseri coscienti e liberi di vivere seguendo i precetti del nostro libero arbitrio personale, abbiamo la possibilità di scegliere quale posizione assumere nel mondo e di quale meccanismo fare parte. Ci si potrà accontentare di molte cose oppure non trovare mai requie, perchè in realtà non esiste una regola precisa nelle manifestazioni dell’atto sincronico con cui il “divino” si rivela e il momento in cui ci rendiamo conto della necessità di un preciso cambiamento personale. Dipende dallo stato di coscienza.

  
Più è cristallino lo stato di coscienza individuale (l’essere consapevoli delle connessioni implicite ed esplicite del proprio "Io" con l’ambiente, l’Altro da Sé), maggiore è l’influenza positiva che esercitiamo su di esso ed è in questo modo che si viene a creare il presupposto energetico-sincronico per cui la normale soluzione dei problemi quotidiani risolve nodi ad altri livelli. 

Per questo si parla di etica. Chi non è etico subisce l'Apateporia come momento doloroso, punizione ingiusta e incomprensibile, chi è etico ne trae invece un insegnamento. Nel riconoscere il “Tao” riconosciamo che il mondo intorno a noi è insondabile. L’Altro da Noi si manifesta e, nel movimento del tutto personale che segue, è perfetto. Siamo noi che possiamo decidere se disturbare questo movimento o inserircisi con naturalezza. L’etica interiore di ogni uomo, lo stato di coscienza che ognuno manifesta al proprio grado e alle proprie possibilità, è ciò che istintivamente muove verso alcune scelte di vita piuttosto che altre. 

L’etica personale governa le pulsioni verso cui rivolgiamo il desiderio. Ciò che noi desideriamo, e cerchiamo, produce gli effetti del mondo intorno a noi.
 
In questo contesto il senso religioso è vissuto non tanto come una cieca venerazione verso qualcuno di superiore a cui abbandonare la nostra vita perché “come padre clemente se siamo bravi ci soddisfa”, ma con il senso di rispetto e stima che sorge di fronte al Mistero, per la grande bellezza che deriva dal nostro manifestarci essendone all’altezza: da quanto noi ci aspettiamo e sappiamo di poter ottenere da noi stessi. E in questo processo l’etica è l'unica misura a nostra disposizione per poterlo valutare.


Purtroppo far coincidere al concetto di etica il tedioso criterio del sacrificio, contrapposto al carpe diem moderno, è il più grande errore di valutazione che la investe, un’operazione che ha tutte le caratteristiche dell'osnoblosi. In realtà il sacrifico maggiore che un uomo possa fare è rendersi conto che i propri desideri non sono necessariamente gli unici obiettivi al mondo. A volte è davvero doveroso e necessario rinunciare a qualcosa di esclusivamente personale per condividere, ciò che si potrebbe ottenere solo per sè, con "l'altro da sè".
 
Quello che accade in questo processo è solo lo stato di coscienza a poterlo supportare e questa riflessione si manifesta sul piano delle azioni. Pensiamo all’esempio banale del famigerato bisogno di petrolio che tante guerre politiche, sociali e reali provoca. 


Su questo pianeta stiamo agendo sconsideratamente da più di un secolo e per ognuno di noi è oramai arrivato il momento di sedersi a un tavolino per prendere coscienza del riflesso delle proprie azioni nel mondo: capire cosa davvero riteniamo lecito desiderare. In quest’epoca di grandi incertezze è sempre più chiaro che dobbiamo iniziare ad avere desideri che provochino un minor sfruttamento delle risorse fisiologiche del pianeta e permettano invece una condivisione della ricchezza in modo più equo per tutti gli esseri umani. 
 
L’Arte è la bellezza del Mistero laddove l’uomo non ha parole per descriverlo.  


E noi dimentichiamo spesso che la nostra vita è quotidianamente a contatto con questo Mistero e che questo influisce su di noi in molti modi. 

La Sinestesi diventa l'odierno ed ideale mezzo per raggiungere quello scopo che l’Arte da sempre cerca di dimostrare.

20 maggio 2012

Il Metantropo, o della benvenuta Apateporia

Ma perché usare la Sinestesi per spezzare la dinamica mutantroposnoblotica? Perché mai l'uomo dovrebbe sottoporsi a quest'arte che lo porta a un cambiamento così profondo?

Sì è detto che la suddetta dinamica è tipica di chi fa un percorso egotico, ma possiamo affermare che chi non lo fa sia esente da apateporie più o meno mutantrogeniche? Certo che no, perché nessuno è perfetto ed il cammino dell'uomo tende a procedere per amare esperienze: l'apateporia si presenta laddove il nostro sistema di valori è erroneo, come il fallimento si presenta laddove esso è mal applicato. Ma cosa fa l'uomo che agisce con la propria coscienza e senza perseguire (o almeno non in modo preponderante) un proprio vantaggio egoista, categoria definita Mutantropo Evolutivo o Eumutantropo? Dal momento che non persegue un proprio vantaggio, eviterà di innescare dinamiche osnoblotiche, bensì cercherà di mettersi in discussione e scovare in sé le cause di fallimenti ed apateporie, ovvero residui di egoismo o piccole meschinità connaturate col suo percorso di vita. L'antico testo didattico cinese I Ching definisce quest'operazione "emendare le cose guaste". Essa dà un insegnamento.

Come tutti gli insegnamenti, esso è interiore, cioè concerne lo stato di coscienza. Di questo si rende conto ben presto il mutantropo, attraverso un processo che si definisce apateporia del mutaforma, o del mutaspetto esteriore. Perché si muta la forma o l'aspetto esteriore? La maggior parte dei mutantropi lo fa per moda/conformismo, cioè per provare l'ebbrezza di un aspetto nuovo, i pochi rimanenti si dividono tra chi lo fa per ragioni pratiche, come il portatore di handicap che diviene cyborg, e chi a seguito di un cambiamento di stato di coscienza. Certamente il primo tipo, colui che cambia per noia o per gioco, quando non per amore di sè (egonanismo), è destinato ad incorrere in un'apateporia. Si renderà conto ben presto che il vero cambiamento è quello interiore, così come il vero mutantropo è interiore, e il cambiamento della forma esteriore è essenziale solo se conseguenza di un mutamento di stato di coscienza. Ma non tutti i "mutantropi interiori" sono nel giusto, perché un discorso simile si può fare anche per il mutamente controllore, ovvero osnoblotico, cioè colui che, anziché elevare lo stato di coscienza, potenzia la propria mente per controllare in modo disarmonico ed egotico l'ambiente.

L'apateporia è così benvenuta laddove essa permette un autoesame, ovvero quando il dolore che porta non è tanto insopportabile da dover richiedere pratiche anestetiche e la dinamica con cui essa s'è presentata è comprensibile, cioè interpretabile secondo lo stato di coscienza del soggetto. La presa di coscienza che ne segue sarà alla base del mutamento successivo, che a sua volta se esaminato con occhio sincero potrà apportare ulteriore coscienza.
Dal momento che l'apateporia può originarsi solo in seguito a disarmonia energetica quindi olistica con l'ambiente, cosmo, macrocosmo ed oltre, si può supporre che l'eumutantropo continuerà a mutare fino al raggiungimento di tale armonia. Sì, ma fino a che limite? Cioè, soddisfatti gli irrinunciabili bisogni primari, dove va l'uomo che muta innanzitutto interiormente? Supposto che il perseguimento dei propri egoismi lo degradi a stati subumani e disdicevoli, mentre il conformismo lo parcellizzi rendendolo pura quantità acritica (in modo quindi non meno subumano), a cosa porta il mantenimento costante e cosciente di atteggiamenti non egotici e autonomamente responsabili? O, detto in altri termini, a cosa conduce l'emanazione di Yin e Yang finalizzati a raffinare il Qi personale in armonia con l'ambiente?

Secondo noi l'epoca moderna non ha ancora una risposta a questa domanda. Il massimo ideale umano che riesce a proporre è quello del saggio benestante che muore circondato dai nipoti (ai quali magari lascia non poche sostanze). Bisogna andare indietro, ad epoche che avevano modelli di umanità diversi, capaci di vederla come stadio di un sistema più ampio e complesso.
Secondo le principali dottrine iniziatiche occidentali, ma la cosa curiosamente non cambia mutando epoca, parallelo o meridiano, quindi escluso solo l'occidente moderno, l'uomo può evolvere in due sensi: quello di Uomo Vero (o, secondo la definizione Sufi, al-Insan al-Qadim) e quello di Uomo Universale (Al-Insan al-Kamil). Il primo evolve in tutte le sue possibilità, tutte le potenzialità di questa sua forma. Il suo percorso è lungo l'asse orizzontale, sviluppando al massimo i talenti (secondo un linguaggio evangelico) del suo stato presente. Secondo noi chi si trova su questa strada può essere propriamente definito Eumutantropo, cioè finalizzato all'evoluzione della sua presenza nel mondo positiva e armonica. L'Alchimia classica lo definirebbe Iniziato ai Piccoli Misteri, o Arte Regale.

L'Uomo Universale invece, forse più un modello, un asintoto, che un vero essere umano, è colui che cerca di trascendere il proprio stato, ovviamente per stati superiori (su quelli inferiori s'è trattato già abbastanza). 
È l'Eumutantropo che, raggiunto il (suo) Centro, si muove sull'asse verticale, per un'ascesa finalizzata ad una dimensione altra. Sarà definito quindi Metantropo, un essere oltre l'uomo, alchemicamente un iniziato ai Grandi Misteri, o Arte Sacerdotale. Chiaramente la definizione di questa figura è compendio e limite epistemologico di tutta la Mutantropologia, che oltre non va.

Lungi da noi affermare che la Sinestesi porti ipso facto alla creazione di Metantropi o anche solo di Eumutantropi, sarebbe un'arrogante follia. Nondimeno essa smuove dinamiche apparentemente eterne, creando un'arte che si fa "ancella dell'Anima" quando è in grado di farla entrare in risonanza non già, come fa quella osnoblotica di oggi, con piaceri immediati e sensazioni forti, bensì con le ragioni più profonde della sua esistenza, con le domande eterne che si porta dentro. Quando non solo e non tanto accelera il processo apateporico smascherando le illusioni in cui vive l'uomo, ignobilmente imposte (osnoblosi) o vigliaccamente adottate (anestesia), ma arriva a prefigurare percorsi d'uscita e soluzioni già previste nella stessa costituzione animica, cioè nel suo scopo, stimolandola ad adottarle per presa di coscienza. Insomma non garantisce sul buon esito, ma almeno adotta un buon metodo, mette su una buona strada.

Poi, lo ripetiamo: ad ognuno la scelta del proprio mutantropo interiore!