18 marzo 2016

Lo Schifo dei Sedicenti Talent


Buongiorno a tutti, è un po' che non ci si sente, eh? Beh, prendetelo come buon segno, ovvero del fatto che siamo impegnati su altri, troppi fronti. Non ultimo dei quali la proverbiale Sinestesopera che, a questi ritmi, prevediamo pronta il 3 settembre. Sì... 2025! ;(

Ora... certamente per voi non è un segreto la nostra viscerale avversione nei confronti dei sedicenti talent show, infatti più volte ci siamo lasciati andare a dichiarazioni poco lusinghiere nei confronti degli inguardabili Amici di Maria de Filippi (horreur!) o di quell'epitome di vergogna che è stato X Factor, con o senza il minus cogitans Morgan, ma mai fino ad ora abbiamo cercato di teorizzarne le ragioni. In ogni caso, l'ASSOLUTA ASSENZA del sia pur MINIMO talento emerso dalle ormai numerose edizioni (loro e dei vari Voice of Italy, Italy's Got [soi-disant] Talent e spazzatura simile) parla per noi. Eppure ieri sera ci siamo riuniti gli ormai 4 gatti che siamo ;) per lavorare sulla Sinestesopera - nella speranza di poterla vedere almeno entro il 2022 - e invece, un po' per cialtronaggine ma soprattutto per stanchezza, la serata è finita in cazzeggio.

Prima alcuni di noi avevano visto Diego Abatantuono da Mentana pubblicizzare il "suo" talent, Eccezionale Veramente, forse il programma più pubblicizzato da La7 nelle ultime settimane. Al che ci siamo chiesti il perché del bisogno di così tanta pubblicità, è veramente così brutto da non avere audience? E abbiamo finito per vederne 1/4 d'ora circa, poi umanamente non ce l'abbiamo più fatta. Niente da fare, è un talent, fa veramente schifo per natura intrinseca. Ma perché? Proviamo a dirlo.

Ovviamente ciò che maggiormente irrita è la giuria. Per ora non vi diciamo esattamente perché, anche se poi col progredire del nostro discorso sarà lampante. In questa, al solito (e qui veramente non sappiamo scorgerne le ragioni recondite) c'è una donna senz'arte né parte, in questo caso la nullità riempita d'arroganza Selvaggia Lucarelli, persona che necessiterebbe di una squadra di autori ogni volta che ha l'intenzione di proferir parola. Poi c'è il "giovane di belle speranze" Paolo Ruffini, che tanto giovane non è e che tra l'altro girano voci che nella vita abbia goduto di un numero tale di raccomandazioni da poter riassumere almeno metà dei cassintegrati FIAT (non ce ne voglia l'interessato, relata referimus ;) e che in più di un atteggiamento, oltre che dalla capigliatura, somiglia al da noi certo non amato Morgan, fortunatamente con molta meno boria, cosa che perlomeno non ce lo rende inviso.

Ma soprattutto c'erano loro, due decani della comicità italiana: Renato Pozzetto, sorta di mito, ex superstar del cabaret milanese dei bei tempi, e lui, re Diego Abatantuono, un attore monstre del cinema italiano, oltre che comico-simbolo degli anni 80. Ed è su loro due che ci vogliamo focalizzare, cioè sull'ipocrisia del modello mutantropico artistico che propongono. Perché lo show, alla fine, è sempre quello: arriva un artista più o meno imbarazzato/emozionato (questi sono così stupidi da crederci davvero), o una coppia o un piccolo gruppo, fanno la loro performance di 3 minuti, alcuni membri della giuria sembrano apprezzare, altri un po' meno, poi c'è il voto.

Ecco, è lì che la farsa leva la maschera, il famigerato voto. Perché qui la sig.na vuoto pneumatico cerebrale Lucarelli e i suoi 3 compari che almeno a un certo mondo dello spettacolo, quindi in senso lato della cultura, sono appartenuti, devono fingere di essere dei critici consumati ed esperti e giustificare i loro pareri con categorie che il più delle volte sono ingenue o pretenziose, o almeno arbitrarie da lasciare perplessi. E quali volete che siano? "L'artista è preparato" e/o "completo", quando non "i tempi comici sono corretti", piuttosto che "le battute sono attuali / rispecchiano i tempi". Fatecelo dire, CHE INCREDIBILI IDIOZIE! Incredibili ma necessarie: il voto di una sedicente giuria non può che essere accademico, scolastico, se vuole spacciarsi per oggettivo. Già, peccato che però non tenga conto di un elemento FONDAMENTALE dell'atto artistico, da noi evidenziato nel post Etica ed Estetica: l'arte è veramente arte, la cultura è veramente cultura, se in qualche modo è mutantrogenica, cioè rinnova le sue forme. Se no è ripetizione accademica, virtuosa quanto si vuole, ma la forma viene sostituita dalla formula, l'arte dall'artigianato, per quanto di lusso o d'eccellente fattura. L'artista così viene svilito e il burattino performante premiato.

Insomma cos'è che rese così grandi Cochi e Renato alla fine degli anni 60, tanto da essere sostenuti e spinti da quell'altro genio pazzo e alieno che fu Jannacci? Appunto l'essere alieni a tutto quanto visto sino ad allora! Sconclusionati, pasticcioni, il termine "surreali" che veramente toccava vertici di eufemismo. Nello specifico lui, Pozzetto, grasso, grosso e imbranato, col suo eloquio assolutamente sbagliato - con pause, dimenticanze, ripetizioni di "cioè" e infiniti "praticameeente" - aveva spezzato, contraddetto e rivoluzionato ogni concetto fino ad allora condiviso di tempo scenico! Il loro successo durò quasi 10 anni, una cosa fino ad allora veramente eccezionale, perché una volta - al contrario di oggi - esistevano le "scene", che però venivano a noia e/o sostituite da altre scene ogni 3-4 anni. E la generazione di comici che alla fine degli anni 70 li sostituì, i vari Teocoli e Boldi, sempre sostenuta dal Derby e Jannacci, aprirono la strada alla grande comicità degli anni 80 rappresentata in televisione dal mitico Drive In e al cinema da geni stralunati come, per l'appunto, il terrunciello Diego Abatantuono. Anche lui tanto trash da essere rivoluzionario: sboccato, sopra le righe, dialettale in modo tanto demenziale quanto a tratti inintelligibile. Il re della degenerazione ignorante e buzzurra che l'Italia si portava dietro da un dopoguerra ancora non superato, autore di canti esilaranti e stonati (celebre "io rinascerò purciello migratore") o di slogan di certo non politically correct ("viuleeeeenza"!).

Ecco, speriamo che la nostra posizione sia chiara. Se Pozzetto e Abatantuono ai loro tempi avessero partecipato a un talent sarebbero stati bocciati. Quindi, campioni di ipocrisia, oggi sostengono una formula che loro non avrebbero potuto che disprezzare. Perché una sedicente giuria deve giudicare per criteri oggettivi condivisi e questi, fatto salvo il caso di vere intelligenze critiche (ma allora non avrebbero chiamato miss vuoto pneumatico Lucarelli), non possono che essere basati sul passato. Le peculiarità, le innovazioni, potendo incontrare solo occasionalmente il gusto personale, non possono vincere o emergere. Inoltre così si fa un favore alla più bieca industria culturale, che è favorita nel sostituire all'arte l'entertainment, operazione da noi in più occasioni bollata come osnoblotica.

Ma perché una volta non esistevano i talent? E come hanno fatto Pozzetto e Abatantuono a farcela, a innovare così tanto le formule della comicità? Perché c'era una giuria vera: la gente. Che forse sì, era ignorante e poco preparata, ma nel grande numero poteva fare massa critica nel premiare peculiarità e innovazione. Questo per dire, carissimi, che se la televisione fa schifo, se i talent fanno schifo, se quindi a causa loro non emergono talenti nuovi, la colpa è soprattutto nostra in quanto spettatori. Spegnamo la televisione e andiamo a teatro o al cabaret! Spegnamo la tecnologia spersonalizzante e riaccendiamo i cuori. Se no siamo destinati a dare a Morgan, Elio ed altri la colpa del nostro degrado.