27 novembre 2013

Due Approssimazioni alla Sinestesi


Non senza una piccola nota di orgoglio, vorremmo qui descrivere due mostre ora in corso che presentano diversi punti di contatto con la nostra poetica. Certo non sono - non possono essere - ancora Sinestesi, ma ci rinforzano nella convinzione che l'arte contemporanea stia dirigendosi vieppiù verso forme di installazione multisensoriale che però, al contrario degli esperimenti un po' fine a se stessi del quarantennio 1960-2000, portino i fruitori non solo nel regno della sorpresa e dell'imprevisto, quando non della paura o dell'emotività becera, ma anche in quello della trascendenza verso mondi se non proprio alti, almeno archetipicamente... altri ;)

La prima e forse più simpatica di queste è Le Surréalisme et l'Objet, presso il Centre Georges Pompidou di Parigi. Allestita come una sorta di camminata onirica nei mondi paralleli vagheggiati dai grandi maestri del surrealismo negli anni 20 e 30 del '900 (Breton, Dalì, De Chirico, Duchamp ecc), grazie alla forza delle opere e alla sinestesica varietà di artisti e relativi approcci, essa è veramente in grado di produrre come un senso di straniamento nel visitatore.

Opere certo oniriche, ma spesso anche spaventose o ironiche o talvolta addirittura, finalmente, archetipiche. Il sesso che si scompone in elementi centrifughi, le prospettive che riflettono solitudini e angosce, oggetti comuni che interrogano sul senso del quotidiano, oppure mostruosità mutanti ed enigmatiche, contaminazioni impreviste ed inquietanti. L'oggetto diventa così simbolo di un'alterità perversa e quasi ostile, una sfida della creatura nei confronti del creatore: noi. Piccoli Luciferi ribelli contro il proprio demiurgo, essi ci impongono di rendere conto delle nostre invenzioni, del nostro senso estetico, delle nostre necessità di utilizzo. Divengono insomma lo specchio della nostra anima, delle aspettative, delle necessità, dei sogni di un'umanità sempre più dolente e perduta.

Il fatto che siano "invenzioni" del passato, poi, rende queste opere, questi oggetti, ancora più inquietanti, fino a ricreare il ghigno del facile profeta che, prevedendo l'aggravarsi della nevrosi metropolitana ed eternamente irrisolta dell'uomo moderno, sembra dirci beffardo "te l'avevo detto". Lo spettatore quindi, prima divertito poi sempre più sgomento, è costretto a confrontarsi col senso di una modernità, di una vita, di una generazione, di una civiltà alla deriva, ormai distaccata dalle prerogative eterne dell'uomo e proiettata in un mondo popolato di immagini e fantasmi, un minaccioso gioco di specchi inconsci che inviluppa le coscienze.
Insomma un'esperienza pseudo-sinestesica, che sarebbe stata effettivamente tale se avesse voluto essere più orientata verso una soluzione positiva per l'animo umano, soprattutto tramite simboli e archetipi veicolati da qualche Tradizione sapienziale.

L'altra mostra, certamente più a portata di mano, ha un nome spocchioso quasi come i nostri ;) Aisthesis, all'Origine delle Sensazioni, allestita presso la meravigliosa villa Panza di Varese. Due artisti-mito nell'arte plastica e ambientale del 900, James Turrell e Robert Irwin, venti opere in mostra tra proiezioni, installazioni e opere site-specific racconteranno "il loro singolare utilizzo della luce come medium creativo".  

Rispetto all'altra quindi il focus si sposta: non più l'evocazione che porta con sé un oggetto fattosi quasi black vomit del nostro inconscio, bensì l'analisi di come la sensazione nasca dalla percezione, ed essa stessa dalle informazioni che arrivano, coscienti o no, dal principale vettore di informazione dell'universo: la luce. Allora essa segna la distanza fra noi e le cose, riempie surrettiziamente spazi vuoti suggerendovi però contenuti immaginari, colora e definisce prospettive inedite e sconcertanti, evoca anatomie archetipiche (un'installazione in particolare ricorda la già citata vagina di Reshma Chhiba), rimanda a tribalismi immanenti e irrisolti, fino a dislocare percezioni e certezze. Il fruitore assiste così, sbigottito e impotente, al pleonasmo illusorio del proprio mondo di percezioni senza però un codice selettivo aprioristico, che è poi quello che ci permette la sopravvivenza psichica e la corretta decodifica nella ridda di informazioni del quotidiano.

Allora la percezione torna ai sui elementi base: la prospettiva, la luce e l'ombra, costringendoci a interrogarci sulla nostra interiorità e sui fantasmi che spesso tali spazi riempiono. Si tratta di un ottimo approccio alla Sinestesi per l'opera an-egotica di due artisti (per quanto fra i due Turrell abbia il sopravvento creativo e intellettuale) e per la loro superba capacità di usare la tecnologia luminosa come veicolo di enigmi e evocazioni interiori. Manca forse lo spunto per andare oltre, intendiamo oltre le forme nude, oltre il labirinto infinito delle possibilità percettive, ove l'anima può solo perdersi nella sua inetta solitudine. Manca il filo d'Arianna di immagini e simboli in grado di rievocare e risvegliare quelle potenzialità latenti che sole permettono una felice navigazione fra le forme e le informazioni dell'universo, verso l'unica, vera e autentica Luce. Detto questo, signori, chapeau!

Queste due mostre ci siano da stimolo per la nostra fino ad oggi solo annunciata realizzazione di una Sinestesopera. Al che vi facciamo una sorprendente anticipazione: rimanete in attesa di novità per il mese di giugno 2014! :D

21 novembre 2013

Mini-Apateporia della Settimana sull'Egonanismo Fragile: il caso Paolini


Su Gabriele Paolini è già stato detto tutto. Noi ci limitiamo a riportare, sgomenti, la notizia.

Anche se non ha nessuna connessione con noi, troviamo Paolini un personaggio assolutamente interessante perché:
- quando ha deciso di diventare disturbatore televisivo ha utilizzato la tecnologia per un processo mutantropico
- questo però, proprio per il suo successo, si è presto cristallizzato intorno al suo egonanismo
- trattandosi di una personalità fragile (al contrario del suo "collega" Mauro Fortini) e immatura, la situazione l'ha portato a un processo degenerativo
- la deriva s'è presentata con discorsi superonistici e deliranti, ma in realtà ipocriti e osnoblotici, sulla pena di morte contro pedofili e stupratori

Alla fine, similmente a Michael Jackson, altro egonanista fragile e - secondo il parere degli scriventi - altro successo ben al di là dei suoi (indiscutibili ma ben pochi) meriti, ha concretizzato la propria autopercezione vincente o "titanica" nei confronti di personalità ancora più deboli e immature della sua, tipicamente quelle infantili o adolescenziali. Cioè quelle più esposte alla fascinazione mediatica, l'unica che alla fin fine il fragile Paolini poteva vantare.

Questo post dovrebbe essere connesso a quello sulla tecnologia. E forse dovremmo coniare il concetto di mostro autopercettivo mediatico. Quanta tristezza però...

7 novembre 2013

Apateporia della Settimana: a sputare sul Karma ce la si prende col boomerang


A proposito del nostro ultimo post e di gogne mediatiche, una fra le forme più odiose di queste è quella dei gruppi di balordi, normalmente di giovane età, che malmenano un disgraziato o un handicappato per poi mettere il video delle loro malefatte su Youtube. Ecco, non vorremmo essere paragonati a gentaglia simile se ci vediamo costretti a trattare ancora una volta di un eroe nazional-popolare, oltre che eroe di questo blog: Marco Castoldi in arte Morgan.

E davvero ci perdoni il buon Marco, persona probabilmente simpatica, di discreta cultura e comunque con le sue dolorose e rispettabilissime vicende biografiche. Noi non abbiamo NULLA contro di lui, ce la prendiamo solo col suo personaggio pubblico, quell'incredibile testa di c. di Morgan, incapace di un pensiero sensato, fortunato decine di volte oltre ogni merito (fino a suscitare ben più di un sospetto), ma soprattutto tanto ingrato nei confronti di ogni sua fortuna da sembrare quasi divertirsi nel procurarsi una dinamica rapsodica di eventi psichiatrici. 

Ancora protagonista della peggior annata di X-Factor mai andata in onda (il che è veramente tutto dire), questa, da quarantenne scoppiato coi capelli grigio topo che sembrava agli esordi, oggi appare uno stanco quasi-sessantenne incanutito bianco latte ai limiti di una crisi di nervi. In questo recentissimo video prontamente fatto sparire da Sky TV e simpaticamente segnalatoci da Gaetarr, che ringraziamo, il nostro dà veramente il peggio di sé: bambino precocemente invecchiato, stizzoso e nevrastenico, incapace di gestire psicologicamente una sconfitta, non diciamo con classe (dote che purtroppo non gli è mai appartenuta), ma nemmeno con malcelato savoir faire. Insomma capace solo di sbottare strozzati insulti generici (cioè non circostanziati) e patetiche apologie di se stesso ai limiti della paranoia, con voce bruciata in un delirio egotico persecutorio e autocommiserativo.

Riportiamo la descrizione del nostro lettore: "Sgolato e sconvolto compiange la fine delle facoltà mentali dei suoi colleghi (ragàs che insulto!). Chiama Elio "signor nessuno", mentre Mika ha la mente a quadretti senza cervello e cuore (insulto + ricatto emotivo). Poi grida a Elio "sei falso, cazzo!" e sibila un "radical chic". Dopo perde ogni controllo e sempre più sgolato gli urla "Smettila di sfottere, hai rotto i coglionii!!!" con la Ventura che lo prega di smettere, lui sbrocca definitivamente nel delirio e il patetico conduttore non sa più cosa fare. Alla fine la Sventura è costretta a sbugiardarlo".

Ecco... al di là del caso umano ormai senza freni, requie o ritegno, cosa consideriamo oscillare fra il triste e il ributtante in quest'umana vicenda? Che secondo tutta la nostra unanime redazione e secondo le migliaia di persone che fra tutti conosciamo, insomma secondo milioni e milioni di italiani (ci sentiremmo di escludere solo gli appartenenti al suo fan club ;) Morgan non ha né ha mai avuto talento alcuno, o al più è stato ben mediocre. È un nessuno intellettualmente arrogante (tipico di chi non ha nulla da dire) e musicalmente epigono degli epigoni, eppure... eppure grazie all'osnoblosi imperante nell'industria discografica ha conosciuto un certo (è inutile ripetere immeritato) successo. Ma ora che succede? Dopo privilegi e i più diversi usi e abusi, costui, non bravo come Elio nel tenere il piede in due scarpe, perde il lume della ragione nel nome della coerenza e dell'onestà intellettuale? AH AH AH AH AH!

Certo che Elio è... "falso". Nel senso che è schifosamente ambiguo: corrosivo antiberlusconiano nei suoi concerti, certo di compiacere all'ampio pubblico che lo segue fedele da anni, poi però presente in tutti i sistemi di guadagno mediatici e osnoblotici, anche berlusconiani, che gli vengono offerti. Ma Elio ha cervello e carattere (oltre che una faccia di bronzo veramente invidiabile), Morgan no: è solo un povero diavolo senz'arte né parte che ha fatto comodo a qualcuno x un certo periodo e oggi, esaurito, non sa più dove sbattere la testa.

E cosa fa? Con la consueta luminosa intelligenza sputa nel piatto in cui ha sempre mangiato, cercando di smascherare in una patetica sceneggiata il regno osnoblotico che l'ha sempre nutrito ma nel quale oggi si sente rinchiuso. Peggio, rinchiuso ed escluso dai giochi, senza nemmeno un riconoscimento di gusto, potendo in fondo solo vantare un Mengoni che noi se fossimo in lui terremmo ben nascosto ;) Insomma sputtana, segandolo, il ramo dell'albero su cui è seduto, con effetti impietosi sotto gli occhi di tutti.

Per concludere... scusate signori, scusa Marco Castoldi, scusate membri del fan club, ma Morgan è un caso emblematico perché:
- raramente persona dotata di così poco talento ha conosciuto un successo simile
- raramente un cretino ha sputato in modo così sfacciato e pubblico (e ipocrita) contro la sua fortuna
- raramente qualcuno ha dimostrato così bene gli spietati meccanismi di vendetta di un'industria culturale (nome gentile per indicare il più becero e insulso entertaimnet) che può reggersi solo se parte integrante del grande gioco osnoblotico dei tempi che corrono

Poi, per carità... fa bene il lettore di cui sopra ad affermare: "ha ragione lui nel dire che Tenco è migliore dei Boyzone. In effetti persino una simile sconcertante banalità nella televisione attuale è un gesto di coraggio." Peccato che scordi di aggiungere che oltre che dei Boyzone, Tenco è infinitamente meglio anche dei Bluvertigo e di quel fulminato esaurito del loro cantante. 

Ma come sono messi quelli che guardano X-Factor? :D