Ci è capitato di capitare a uno degli eventi più importanti organizzati a Milano oggi: Sublimar, il festival di letteratura religiosa. Davvero un esperimento unico, dove per la prima volta nel mondo, a quanto ne sappiamo noi, si cerca di far parlare le religioni da una prospettiva letteraria, cioè nelle intenzioni culturale e laica. Per la prima volta non contano i dogmi, quindi le intolleranze, bensì l'esperienza, quindi la poesia, la passione, la testimonianza di una vita dedicata alle leggi dello Spirito. Ci siamo già espressi in merito: qui la direzione travalica e oltrepassa quella della Sinestesi.
Già, peccato che il giorno che siamo capitati noi, venerdì 20, quello dell'inaugurazione, ci fosse quel pazzo di Sgarbi coi suoi deliri funesti. Ci piaceva l'argomento della sua conferenza, "Il Sacro e il Profano nell'Arte", certi che sul primo avesse ben poco da dire e comunque a quell'ora non avremmo potuto vedere altro. Fortunatamente la sala era piena per meno della metà, visto che il popolo italiano era impegnato ad adorare l'unica sua vera divinità: il calcio. Non nascondiamo una certa soddisfazione nella sconfitta dell'Italia, ma solo dal punto di vista mutantropologico. In fondo chi sceglie una partita ad una riflessione sul senso della vita, visto che la vita è destinato a buttarla via (e de facto l'ha già fatto), tanto vale che la partita la perda, almeno l'apateporia può innescare eventuali effetti mutantrogenici, no? ;)
Ma torniamo a Sgarbi e ai suoi deliri. Arrivato con un'ora di ritardo, preceduto da insulti e urla, al che ti chiedi se mai smetta quel personaggio o se sia davvero così (ovvero se ci fa o ci è), ha iniziato una delle conferenze più assurde che abbiamo mai sentito, insultando i suoi segretari, il suo autista, gli organizzatori ecc. Poi è passato con disinvoltura e, gli riconosciamo, una certa raffinata dialettica da citazioni coltissime a boutade belle e buone del tipo "il Papa è ateo", "il maestro buddhista (al suo fianco) è meno buddhista di un parroco di campagna" e cose simili. Lasciamo volentieri il resoconto della serata alle varie recensioni che si possono trovare in rete. Se ce ne sono... anche perché, a dire il vero, non sono le argomentazioni in sé il suo forte, bensì lo stile con cui le sa perorare.
A noi ha colpito una frase, che più o meno recitava così: "vedete il Cristo ad esempio... era Dio, no? Quindi onnipotente, cioè in grado di agire secondo ogni suo vantaggio, e invece scelse di morire in croce".
Ebbene sì, ci ha colpito questa considerazione, questo riferimento ad "agire secondo il proprio vantaggio" così alla base del nostro concetto di Mutantropia, per quanto il discorso in sé non fosse originalissimo, un illustre precedente fu ad esempio alla base del film L'Ultima Tentazione di Cristo di Martin Scorsese. Ci ha colpito anche perché perfettamente conforme al nostro discorso sull'etica, in cui affermavamo come in fondo un comportamento etico fosse in sé irrazionale, incomprensibile, poiché il "vantaggio" cui fa riferimento, essendo morale, spesso sfugge a un'analisi superficiale. E per un attimo si è parato davanti ai nostri occhi (nostri? forse nn di tutti, ndr;) che vantaggio potrebbe avere un uomo a morire in croce. Ovvero la sua capacità di comprendere con che tipo di "morte" sostituire con una vita vera, autentica, una meschina e falsa.
Poi fra qualche battuta, qualche volgarità e il vanto di essersi fatto una suora ed averla convinta a smettere di essere tale, Sgarbi ha concluso la sua sconclusionata serata. Beh no, un punto di coscienza c'è stato: qualche idiota fra gli astanti, completamente rapito dal suo forbito eloquio, gli faceva domande di tipo spirituale (beh, visto il contesto....) alle quali lui ha risposto con un'inedita e sorprendete onestà: "chieda queste cose a qualcun altro, io non sono un esperto". Poi è sceso e se n'è andato fra imprecazioni, urla e improperi, senza aver visto uno stand, senza aver acquistato un libro, senza aver dimostrato il minimo interesse autentico a qualunque cosa che solo suggerisca un cammino dell'anima.
Insulto, contrapposizione, ego ipertrofico che non accetta contraddittorio, ostacoli, discussione. Beh ragazzi, sapete cosa vi diciamo? Avrà anche tante donne, tanto potere, una cultura sterminata e una quantità di denaro che è il decuplo di quello che tutti noi insieme guadagneremmo in una vita... Ma come vive male quest'uomo! Nessuno di noi farebbe a cambio (beh, forse nessuno nessuno no, ndr ;)
Grazie Vittorio, sei un esempio vivente della degenerescenza umana a cui portano i tre vantaggi dell'egonanismo. Parli di mutantropie sacre che esamini solo dal punto di vista intellettuale, dimostrandoci così la differenza fra nozionismo e stato di coscienza. Davvero grazie.