14 luglio 2013

L'Ego e i Suoi Appetiti


La lettura dell'ultimo meraviglioso numero di Jonathan Cartland, uno dei fumetti western francesi più adulti degli anni 80 recentemente ripubblicato da GP, ci riserva una bella frase detta dal personaggio pellerossa verso la metà del primo episodio, ovvero davanti a un vergognoso (anche allora) caso di femminicidio ante litteram. Egli dice: "[voi bianchi] vivete per il piacere e il potere! Seminate sui vostri passi il dolore, la morte e la putrefazione dell'anima!". Ora, con rispetto per l'anima di tutti e considerazioni karmiche a parte, troviamo la frase tanto bella e ficcante da riformulare in parte quanto da noi espresso a suo tempo sui tre vantaggi dell'egonanismo.

Allora si deduceva che, tradizionalmente, questi tre vantaggi si potevano riassumere in sesso, denaro e potere, per poi affermare che le tre categorie non erano omogenee. Qui aggiungiamo che ciò avviene perché queste, più che categorie filosofico-scientifiche, sono giusto miti letterari, supermemi assurti a mo' di colonne dell'inconscio collettivo. In effetti le categorie dovrebbero essere riassunte, oltre che concettualmente estese, a solo due: l'appetito e la capacità di perseguirlo. Questo perché il "sesso" è un appetito, quindi ciò rappresenta, come potrebbe rappresentarlo il cibo, la droga o qualunque altro piacere o concupiscenza, quella di denaro compresa. Mentre la capacità di perseguire, di soddisfare un appetito è più propriamente il "potere", il poter fare e il poter avere. In ciò viene aiutato anche dal denaro, categoria che quindi partecipa di entrambi i mondi: mezzo per soddisfare una concupiscenza e oggetto di concupiscenza esso stesso.

Si può riassumere affermando che l'egonanismo, per configuarsi come tale, ha bisogno di due condizioni principali più una terza che è una modalità. Come appena esposto, le prime sono l'appetito e la capacità di soddisfarlo, cioè pensiero (a sua volta diviso in razionale o volontà, e irrazionale o desiderio) e azione, impulso e moto, morale ed etica. Però perché si definisca pienamente l'egonanismo è necessaria la modalità della spregiudicatezza, dell'assolutismo, dell'incapacità di vedere fuori da sé e dai propri appetiti, insomma l'inosservanza dell'ambiente e delle sue dinamiche, altrimenti si tratta di normale atteggiamento egotico non necessariamente patologico.

Ora.... un Testo Sacro poco diffuso recita: "desiderare e volere sono forze dateci da Dio, ma anche duri castighi". Come si comporta l'uomo quindi per sfruttare al massimo le prime e ridurre al minimo i secondi? Secondo noi esistono principalmente due tipi di uomini: gli immobilisti e i mutantropi, con questi ultimi che, secondo la nostra matrice mutantropica, si dividono in 4 categorie a seconda delle componenti egotiche (appunto) o conformiste del loro comportamento.

Beh, l'immobilista ha una posizione, se non condivisibile, almeno perfettamente comprensibile: la volontà di stasi, l'assolutezza e la bellezza di un momento perpetrate all'infinito, o al più a lungo possibile. Tutti siamo così quando vogliamo preservare ciò che abbiamo e che amiamo. Il vero immobilista, tuttavia, rifiuta aprioristicamente ogni mutamento della realtà (sempre potenzialmente pericoloso, se non previsto) fino a mentire, in mala fede perché vuole controllare il territorio (l'osnoblotico) o in buona fede perché incapace di vedere i cambiamenti e adattarvisi (l'illuso e il plagiato). 
Il problema è che una menzogna che non ti permette di vedere il reale se non per immobilizzarlo, impedirne il cambiamento (per quanto umanamente possibile, cosa già dichiarata non tale), è talmente autodiretta, verso sé o il proprio clan/nucleo famigliare biologicamente o culturalmente parte di sé, da soddisfare la terza condizione accessoria dell'egonanismo: l'attenzione esclusiva su se stessi. E perché? Il vero egonanista si definisce per l'aggiunta di concupiscenze proprie. L'immobilista che non le ha, cioè applica tecniche osnoblotiche per perseguire un "bene esterno" o concupiscenze altrui, è la figura più vicina a quanto si potrebbe definire un fanatico.

Questo gli immobilisti, poi ci sono i Mutantropi che sbagliano:
- dal ns punto di vista i peggiori rappresentano la maggioranza degli individui che ci circondano, gli opportunisti puri o mutantropi borghesi/convenzionali. Se sotto l'influsso dell'egonanismo, cioè per perseguirne i tre vantaggi o le due modalità che dir si voglia ;) si muta desiderando cose proposte da altri, ovvero si è anche conformisti, si è totalmente vittime del sistema e da esso più o meno premiati (nei momenti di crisi ovviamente meno). Se i desideri trovano soddisfazione, per la legge della dinamica mutantroposnoblotica questi tipi diventano immobilisti. 

- per altri tipi umani accade che sotto l'influsso dell'egonanismo lo si lasci andare a briglia sciolta sui propri desideri più o meno inconfessabili, quindi ignorando conformismi o suggerimenti altrui. Abbiamo qui gli egonanisti puri quando non egopatici. Molti artisti, intellettuali e opinion leader appartengono a questa categoria, per quanto spesso un leader debba fare i conti col conformismo: ricordiamoci il discorso sulla devianza sociale, che può essere di origine patologica o egotica. Secondo noi la via dell'ego porta a mostruose apateporie, ma qui veramente c'è da dire "a ognuno il suo karma".


- arriviamo quindi al caso di mutantropo non egonanista ma esclusivamente conformista, ovvero che muta per un bene consigliato da altri e a questo si immola. Questo bene lui non lo capisce e non lo condivide fino in fondo, perché in realtà non l'ha mai veramente analizzato, si limita a seguire la massa. Il suo può essere anche un conformismo innocente o frutto di plagio psichico. Una sola eccezione: il mutantropo "in uscita dal mondo", umile perché disinteressato all'agone sociale e apparentemente conformista, ma dentro di sé eumutantropo. Ma nel 99,9 periodico % dei casi il divenuto conformista è un mutantropo solo apparente, concetti già espressi... Questo tipo umano tende a venir disintegrato dalla massa a cui si conforma, per quanto possa anche esserne un (piccolo) dirigente, diventando infine un immobilista anch'egli, come quello del primo tipo, con minor premio sociale. Pochissimi i leader assolutamente solo conformisti (ad es. il nostro attuale primo ministro ;).

Infine ci sono i Mutantropi che imparano (ebbene sì, sbagliano anch'essi ;), coloro che secondo noi gestiscono meglio il desiderio e la capacità di perseguirlo, ricercando un bene non proprio (non egotico) e sviluppando una propria coscienza, cioè mettendosi in discussione sui risultati di tale attività. Potrebbero anche vivere una sorta di dinamica mutantroposnoblotica, soprattutto agli inizi, ma sono pronti ad imparare e cambiare di conseguenza. E' l'Eumutantropo, o mutantropo migliorativo (di sè... e degli altri), il mutantropo che sa ascoltare, che si orienta sull'altro e sull'ambiente. Ciò che impara è la sua via, l'insegnamento che gli ha riservato il mondo, con relative apateporie però significanti, terapeutiche. Grazie ad esse riconosce i propri residui psichici di egonanismo, che portano apateporie perché il nostro ego cozza con l'armonia generale delle cose, lo capiscono anche i bambini (anzi, è la loro lezione! sebbene evidentemente non tutti la imparino), ed è solo con l'ascolto dell'altro e dell'ambiente, considerando le sue esigenze, che possiamo evitarlo. Cioè permettere al nostro ego di vivere ridotto e senza danno a noi e agli altri.

Il perseguimento sistematico di questa via porta a divenire quel particolare Eumutantropo che non persegue assolutamente alcuno scopo personale, colui che chiamiamo Metantropo. Un individuo che ha distrutto i desideri ed annullato ogni egoismo, un essere oltre l'uomo, un Buddhi, un Illuminato, un Trasfigurato, tante sono le Tradizioni ma uno è il concetto. 
E chi ha orecchie per intendere... ascolti la Sinestesi! ;D

Buone vacanze mutantropiche a tutti! ... o almeno mutantrogeniche!