7 maggio 2012

Funzionamento della Sinestesi

Ciò di cui stiamo trattando è la Sinestesi, una Poetica, una Sinestetica, un'Etica. Essa si esprime attraverso, quindi promuove e ha come fine, la creazione di Sinestesopere. Nel post Mutantropia e Sinestesi ne abbiamo descritto la struttura, la realizzazione tecnica e gli intenti: incidere sullo stato di coscienza. Il mezzo principale di cui si avvale è l'Archetipo o la sua fotocopia culturale, il meme. Simboli impersonali di verità eterne o perlomeno di civiltà umane.
La Sinestesopera è la forma d'arte in cui si realizza la Sinestesi per il nuovo millennio. Essa è efficace perché:

1) Tecnologica: parla all'uomo di oggi. Da sempre si sono cercate esperienze sinestetiche, tramite cerimonie collettive o riti privati, in grado di portare a stati di trance o di estasi in eventi mistici. La società di oggi curiosamente scoraggia la messa in pratica di episodi simili, eccezion fatta per il moltiplicarsi delle scuole di Yoga (che qualcosa vorrà pur dire). La sinestesia artistica del terzo millenio è la Sinestesi, laddove sono fallite l'arte multimediale e quella sedicente sinestetica, apparentemente capaci solo di stupire, disorientare o al più dare piacevoli sensazioni. 

Dai tempi del cyber l'uomo occidentale ha vissuto la dimensione tecnologica, mentre oggi anche solo la rete di milioni di utenti nel mondo creata da facebook rende virtualmente reale un modello di inconscio collettivo. Il prossimo passo, il web 3.0, prevede una connessione ancora più interattiva fra stato di coscienza uomo isolato e quello connesso in rete.

2) Secondo il modello fisico d'universo olografico quantistico - Scienza del Mondo - lo sguardo dell'osservatore è in grado di strutturare un evento, e così la neuroscienza descrive i processi cerebrali come schemi neuronali che si attivano in base ai modelli di pensiero. In pratica quando si pensa a un oggetto o lo si osserva, il cervello attiverà lo stesso schema per tutti e due gli stati. Ma questo significa anche che con l'apporto dei simboli non solo è possibile evocare uno stesso schema neuronale in ogni uomo, ma anche indurlo a connettere più schemi implementando il pensiero, ovvero stimolando la creazione di idee astratte e speculazioni logiche.

3) In psicologia antropologica - Scienza dell'Uomo - Jung, che ha ipotizzato l'esistenza dell'inconscio collettivo, ha teorizzato i propri studi osservando le reazioni dei cervelli afflitti da schizofrenia di fronte ai simboli. Qualunque fosse lo stato razionale del soggetto, il simbolo assumeva sempre e solo il suo significato archetipico. Jung ha quindi osservato che l'effetto del codice può essere attivato, innescando gli schemi neuronali, dall'atto sincronico. Questo, se individuato e analizzato, cioè laddove se ne riconosce l'importanza come segno, raggiunge lo stato di coscienza con un impatto in grado di implementarlo.

4) Il Taoismo - Scienza del Mistero - pone l'osservatore al centro dell'Universo. Dall'osservatore dipende il benessere dell'ambiente, che a sua volta genera ed è generato dal rapporto del Qi personale con il Qi universale. Il Qi personale è determinato dallo stato di coscienza, cioè da ciò che definisce le scelte nate dal desiderio. Ogni uomo scopre sé stesso quando rivela ciò che desidera. Lo stato etico ha una sua emanazione di Yin e Yang che influenzano il Qi personale che a sua volta influenza l'ambiente. Rispettando la regola della spontaneità dell'Universo se ne diventa parte. 

L'atto sincronico, l'accorgersi intuitivamente di ciò che avviene intorno e dei risultati che si manifestano, è il modo in cui l'ambiente informa lo stato di coscienza. E sovente si serve di apateporie.

6 commenti:

  1. Avete un modo ben strano di considerare l'arte, eh? Per voi non deve dare sensazioni, emozioni, non deve esprimere "il bello", come per tutti.
    Sembra che conti di più la capacità di informare la corteccia cerebrale o di rispettare i dogmi taoisti, piuttosto che portare gioia ai sensi o spunti di meditazione.
    Non è una critica, apprezzo l'estremità della vostra non facile posizione, che però chissà a cosa può portare

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    1. Caro Esthetron,
      nelle nostre considerazioni il fatto che l'arte sia senso del bello ed emozione, sono semplicemente dati sottintesi ed ovvi.

      Fin dalla premessa iniziale abbiamo segnalato che non siamo qui nè per criticare, nè per giudicare, nè tanto meno per insegnare un nuovo modo di vivere l'arte (che è totalmente soggettivo e in quanto tale ininfluenzabile), noi sperimentiamo una nuova forma d'arte tenendo in considerazione dati che per pura forma mentis vengono appunto considerati freddi, tecnici e scientifici.

      Da un certo punto di vista non posso darti torto, ma ciò non toglie che ogni volta che un essere umano osservi un'opera d'arte nel suo cervello si attivino schemi cerebrali che appunto danno "un senso all'opera".

      L'emozione e il sentimento non nascono dal nulla, sono questi schemi che creano il valore dell'arte, e/o anche di un gioiello piuttosto che di una scultura, e sarai d'accordo con noi che la visione di un'opera, come il tanto stra-pagato Urlo di Munch per esempio, susciti certe connessioni cerebrali piuttosto che altre.

      Il Taoismo, erroneamente considerato una religione, è una disciplina che da sempre studia l'aspetto fisico dell'universo e che da queste osservazioni ha tratto considerazioni a carattere speculativo-filosofico, ma che per sua stessa natura è tutto tranne che dogmatica, rigida e schematica. Il senso della spontaneità Taoista è ciò che i cattolici chiamano "provvidenza divina". La differenza fra un Cattolico e un Taoista è che il primo crede a un'entità sovrannaturale da cui ricevere aiuto, il secondo invece riconosce una grande regola di base che genera l'Universo di cui ogni uomo è sia generatore che generato e che trova riscontro nell'entanglement quantistico.

      La scienza è spesso vissuta come materia fredda e sterile, ma questa categorizzazione può non trovare riscontro in chi, per propria predisposizione mentale, negli schemi matematici e logici è in grado di leggere bellezza, armonia e Arte.

      La Grande Arte è disponibile a chiunque e per chiunque.

      Ognuno secondo i propri schemi più radicati per cultura, carattere e ambiente sociale la scelta d'essere l'artista che desidera.

      Grazie per il tuo intervento e ciao

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    2. Ciao, sono d'accordo su tutto, anche se lo ero anche prima (quindi la vostra risposta è forse un po' abbondante, diciamo), però con una precisazione: il "senso all'opera" lo danno gli schemi cerebrali o i codici in essa contenuti? O i primi attivati dai secondi? Attenti che su questa strada c'è già pericolosamente scivolato Umberto Eco cercando di imporre l'interpretazione semiotica all'opera d'arte. Senza un codice condiviso prestabilito ogni interpretazione semiotica è impropria, oltreché arbitraria (e cmq limitante).
      Certo il vostro riferirvi agli archetipi junghiani può essere un tentativo interessante. Quando potrò vedere una sinestesopera?

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  2. Caro Esthetron,

    la premessa Junghiana enuncia che i simboli attivano schemi neuronali, ma la cosa più interessante è che secondo i suoi studi vengono attivati gli stessi schemi di base per chiunque: cioè l'archetipo suscita la stessa reazione cerebrale in tutti.

    Ovviamente c'è chi attiva schemi più o meno complessi poichè, in base alla capacità speculativa soggettiva, corrisponde un pensiero più o meno esteso che marca la differenza di sensibilità e comprensione personale.

    Ma questo significa anche, come ben sanno gli autori delle grosse campagne mediatiche o pubblicitarie, che è possibile omologare il pensiero di massa proprio attraverso l'uso di simboli ben definiti anche se simulati.

    In pratica le due cose sono inscindibili: il "senso dell'opera" è dettato sia dai codici, comuni nell'inconscio collettivo, che dallo schema, la differenza è decretata dallo stato di coscienza soggettivo.

    Ringraziandoti per la tua attenzione critica e i tuoi commenti sempre molto interessanti (scrivici ancora!!!), possiamo anticiparti che la prima sinestesopera è in fase di studio e che sarete i primi a sapere cosa succederà e dove!

    Ciao e a presto!!! :D

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  3. Buongiorno,
    complimenti,
    ma volevo sapere cosa c'entra la fisica quantistica con la neuroscienza(che è fisiologia)
    Ciao
    eh grazie

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  4. Cara Paffy,
    la neuroscienza e la fisica quantistica sono due discipline scientifiche distinte che apparentemente hanno poco in comune.

    Apparentemente però.

    Il corpo umano non è solo biologia e chimica, sorprendentemente è anche fisica della materia e persino il corpo umano sembra ubbidire ad alcune leggi enunciate dal pensiero quantistico.

    Il lavoro più importante in questo senso è stato fatto da Karl Pribram e David Bohm.

    Ad oggi molteplici esponenti delle due materie collaborano nei laboratori di tutto il mondo per trovare corrispondenze precise fra “come pensa il cervello” e l’influenza che è in grado di estendere sulla materia.

    Grazie e scrivi ancora!
    :)

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