12 febbraio 2012

Osnoblosi - Distinzioni

Le principali critiche alla teoria dell’Osnoblosi sono state sostanzialmente riassumibili nell’accusa di mancanza di novità: essa non sarebbe stata nulla di nuovo, ovvero rappresentava il nome alternativo di una qualche vecchia categoria già ampiamente utilizzata nell’analisi sociologica, quando non antropologica, più o meno appartenente all’area del controllo sociale. Il problema però per questi detrattori fu di stabilire quale. Secondo i più essa altro non sarebbe che connivenza: una sorta di accordo collettivizzato con le varie forme di potere, per quanto aberranti. Altri, forse i più estremisti, sostenevano che fosse lo specchio del pensiero unico, dell’indottrinamento, tremendo nelle società capitaliste. Gli psicologi la accusavano di essere una forma di ipocrisia di massa, gli amanti della cospirazione evocavano il condizionamento dei media, dei poteri occulti in una sorta di proselitismo su larga scala, mentre i semplicisti si limitavano a bollarla come banale conformismo. A prescindere dal fatto che un nuovo punto di vista su una rosa di fenomeni aiuta solo ad analizzarli meglio, suffragando quindi comunque la teoria dell’Osnoblosi, le cose non stanno così. Non volendo annoiare chi ci segue, si darà una confutazione sintetica ad ognuna di queste posizioni:

-    Connivenza: l'assistere passivamente o dando il proprio consenso a un atto disonesto che si potrebbe impedire, consentendone lo svolgimento. Nella definizione di Osnoblosi è già contraddetto tale punto di vista: l’osnoblotico è tutt’altro che passivo, anzi, de facto è un fautore attivo di malcostume, o almeno un persuasore più o meno occulto. Se ne deduce che l’Osnoblosi è ben più della connivenza, in quanto un osnoblotico può essere connivente, mentre un “semplice connivente” non ricopre tutto il raggio d’azione dell’osnoblotico. Forse chi ha formulato tale contestazione ha solo compiuto un piccolo errore di prospettiva: semmai è il potere ad essere connivente con l’Osnoblosi, ampiamente ricambiato.

-    Effetto del proselitismo, o “indottrinamento positivo”, finalizzato ad un interesse almeno sommariamente percepito come impersonale, come valore reale ed oggettivo, non un “proprio interesse”. È indiscutibilmente simile al processo di Osnoblosi, in quanto tentativo messo in atto da una parte della massa di influenzare la parte rimanente verso la propria opinione. Ma nel caso di proselitismo deve esistere un’ideologia o una fede di riferimento, cioè una verità ideologica o teologica, mancanti nell’Osnoblosi, che al più si riferisce ad un sistema di potere, per quanto si configuri anche in assenza di questo laddove venisse percepita comunque una convenienza. In ogni caso mancano proprio le verità, tipiche di chi fa proseliti, perché l’osnoblotico è più o meno consapevole delle falsità che va diffondendo.

-    Effetto dell’indottrinamento del pensiero unico, in effetti una categoria molto vicina, che descrive perlomeno uno dei principali tentativi di imposizione osnoblotica da parte del potere politico e di quello economico sulla società, quindi fra le critiche formulate quella più sensata. Tuttavia l’Osnoblosi non è un pensiero, ovvero qualcosa di teorico e in potenza, bensì uno stato di fatto, qualcosa di pratico e in atto. Inoltre il pensiero unico è imposto dai poteri in questione, mentre l’Osnoblosi nasce spontaneamente in chi la vive. Certo normalmente, ma non sempre!, dietro diretta pressione del potere, tuttavia nella divergenza che quasi sempre le cose hanno fra il loro desiderio e la loro realizzazione de facto sussiste la differenza "quantitativa" fra i due concetti. Quindi, se da una parte è innegabile costatare che lo scopo principale del pensiero unico sia instaurare, tramite indottrinamento ed altro, un diffuso stato di Osnoblosi, dall’altra è necessario aggiungere che quest’ultima, oltre a rappresentare un concetto diverso, è comunque un fenomeno molto più articolato e complesso, fino ad essere in certe sue parti anche contraddittorio, cosa che il pensiero unico tende a non essere mai. Ecco perché il discorso “l’indottrinamento è la causa, l’Osnoblosi l’effetto” non esaurisce la problematica. Alcune cause dell’Osnoblosi sono le medesime della Mutantropia: frustrazione dell’uomo (Limiti) e sua propensione ad un miglioramento economico/sociale; altre invece le sono tipiche: inettitudine, disagio psichico, senso di inadeguatezza, paura di mettersi in discussione, avidità incontrollata. È quindi la soluzione ad essere diversa: cambio me stesso vs forzo il mondo. Il pensiero unico propone una soluzione a queste problematiche ma, come si vedrà in seguito, sono in genere le proposte di facile soddisfazione di bisogni primari a instaurare dinamiche osnoblotiche. Non dimentichiamo l’incapacità che ha il tossicodipendente di poter agire per migliorare la sua situazione, quand’anche abbia riconosciuto la sostanza stupefacente come potenzialmente dannosa. Men che meno dimentichiamo l’osnoblosi del “vincente”, ovvero del conservatore, che ama l’immobilismo sociale al fine di preservare i propri privilegi.

-    Conformismo, forse la più grande svista. Esempio di conformismo può essere il gruppo di adolescenti. I nuovi entrati, i più giovani, i più deboli, si uniformano al/ai leader - ogni gruppo sociale ha sempre due leader, uno razionale e uno emotivo - emulandone atteggiamenti, abbigliamento e gusti musicali. La percezione negli emulatori è di trarne vantaggio, imitando modelli percepiti come “vincenti”. Si tratta insomma di un caso di Mutantropia, cioè di cambiamento della propria persona tramite un’intenzione “positiva” di auto-miglioramento ed oggettiva (nei limiti della percezione individuale) nel riconoscimento del reale. È innegabile che, a livello macro, quindi della società nel suo complesso, un processo identico si verifichi nei confronti di certi leader politici che, nonostante un passato torbido e un presente di vacue promesse, risultino però particolarmente carismatici agli occhi della massa. Altrettanto innegabile che l’Osnoblosi possa originarsi da e in parte costituirsi in tale processo. Però poi, forse per intrinseca coerenza, la strada che percorre è un’altra, da un certo punto di vista addirittura opposta, rappresentando così una sorta di degenerazione del conformismo, fenomeno già poco auspicabile di per sé. Non più cambiamento di sé in conformità/emulazione di un modello ma, in seguito alle più varie frustrazioni ad apatepofobie, influenzamento/condizionamento dell’ambiente circostante, fino alla negazione di verità evidenti e di cui si è consapevoli. Viene così a cadere il fare mutantropico: cambiamento di sé, intenzione positiva e percezione obiettiva. Nella speranza, questa sì anche possibilmente inconscia, al contrario della negazione in sé, di poterne trarre qualunque tipo di vantaggio. Sono normali infatti casi di Osnoblosi anticonformista, come a proposito di un politico criminale pluripregiudicato e come tale disprezzato dai più, discorsi del tipo: "Quello lì fa un po’ il furbetto ma io lo voto lo stesso perchè mi piace chi è capace di perseguire i suoi interessi!”

-    Ipocrisia di massa. Che l’Osnoblosi da un certo punto di vista le somigli è innegabile, anche se non ci risulta che nessuna disciplina all’infuori della Mutantropologia abbia mai trattato l’ipocrisia come fenomeno di massa. Essa riguarda eminentemente la sfera della coscienza individuale, sebbene nei confronti di un pubblico, di un sociale. Ma anche in questo caso si tratta di categorie non omogenee, con la prima compresa nella seconda. Esistono due tipi di ipocriti: quelli etici, o “ingannatori di sistema morale”, coloro che non credono in un dato sistema di valori ma desiderano convincere il prossimo dell’opposto, e quelli morali, o “traditori di sistema morale”, coloro che vi credono ma non ne sono all’altezza per i più diversi motivi (limiti, difficoltà, libidini), eppure vogliono dimostrare di esserlo. Insomma è il sistema morale, ingannato o tradito, a caratterizzare l’ipocrita. L’osnoblotico non ne ha bisogno, gli basta avere un fine, un interesse. Si può definire così l’ipocrita come “osnoblotico in relazione a sistema morale”.

Si può quindi definire l’Osnoblosi come la presenza su vasta scala di un tentativo di condizionamento operato da certi strati sociali nei confronti di alcuni o tutti gli altri, per mezzo di falsità, al fine di trarre vantaggio, scatenando spesso fenomeni di ipocrisia di massa. Essa è favorita dal pensiero unico originato ed imposto dal minimo comun denominatore fra le varie forme di potere che sussistono nel periodo preso in esame.

Quindi non solo connivenza perchè manca la passività e si tratta perlomeno di un rapporto biunivoco col potere; non solo risultato del proselitismo, perché manca una trasmissione di verità; non solo risultato dell’indottrinamento del pensiero unico, poiché esso ne è solo una concausa; non solo ipocrisia di massa, definizione impropria perché di fenomeno psicologico privato, e ulteriormente connotata di morale; e non puro conformismo, categoria quasi opposta e coincidente in minima parte solo con l’origine del fenomeno. L’Osnoblosi si rivela così una categoria più generale di quelle finora utilizzate e quindi utile alla moderna analisi sociale. 

Cioè di quel sistema sempre più complesso che è la società oggi.

9 commenti:

  1. Orrore: nel post s’è affermato che il conformismo è un gesto mutantropico! Ma com’è possibile? La Mutantropia non era una cosa positiva? Non ci capisco più niente…

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    1. Ottima domanda, Gaetarr, grazie per averla posta in modo così schietto. Il prossimo post sarà dedicato a te.

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  2. Che rapporto ci vedete fra osnoblosi e scienza occulta?

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    1. Caro Alistair, che rapporto può esserci fra una tendenza sociale connaturata all'uomo come l'Osnoblosi e una pratica non meglio definita come la scienza occulta? Concettualmente nessuno, nella pratica invece tutto ciò che serve ad uno scopo può venire utilizzato.

      Innanzitutto dovresti definire meglio la "scienza occulta", definizione che potrebbe includere tanto la magia nera quanto l'esoterismo di tipo alchemico/spirituale. Perché è chiaro che fra Osnoblosi e Spiritualità autentica non vi sia nessun rapporto, poiché discipline che si applicano a campi troppo diversi e distanti fra loro.

      Nondimeno un osnoblotico utilizzerà tutti i mezzi a sua disposizione per imporre i propri fini, mezzi che possono variare moltissimo fra quelli ad esempio in possesso di un impiegato bancario e quelli di un mago nero (o anche "bianco", se quest'ultima dicitura si contrappone a "nero", and if you know what we mean). Essendo la magia la capacità di agire "scientificamente" su quelle forze della natura che la scienza ufficale ancora non (ri)conosce, puoi ben capire che fra mago e scienziato la differenza sia solo di prospettiva, ed entrambi si somiglierebbero molto laddove avessero intenti osnoblotici.

      Insomma si può affermare che fra Osnoblosi e occultismo, o scienza occulta di tipo magico, ci sia lo stesso rapporto esistente fra fine e mezzo, nel senso che quest'ultima può essere uno dei tanti mezzi utilizzati dalla prima per i suoi fini. Uno dei tanti, disdicevole o dignitoso a seconda di chi lo usa e come, ma di certo non una sua caratteristica identificativa essenziale.

      A meno che tu non stia parlando di forze eoniche, ovvero delle energie occulte che raccolgono tutti i gruppi umani uniti dal medesimo fine. Ma quest'aspetto l'Osnoblosi lo condivide, appunto, con i tifosi di una qualunque squadra di calcio o i sostenitori di qualunque ideologia politica.

      Nella speranza che la risposta sia soddisfacente, un saluto!

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  3. A me sembra che l'osnoblosi possa essere considerata una moderna forma di alienazione. L'alienazione della coscienza che si anestetizza e sente meno il dolore. Quindi implicitamente nell'auspicare un'arte che "destabilizzi certezze illusorie e unisca a più elevati stati di coscienza" tendete a innescare un processo doloroso.

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  4. Buonasera Simo,
    grazie per la tua interessante obiezione.

    E' implicito che qualunque processo d'osservazione volto a una profonda presa di coscienza personale è sempre doloroso (e questa è una dinamica a cui qualunque essere umano non può sottrarsi Arte Sinestesica o meno), ma permetti a noi la seguente obiezione: è meglio vivere osnobloticamente e pensare di non soffrire perchè si rimuovono, o si fa finta di non vedere, le cause che possono provocare il dolore, oppure accettare che la realtà dei fatti sia quella che è e provare a mutarla almeno interiormente?

    E' la millenaria domanda "Essere o non Essere" che un'Arte Sinestesica, così come tutta l'Arte in genere, pone all'uomo, ma è l'uomo a cui viene posta la domanda che espleta il proprio libero arbitrio scegliendo quale via seguire.

    Si può quindi scegliere di far finta di non soffrire perchè osnobloticamente si "rimuovono" le cause, oppure accettare di confrontarsi su altri piani di realtà e accettare che il dolore faccia parte del processo di crescita invece di pensare che sia una mutilazione delle proprie potenzialità.

    Non è quindi l'Arte o l'Arte Sinestesica a provocare il dolore, il dolore fa parte del processo di maturazione dell'uomo, ma di questo parleremo meglio in uno dei prossimi post.

    Grazie ancora e buona serata! :)

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    1. Ciò che dite riguardo al dolore è incontestabile. Su come sia meglio vivere e su quale sia la via migliore da seguire è chiaro che ognuno esercita il libero arbitrio, a condizione però che abbia la libertà di disporne. E il fondamento della libertà è la conoscenza. In effetti, volevo più banalmente speculare ed eventualmente approfondire la relazione di causa/effetto (o effetto/causa) che intercorre, se intercorre, fra alienazione e osnoblosi. Buona giornata

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  5. Tutto giusto ciò che affermate, ma è comunque ovvio che l'osnoblosi si propaghi per conformismo.

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    1. Caro Aninimo,
      hai perfettamente ragione! senza l'aiuto del conformismo l'osnoblosi non andrebbe lontano.

      Però sarai d'accordo con noi che i due concetti non possono essere identificabili né sovrapponibili, se una cosa ne sostiene un'altra si parla sempre di due cose diverse (terreno e casa non si identificano).

      Noi sosteniamo che possa esistere un conformismo "buono", cioè finalizzato a un sistema di valori condiviso e positivo, mentre appunto quello che sostiene l'osnoblosi è interessato e falso. Il conformismo è un fenomeno che riguarda la massa che si conforma, mentrel'osnoblosi riguarda tutti gli operatori interessati, anche e soprattutto coloro che la inducono.

      Grazie mille per il tuo intervento e a presto!
      :D

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