19 dicembre 2018
Nuove Frontiere del Brutto
Seppur con una redazione oramai inattiva, anche perché ridotta sotto i minimi termini, non riusciamo però ad esimerci dal dare questa notizia. E non solo perché parla di una bruttura, ma veramente VERAMENTE brutta, ma perché pure operazione nauseabondamente osnoblotica nel suo essere in salsa sinestetica. Stiamo parlando dello sconcertante "albero di natale elettronico" della Oppo in p.zza XXIV Maggio a Milano.
Una triste struttura che deturpa il già non eccezionale nuovo design della darsena voluto per l'evento "epitome di osnoblosi" chiamato Expo 2015. Una specie di catafalco di tubi innocenti goffamente ricoperto di pannelli led a scimmiottare un improbabile abete elettronico, con qualsiasi logo Oppo (nome già di per sé non esaltante) a fare da stella cometa. Ai suoi piedi una stanca e infreddolita hostess vestita da Babbo Natale e un tizio forse della sicurezza, ti fotografano e chiedono l'email per partecipare all'ennesimo anonimo concorso finalizzato al solo scopo di carpire dati personali. Vuol sembrare un'installazione pseudo-artistica di tipo sinestetico, con la possibilità di entrare al suo interno e ADDIRITTURA usufruire di una connessione wi-fi, per questo autodefinito "smart". In realtà dopo un paio di spoglie rampe di scale in alluminio si gode giusto di una mediocre visuale sul circondario da 5-6 modesti metri di altezza.
Va beh, uno può pensare, ma perché lamentarsi? Di brutture a Milano ce ne sono tante, alla fine non può essere peggiore di molte altre, no? No, è peggiore di altre e vi spieghiamo perché:
- Non bisognerebbe mai abituarsi al brutto, perché chi lo tollera alla fine lo merita
- non è arte ma bieco marketing, e già questo fa girare le scatole
- si sovrappone alla nostra ricerca, cioè si definisce smart, ovvero tecnologico e interattivo, quando la tecnologia è modesta e l'interattività nulla
- non è gratuito: nell'accedere a questa mediocre esperienza chiedono email personale e foto (si può rifiutare, ma per stanchezza o forse per perplessità non si rifiuta).
- insomma si tratta dell'ennesima trappola osnoblotica per gonzi tra l'altro incomprensibile (qual è il messaggio: Oppo, che dovrebbe fare cellulari, concilia tecnologia e Natale? Mah...), con soprammercato di deturpazione di panorama
Nel cercare di arginare il nostro sconcerto, non possiamo però fare a meno di qualche considerazione. Noi come blog Technesya esistiamo da almeno 7 anni e da allora propugnamo una nuova estetica che abbiamo cercato di descrivere qui nel migliore dei modi. Ora... non solo siamo stati totalmente ignorati dalle istituzioni ma, come abbiamo più volte dimostrato, certe parti della nostra ricerca sono state copiate e/o imitate da operatori senza scrupoli, e ovviamente male, perché prive del sostrato teorico che le supporti.
Interpellate nel merito, le summenzionate "autorità" hanno lamentato croniche carenze di finanziamenti, ma... 1) le sedicenti opere dei famosi "amici degli amici" continuano ad essere finanziate senza incidere minimamente sulla storia estetico/artistica nazionale, 2) a non finanziare l'arte succede ciò che abbiamo testé descritto: questa viene scimmiottata dal marketing che cerca di utilizzarne le suggestioni ai suoi commerciali fini
Anche questa è la grande Milano: chi paga può. Un padrone di cane nn paga e se quest'ultimo fa la cacca sulla strada scatta la multa. Pazzesco, eppure non è una cacca piramidale e luminosa.
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