24 settembre 2013

Apateporia della Settimana: l'Autoindulgenza è l'Oppio dei Musicisti (ovvero del concerto-pacco di David Sylvian)

Premettiamo che una volta eravamo tutti fan di David Sylvian, ma dopo il discutibile "capolavoro" Blemish, una spatafiata soporifera dove la sua voce in primo piano risulta ingombrante quasi quanto il suo ego, i nostri entusiasmi si sono parecchio affievoliti e de facto non l'abbiamo più seguito. Questo per giustificare doverosamente la nostra obiettiva ignoranza sui suoi ultimi lavori. Ma si sa... la nostalgia... l'abitudine.... giovedì 19 siamo andati a sentirlo all'Alcatraz di Milano. Ma perché parlare qui ed ora del concerto di un cantante che, per quanto un tempo definito "la voce più calda d'Inghilterra", anzi proprio per questo, propone un'arte monosensoriale? 

Negli anni '60, a seguito delle ricerche teatrali di arte totale cui abbiamo fatto cenno in un precedente post, si era arrivati a proporre spettacoli multisensoriali in ambito rock, segnatamente per vista e udito. Chi dalla stagione 1966/67 andava a sentire i Pink Floyd o i Soft Machine all'UFO di Londra, o piuttosto i Velvet Underground alla Factory newyorkese di Andy Warhol, oltre a una musica fra le più belle e stordenti di sempre veniva investito da immagini psichedeliche e cangianti, bolle, olii, ectoplasmi multicolori. Si pensava così di dare un'esperienza sinestetica allo spettatore, più esattamente di "espansione di coscienza" e quest'ultimo, già ben predisposto dall'assunzione delle più diverse sostanze (eminentemente cannabinoidi o acido lisergico), nella pratica si faceva "un grande viaggio" e la cosa finiva lì. Forse la coscienza si espandeva fino a un certo punto, ma non mettiamo in dubbio che si trattasse di momenti ben piacevoli ;) Una sinestesia dell'entertainment con possibili derive incontrollabili, insomma. Quindi?

Si sa, si dice in giro, che spesso la musica di David Sylvian sia stata influenzata dall'oppio, comunque la sua etichetta si chiama Opium (Arts) e questo nome non l'ha certo deciso qualche maldicente. Tra le composizioni maggiormente ispirate dalla resina di papavero ricordiamo ad esempio il secondo Lp di Gone to Earth, o i due dischi fatti con Holger Czukay, il celebre bassista dei Can, Plight & Premonition e Flux + Mutability, o ancora il cd Approaching Silence. Musica minimale, suoni lunghi, ripetitivi e ipnotici, disturbati da mugolii e rumorini di fondo, vocine, piccole percussioni. Quando funziona questa tecnica audio, questa congerie di suoni, può arrivare a mesmerizzare la mente, purtroppo più spesso annoia a morte.

Il 19 settembre l'Alcatraz era mezzo vuoto, pieno appunto di sedie perlopiù vuote, tranne un centinaio scarso di persone nella fila centrale. Il... ehm, concerto, dal titolo The Kilowatt Hour, è iniziato con una mezz'ora buona di ritardo. Il palco è rimasto buio pure all'ingresso dei tre musicisti - oltre a David c'erano Christian Fennesz e Stephan Mathieu - cosa che non permetteva di distinguerli agevolmente. Si spengono le luci (della platea, il palco buio era e buio è rimasto), e si accendono 3 schermi dietro ai performer: un tastierista al synth, uno al piano (David), uno ai disturbi sonici. Partono lunghi suoni ambient, contrappuntati dal piano, disturbati da decine di piccoli effetti e con essi immagini scenografiche di nebulose in mutazione (ahi ahi ahi, la verità e la nebulosa a strisce! ;). Più avanti si saranno viste macchie di Rorschach cangianti, fasi lunari in rotazione e diamanti luminescenti di spettri cromatici. 

L'atmosfera generale è molto suggestiva. Per carità, sembra non finire mai, ma 3-5 minuti così si ascoltano volentieri. Quando nascono i primi sospetti che la cosa sia un po' fine a se stessa, cioè prima dei10 min, una caldissima voce sofferta, profonda, desertica (una registrazione dello scrittore Franz Wright) comincia la sua narrazione, forse un po' troppo impastata per essere perfettamente comprensibile al pubblico italiano. Nelle intenzioni, alla sinestesia della "musica"+immagini si vuole aggiungere quella del racconto dolente e intenso. E in effetti questa... come chiamarla? musica? ambiente acustico? quando funziona, in certi passaggi ispirati, è veramente in grado di cambiare qualcosa nel cervello, di switchare/alterare lo stato mentale fra i brividi.

Ok, ma quando non funziona? Ripete monocordi e insignificanti droni elettronici, sovrappone contrappunti astratti di piano che non dicono (e non salvano) niente, rifinisce con rumori che disturbano senza arricchire. E la voce desertica, impastata e delirante, fa capolino ogni 10 min. circa sempre uguale, sempre monocorde, persa nel suo incomprensibile trip. Il festival dell'autoindulgenza più ammorbante e acritica, corredato di immagini che, se i primi minuti danno una certa suggestione, poi vengono ripetute tante volte da provocare il proverbiale disgusto da abuso di idea. Dopo il primo quanto d'ora si vedono le prime espressioni sgomente, piuttosto che le prime teste che cadono tramortite dal sonno. Altri 10 minuti e la gente comincia ad alzarsi e andarsene, chi sconcertato, chi visibilmente contrariato. Fra chi non dorme fioccano commenti di sottofondo e battutacce, critiche aperte ma fino a un certo punto, perché sempre fatte sottovoce da persone che evidentemente rispettano David Sylvian più di quanto lui rispetti loro.

Al 50° minuto circa il pubblico è quasi dimezzato e anche noi, assolutamente obnubilati da tanto immobilismo evenementale, oltre che leggermente contrariati dalla mancanza di polemica aperta di un pubblico forse troppo rispettoso, ci alziamo per andarcene. Non facciamo in tempo a raggiungere la porta che il "concerto" è finito. Si accendono le luci e i terribili 3 non ci sono più: spariti per non fare più ritorno. Alla luce, le facce che ci circondano sono quelle di un branco di ex giovani, ora 45-50enni, un po' spaesati e un po' perplessi, pochi osano atteggiarsi da critici aperti e comprensivi. Poi rimaniamo basiti alla vista dell'unico che sembra essersi divertito: Andy dei Bluvertigo! Ma cos'è, una persecuzione? un collasso delle infimità? ce ne andiamo disperati. 

David, Daviiiid, perché ci hai fatto questo? Da che china s'è perso il tuo talento? Può un grande artista intossicarsi in modo così pernicioso, non tanto di resine orientali, quanto di ego e autocompiacenza? Ma almeno molla la sinestesia, che per piccina ch'essa sia, non è certo questa casa sua....

12 settembre 2013

Sesso Matto (Rassegna Stampa Mutantropologica VI)


Oggi la nostra rassegna stampa cita il simpatico film del '73 per parlare dei nuovi modelli umani - quindi mutantropici - che vengono proposti e capire insieme, qualcuno potrebbe dire "come al solito", quanto siano edificanti o piuttosto svianti, etimologicamente seducenti, da ogni possibile accezione di evoluzione ovvero miglioramento. E senza moralismi o bacchettonismi, per carità: nessuno fra quelli che scrivono è un santo o è esente da una qualche forma di vizio. Ma c'è chi il vizio lo tiene per sé e ci si diverte nei momenti ricreativi, e chi lo sbandiera ai 4 venti fino ad arrivare a farne una missione di vita. Si crea così per memetica quello che certi gruppi iniziatici definiscono un "eone", cioè una corrente di pensiero collettiva dalla forza autonoma e trainante... ovviamente non verso territori elevati.

Sembra che la capitale di questa tendenza, cioè l'abuso d'ogni vizio, sia Londra, la città della speranza per molti giovani connazionali purtroppo senza prospettive in questo paese di potere corrotto, economia al collasso e osnoblosi imperante. Una generazione di laureati che attraversano il continente europeo per trovare lavoro almeno come lavapiatti (grazie Italia!), ma che come moderni Pinocchi nel Paese dei Balocchi vi trovano ogni bengodi. O, meglio, ogni mezzo anestetico. Perché come si fa a far lavorare in modo efficiente l'immigrato in un ambiente meteorologicamente freddo, culturalmente ostile ed ecologicamente asfissiante? Riempiendolo di droghe e divertimenti. Cosa ne sarà dell'essere umano poco importa, dopotutto se l'è andata a cercare, intanto si tiene basso lo spread e alto il PIL. Da noi comunque dal punto di vista delle sostanze non va molto meglio. Si sente addirittura dire in giro che certuni siano ricaduti nel tunnel della droga.... per colpa dell'Inps! (o di Equitalia, è lo stesso: l'Inps ne è il principale azionista ;)

In ogni caso qui da noi si toccano dei vertici di ipocrisia osnoblotica che hanno qualcosa di sublime: si cacciano prostitute e trans dalla strada per poi metterle, non tanto loro quanto piuttosto la loro immagine, in sfilate e riviste patinate. Si opera così né più né meno che un furto di archetipo con doppio carpiato osnoblotico, sfruttando un immaginario che trova sempre meno riscontro nella realtà per farlo rendere nell'iconografia di tendenza e vincente. In fondo un corpo in vendita è già di per sé antico se non eterno simbolo di commercio, può quindi benissimo invogliare a comprare qualsiasi cosa. Anche in questo caso - che coincidenza - rimane fuori l'essere umano, tanto il bisognoso che elargiva il servizio quanto quello che ne faceva uso. Il primo si parcellizza in una tecnologia sempre più virtuale e sempre meno fisica. Il secondo, se non si adegua, diventerà un habitué o si affiderà al passaparola o insomma si arrangerà un po' lui. Nessuno ha il numero di Tarantini per caso? 

Infatti, per essere certi che il processo funzioni e lo faccia soprattutto negli astrali condivisi dalla massa di ipocoscienti che li intasa, si provvede a piccole rivoluzioni copernicane dell'immaginario. In fondo le attricette e le modelle non sono altro che prostitute d'alto bordo, no? Lo sanno tutti, così va il mondo. Bene, palesiamolo con un bel modello mutantropico da professionista del meretricio o addirittura pornostar!  Si tira giù la maschera nel nome della corruzione collettivizzata, perché nel tanto peggio/tanto meglio, come si dice, gli stronzi galleggiano. E che non ci si lamenti dei modelli dati alle nostre fanciulle, tanto dopo Britney Spears e le Tatù... Viviamo il post-modernismo della pedopornografia :O

Rivoluzione per rivoluzione, addirittura il mito Rocco Siffredi, da sempre re incontrastato del machismo mercenario (nel suo caso addirittura milionario) in salsa tricolore, non sa più cosa inventarsi e fa passare come ovvi e naturali certi sorprendenti voltafaccia. Mutantropia normalizzatrice piccoloborghese ;)  È pazzesco come, in un paese provinciale come il nostro, se qualcuno ottiene credibilità in qualsivoglia settore viene ipso facto considerato un'autorità per qualunque altro campo del sapere, anche lontanissimo, o legato da debole e confusa connessione. Il "simbolo" Rocco Siffredi, praticamente un archetipo, comunque il personaggio pubblico (non l'uomo), della coppia se n'è sempre fregato, al rapporto in sé non ha mai dato la minima importanza. Il corpo femminile per lui non era il vettore di un essere umano ma una bella forma con cui fare ginnastica carnale, un compito da sbrigare nel modo più spettacolare possibile davanti all'occhio necessariamente pubblico della telecamera. Oggi però affronta problemi di coppia per l'orecchio privato di chi è in crisi. Dopotutto anche lui ha un cuore, e poi ha scoperto che ascoltare l'altro torna anche utile. Wow, un vero eumutantropo! A quando un corso di sobrietà tenuto dall'on. Santanché o uno di modestia tenuto dal sindaco Renzi? (PS: ma è ancora sindaco costui?)

Forse l'uomo, intendiamo il maschio, ha semplicemente paura dell'universo femminile e tramite la sua mercificazione riesce a far fronte ad atiquifobie e apatepofobie. Di certo colui che ha filmato le proprie nozze con la webcam per rivivere quel momento indimenticabile non in modo oggettivo (come nel tradizionale filmino), ma attraverso la perenne soggettiva di come l'ha vissuto, dimostra ben altre fobie: quella di perdere la memoria innanzitutto. O forse semplicemente di vedersi ottimisti e ridicoli in modo oggettivo, come effettivamente si è in quei momenti. Tra i vari modi per impiegare la tecnologia in senso rievocativo di un vissuto, qui si esorcizza la paura di un impegno forte moltiplicando e reiterando all'infinito il terribile evento. Si pensa di applicarlo anche al famigerato esame di maturità o alla camminata sulle braci ardenti. Magari potremmo anche inserirlo in una Sinestesopera, perché no? ;D

Infatti un aiuto a chi vuole esorcizzare la paura dell'eterno femminino sembra arrivare dall'artista sudafricana Reshma Chhiba, in grado di proporre un viaggio fisico, quindi auspicabilmente sinestetico, nientemeno che.... all'interno di "Sua Maestà" la vagina! Il povero maschio (ma anche la femmina, suvvìa!) è così sottoposto ad un viaggio corporal-semiotico in uno degli archetipi più primordiali e sconcertanti che ci siano, capace di attanagliare la coscienza con una ridda di simboli fondamentali, dalla nascita - identificazione regressiva -, alla sessualità - identif. parziale - , all'alterità poco conosciuta, quando non inconoscibile, o minacciosa, soffocante, ostile, insomma tutta la serie di irrisolti psicologici che l'incorporazione in un simile luogo comporta. Purtroppo però... il trucco si svela presto. Ad una vaga somiglianza cromatica non corrisponde quella tattile, non vi è calore, nessuna scivolosità di mucosa, nessun'impressione organolettica. Che dire? Certo l'intenzione è encomiabile, si vuole evocare e far discutere, non mandare il fruitore in uno stato d'ansia. Allora forse l'opera va bene così, povera, simbolica. 
Ma tutti sappiamo che prima o poi l'epigono dotato di mezzi ci sarà... e senza Sinestesi rischia di venir fuori una cosa squallida e triste. La cosa ci dispiacerebbe non poco.

Di certo una che è riuscita a sconfiggere atiquifobie e apatepofobie è l'incredibile nuotatrice 64enne Diana Nyad, in grado di compiere la traversata da Cuba alla Florida a nuoto e senza gabbia antisquali. Alla fine sembra dirci che non è mai troppo tardi innanzitutto per allenarsi nei confronti di uno scopo, e poi per affrontare risolutamente le proprie paure, anche in modo estremo se necessario. Siamo sulla terra e quando si agisce si agisce. Che può farci in fondo qualche pescecane? Anzi forse l'hanno chiamato così proprio perché i cani aggrediscono sempre chi ha paura di loro...

E voi cari aspiranti Mutantropi cosa scegliete? I paradisi psichedelici di Londra o gli oceani psichici interiori? ;)