Compagno? Roberto cosiddetto Saviano (perdonaci la citazione) possiamo chiamarti compagno? Ti offendi? Ma ha ancora senso oggi questo epiteto? E poi... compagno di cosa? Nostro no di certo, specie in termini marxisti. Per quanto... tu sembri voler schierarti dalla parte in cui pensiamo e speriamo di essere anche noi, quella della verità. In teoria dovremmo giocare nella stessa squadra, in questo senso sì, saremmo compagni. Punti di vista anche diversi, ma sulla Verità.
Comunque tu compagno lo sembri molto. In ogni tuo cambiamento mutantropico hai sempre mantenuto un'identità politica forte, parte integrante della tua persona... e, forse in second'ordine, anche del tuo personaggio, va'. Giustamente ci hai sempre tenuto, lo schierarsi è certo segno di coraggio, oltre al coraggio insito nel tuo lavoro. Purtroppo con Gomorra subisti conseguenze drammatiche e ti sentisti minacciato nel tuo stato in vita, cosa che veramente non auguriamo a nessuno. Nondimeno... proprio per questo non riuscisti ad evitare accenti vittimistici, e si sa il vittimismo essere uno dei primissimi processi dell'ego, sui quali inevitabilmente venne a basarsi la tua carriera. Questi insieme ad altri come l'evidente stima di sé e del proprio personaggio (tra i meno autoironici sulla piazza, tra l'altro), hanno delineato un tipo umanamente vero di Mutantropo sulla via dell'ego.
Poi, essendo una persona intelligente, hai capito persino tu che non potevi andare avanti in eterno a ripetere la stessa lezioncina, hai provato a diversificare per dimostrare il tuo valore giornalistico da Fazio (altro compagno? si può chiamare così anche uno tanto ricco?), fino a capitare, si direbbe quasi per caso, a trattar di narcotraffico internazionale. Hai scritto ZeroZeroZero, che ti hanno beccato aver copiato e qui... non sapremmo... hai fatto un passo indietro? forse più in sordina come presenza, ma una voce critica, quasi morale nei confronti della società? è nostra impressione o sei stato meno inchiesta e più buoni sentimenti?
Ma eccoti qui in p.le Baracca a Milano, campeggi sul cartello pubblicitario di Netflix per la terza serie di Narcos. Un prodotto dell'industria, dell'entertainment internazional-popolare, che detto così suona quasi di sinistra. E dici una cosa un po' qualsiasi, anzi sarebbe meglio dire una banalità sconcertante: nel crimine per una parola sbagliata ci resti secco. Urpu, da doverselo segnare! Manco fossimo tutti anime belle e/o nessuno avesse visto perlomeno Il Padrino... E lo dici con la tua espressione buia e cupa, convinta fin nelle viscere, fattasi ormai da tempo maschera, ma oggi secondo alcuni arrivata a sfiorare l'autoparodia. Un'espressione messa lì per vendere, per sfruttare la tua credibilità nel preoccupare, ovvero suscitare atiqui- e apatepo-fobie. Non più informazione ma spettacolo. Certo, parli di una realtà scomoda e terribile, ma nell'ambito di fiction finalizzata a stati d'agitazione.
Fai ciò che credi, sei un adulto, comportati secondo il tuo stato di coscienza (in fondo ne sei responsabile). Ma sappi che secondo categorie mutantropologiche sei passato da incendiario a pompiere, ovvero da grande giornalista che rischia la pelle per ricostruire e denunciare verità scomode a uomo di spettacolo, una maschera che capitalizza sui drammi umani che invece avrebbe dovuto contribuire a sgominare. Potresti risponderci: "è il mio lavoro, è ciò che sto facendo, faccio conoscere una realtà perché la si affronti", ma non saremmo d'accordo. Con Gomorra l'hai affrontata, hai detto verità, ed è già servito fino a un certo punto (diciamo quasi nulla), ma almeno hai rischiato. Qui nemmeno ci credi, capitalizzi e basta. Guardi le travi nell'occhio altrui e lontano, impotente su quelle nel tuo. Lo sappiamo che dal tuo punto di vista ormai demotivato la differenza sia minima: in fondo eri una maschera anche prima, oggi denunci pubblicamente la tua recitazione e il suo guadagno. Differenza minima ma sufficiente a farti scivolare dall'altra parte, quella dell'industria, dell'entertaiment inquietante a scopo di lucro, cioè quella dell'osnoblosi dei tempi che corrono.
Non ci sorprende da un "compagno", non sei certo il primo esempio. Solo... ci intristisce un po'. Eppure siamo certi che se mettessi in discussione qualcosa di te, se provassi a cambiare strada decentralizzando ciò che oggi esalti... potresti essere un ottimo compagno, certamente un Mutantropo migliore.
20 settembre 2017
Compagni che sbagliano (lettera aperta a Roberto Saviano)
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Un altro che nasce incendiario e muore pompiere. Avete ragione, amava il suo personaggio più del suo lavoro. O forse ha incarnato le tante critiche che han ricevuto nella sua carriera
RispondiEliminaAvete ragione su molti punti, ma comunque non si può negare una personalità come quella di Saviano nel panorama della lotta alla mafia
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