28 maggio 2016
Il Silenzio sull'Anima
Buongiorno giovani e meno giovani follower, perché continuate ad essere in tanti e vi ringraziamo di cuore, però... così, ci chiediamo perché siano un po' spariti i commenti. Il nostro blog avrà avuto tanti difetti ma ha sempre accettato il contraddittorio su qualunque argomento senza mai censurare nulla, fino alle sterili sequele di insulti ai nostri due post ancor oggi più letti. Ci siamo fatti questa domanda ultimamente però non riusciamo a darci una vera spiegazione, forse affermiamo cose assurde, disarmanti? A volte ci hanno accusato di pareri perentori, davvero sono stati eccessivi e meno spiritosi di quanto avremmo voluto?
Oppure......... oppure l'essere umano ha sempre meno voglia di parlare del problema, di affrontarlo davvero. In qualche modo non si vuole più analizzare il lato oscuro, l'errore, il disagio. Ma non perché non sia interessante, ma perché il problema ci tormenta, e nel tormento lo si identifica credendo quindi di conoscerlo benissimo, e si cerca allora solo una soluzione, magari rapida.
E... mentre ci facevamo domande simili ci è successo di venire invitati da un gruppo di persone a presentare il progetto Technesya e noi stessi come gruppo in un'importante città di provincia emiliana. Abbiamo avuto modo di relazionarci con una categoria particolare di esseri umani, ovviamente salva l'imprescindibile differenza personale, ma tutti sinceramente interessati all'arte, e molti all'etica per via più o meno spirituale o "misteriosofica", diversi i massoni.
Persone che come tutte avevano domande sull'anima, forse con qualche conoscenza o esperienza in più della media, domande che nondimeno lì per lì apparivano come poco chiare, come nascoste sotto una patina di perbenismo (modello immobilista con tendenze osnobloticonformiste). Però loro avevano letto il nostro post sulla definizione di anima e, condividendo l'idea tutt'altro che nostra di "arte ancella dell'anima", hanno chiesto una dimostrazione della Sinestesi. Che dimostrazione non ha potuto essere perché, a parte qualche evento sincrestesico, una vera Sinestesopera non è ancora stata creata.
Ma la serata prosegue, degli argomenti si parla, e le questioni scuotono, i simboli lavorano, e così le energie. E lentamente questa piega perbenista è venuta meno, le persone si sono lasciate andare sempre di più, palesando istanze e lati nascosti. Nulla di strano o particolare, ci vien da sorridere nel dire "le solite cose", se solo non fossero così incredibilmente importanti: cos'è l'anima, cos'è l'interiorità, cos'è la coscienza, per cosa si cambia, per cosa no.
Ed è emerso... non sappiamo come dirlo... un mal di vivere. Una dolorosità diffusa, un campionario di parenti disgraziati, lutti, incidenti, malattie, imprevisti e/o sventure assortite che alla fine però sono all'origine della ricerca spirituale. Come se ci dovesse scappà il morto per indurci a conoscere noi stessi e il nostro scopo sulla terra. Lo scambio umano che ne è nato quindi è stato bello, profondo e importante. Persone che si aprivano, che mettevano a nudo il loro lato dolente per innescare uno scambio reale.
Di contro però ci ha un po' ferito il fatto che le aspettative sulla Sinestesopera fossero come di macchina della felicità, incrocio fra arte, stregoneria e condizionamento mentale. Le domande per lo più volevano quantificare modalità e misura di soluzione dei problemi / purificazione dell'anima / resa in termini se non di felicità almeno di serenità. Senza capire che l'arte è certo terapia, ma lo è anche, ovvero non sempre e non necessariamente. Essa è anche scombussolamento e messa in discussione. È cambiamento di punto di vista che crea la ridiscussione del sistema di valori e/o delle azioni finalizzate a perseguirli - ricordate la differenza fra atiquifobie ed apatepofobie?
Eppure lo scombussolamento non lo si accetta, la messa in discussione viene ormai considerata inutile perdita di tempo. Parla l'ego, che sa cos'è meglio e non si mette in discussione ma vuole risultati. Questo è ciò che cerca chi si pone problemi dell'anima oggi: terapie, tecniche, garanzia di risultato. Il tempo dell'instabilità è inutile o ha già dato i suoi frutti.
Ecco, non vorremmo mai che un fenomeno simile fosse anche all'origine della mancanza di commenti. Perché questo è un posto di confronto, dove potete esprimervi come meglio credete senza timore di giudizio.
Se non succede questo, il blog non funziona per le sue potenzialità e la sua frequentazione si limita a un aggiornamento divertito su un punto di vista interessante ma nulla più. Che inoltre rischia di diventare delirio solipsista. Grazie, per la comprensione, a presto,
i Sinesthsys
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Va beh apro io le danze. Ragazzi, secondo me avete ragione ma solo in parte. La gente è ancora interessata a parlare dei problemi dell'anima ma forse non vi giudica titolati a farlo. In fondo siete visti come esperti d'arte, di società o di lifestyle, o al limite di sistemi di valori, non di mistica o simili.
RispondiEliminaAvete ragione sul fatto che ormai facebook ha vanificato quella percezione di utilità del dialogo che fino a un paio d'anni fa soipravviveva a stento...
Hey, nn tornavo da tempo e cosa mi trovo, questo piagnisteo? Cari Technesya da quando vi interessa qualcosa delle opinioni profane della gente comune?
RispondiEliminaSiete sempre unici, continuate così!!!
Ahaaahah, dove siete stati? fra i massoni di dove? Modena? Reggio? E secondo voi non ci sono commenti perché abbiamo tutti vite disgraziate? ah ahahh ma da dove vi vengono?
RispondiEliminaChe quasi quasi una crede che in fondo abbiate anche ragione...
Ma sì, le verità sono tante come quelle che ci immaginiamo. Sono d'accordo con Ernesto sullo scenario di cause e con Ileana sull'incoraggiamento a continuare, ma fossi in voi non mi preoccuperei troppo.
RispondiEliminaLavorate sulla sinestesopera e vedrete che tutto verrà da sé.
Buongiorno, non so se essere d'accordo con la vostra affermazione "un campionario di parenti disgraziati, lutti, incidenti, malattie, imprevisti e/o sventure assortite che alla fine però sono all'origine della ricerca spirituale", davvero non penso che le disgrazie nella maggioranza degli individui inneschino tale reazione.
RispondiEliminaIl disagio di vivere è una condizione di profonda sofferenza interiore, in cui si viene attraversati da un insieme di sentimenti potenzialmente distruttivi sia per l’anima che per il corpo: rifiuto, odio, rabbia, paura, senso di abbandono. Molto spesso, questi sentimenti sono diretti contro la vita, con la quale si è entrati in conflitto dopo che un evento particolare ha causato un grande dolore.
Le manifestazioni del disagio di vivere sono diverse e numerose: le più comuni sono le dipendenze (tossicodipendenza, alcolismo, droga, atteggiamenti compulsivi o maniacali), le forme depressive, i problemi dell’alimentazione (anoressia, bulimia), le psicosi e le idee suicide.
Secondo me il metodo della guarigione emotiva rappresenta la chiave per accedere al dolore nascosto in profondità nell’anima e risanare le ferite emotive, per quanto vecchie e profonde queste possano essere.
Mah, non saprei... mi viene in mente Anthony de Mello: "Il dolore è reale, ma la sofferenza emerge solo quando ti opponi al dolore ed è il risultato della tua opposizione al dolore, alla realtà che ostacola i tuoi desideri. Se accetti il dolore, la sofferenza non esiste. Il dolore, per l’essere reale, non è intollerabile, perchè ha un senso comprensibile che lo placa. Ciò che risulta insopportabile è avere il corpo qui e la mente nel passato o nel futuro, è il desiderio di distorcere la realtà che è inamovibile.
RispondiEliminaQuesto sì che è intollerabile, perché è una lotta inutile, come è inutile il suo risultato: la sofferenza. Non è possibile lottare per ciò che non esiste, non si deve cercare la felicità dove non c’è, nè prendere per vita ciò che vita non è. Bisogna svegliarsi! Non appena ci svegliamo…..paf! finisce la sofferenza.
Volare non è solo muovere le ali, ma anche restare librati senza altro sostegno che non sia quello del vento. Può riuscirci solo chi si libera nell'attaccamento, la sola, vera origine di ogni male".
Ma ragazzi, scusate, non vedete che state parlando della stessa cosa? Cioè, siete i primi a trovare una connessione fra due fenomeni apparentemente diversissimi poi ve ne stupite? Davvero, prima dite che fra i massoni regna una sorta di pregiudizio nei vostri confronti, poi con la parola e il contatto si sciolgono e arrivano a parlarvi delle loro problematiche più dolorose...
RispondiEliminaBeh, la stessa cosa succede coi commenti! Ma non vedete le cose che scrivete? Su facebook poi non avete ritegno, parlate male di mostri sacri come Michael Jackson o Ligabue. Ma cosa credete, che parole simili restino senza conseguenze? Sapete che dolore provocate alla gente? e pretendete che una persona che si è appena presa uno schiaffone da voi, cui avete appena dimostrato di avere gusti da idiota, poi vi metta al corrente dei propri moti dell'anima?
La gente è rinchiusa nel suo dolore e nelle sue paure e voi non siete capaci di scritture consolatorie e rassicuranti. Quindi chi è causa del suo mal......
Beh, che dire? Sei un bel bastardo Aury, ma forse non hai tutti i torti....
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