24 agosto 2015
Sulla Responsabilità Culturale
Dobbiamo dire che o il nostro lettore si è raffinato o l'ascoltatore medio dell'industria culturale italiana ha perso qualche certezza cammin facendo. Infatti se non è passato poi molto tempo dall'accorata apologia che i suoi paladini fecero dell'indifendibile Morgan, ben poco è successo in difesa di Morandi, Ligabue e Jovanotti, da noi dileggiati nella nostra risposta aperta ad Aldo Grasso, giusto qualche dubbio espresso privatamente su facebook sull'opportunità di bistrattare così cotanti mostri sacri. Già, mostri sacri, non sottoprodotti pseudo-culturali un po' imbarazzanti in un paese civile.
No perché, scusate, ma ha attirato la nostra attenzione la recente dichiarazione di certo Claudio Coccoluto, all'apparenza un attempato signore ma in realtà storico DJ di un postaccio celebre come tale da anni: la famigerata discoteca (aaargh) Cocoricò di Riccione. Gli anziani fra noi ;) ricordano che veniva considerato assolutamente "un posto del c." già negli anni '80, ci chiediamo cosa ne sia rimasto oggi. Nondimeno capro espiatorio dell'inetto (oltreché inspiegabile) ministro dell'interno Alfano, da noi già più volte scherzosamente citato (cercare per credere ;), che l'ha fatto chiudere perché sembra che vi spaccino droga, quando è dai medesimi anni '80 che lo sanno anche i sassi. Forse Alfano l'unico interno che capisce è quello del suo cervello, dei cui angusti spazi ha modo di conoscere il più di ciò che avviene (a quanto traspare, assai poco).
Dicevamo che il summenzionato sig. Coccoluto, a quanto pare celebre spacciatore di suoni inarticolati da lui sorprendentemente chiamati "musica" (ma pare sia pagato per farlo, ed ecco spiegato il mistero di tanta apparente osnoblosi:), in occasione della drammatica scomparsa di Lamberto Lucaccioni, 16 anni, deceduto dopo aver assunto una pasticca di ecstasy nel suddetto notorio luogo, è addirittura arrivato ad affermare che "il vero sballo è solo la musica". Scusate cari lettori, ma raramente una frase è stata tanto vera e tanto falsa allo stesso tempo, merita quindi una piccola disamina.
A costo di sembrar pedanti, indagheremo la sfuggente definizione di "sballo". Il dizionario del Corriere se la cava con uno "stato di allucinazione prodotto da una sostanza stupefacente", ma non meglio fanno altri, come ad esempio il Garzanti che tuttavia aggiunge "situazione eccitante e fuori dal comune; cosa che piace molto", o l'Hoepli, che tende a enfatizzare l'eccitazione. Insomma, tranne quest'ultima definizione maggiormente permissiva, sembra che sballo e musica abbiano poco o nulla da spartire. Il che renderebbe falsa la frase testé pronunciata: la musica non c'entra con lo sballo, procurato prevalentemente da certe sostanze o da situazioni eccezionali. O almeno non col, per citarlo testualmente, "vero sballo". Ma allora questo cos'è? Come lo si provoca? Francamente non sapremmo dirlo. Forse il vero sballo arriva solo con l'uso di droghe e con buona pace di Claudio "anima bella" Coccoluto, per quanto noi conosciamo molti altri sistemi per avere esperienze eccitanti ed elettrizzanti, ai limiti dell'extracorporeo e comunque oltre l'ordinario, ovvero extra-ordinarie, che anzi vengono parzialmente inibite, se non proprio impedite, dalle droghe. E molte di queste, ebbene sì, sono accompagnate da musica.
Ma allora Coccoluto in qualche modo aveva ragione? Bhe, da un certo punto di vista sì. Peccato che stesse parlando di una cosa che non conosceva: la musica. Parliamo ovviamente di "buona musica" perché certo, se musica è "suono artisticamente organizzato" (per artisticamente si intenda "culturalmente e a fini non razionali", cioè non referenziali) allora anche quella di cui si occupa lui è ""musica"" - doppie virgolette d'obbligo - ma per non sembrare più cattivi di quelli che siamo, e ce ne vuole ;), sull'argomento citiamo volentieri l'articolo di Severgnini sul Corriere. Col giornalista raramente ci troviamo d'accordo, ma qui lo condividiamo, apprezzandolo per profondità di analisi ed equilibrio di giudizio. Solo... alla sua frase, peraltro riportata, "se offri musica così (hard core, techno, trance), se la mandi a 120 decibel (un aereo al decollo), se hai un parco-luci così (strobo da 5.000 watt, teste mobili, accecatori, videoled)", vorremmo aggiungere: non vi ricorda qualcosa? A noi sì: arte multimediale a precisi fini sinestetici.
Certo ma... quali fini sinestetici? Si dice che l'albero si giudica dai frutti, ma ciò non ci impedisce di fare viceversa, ovvero giudicare il frutto dall'albero. E... che frutti possono dare tre bombardamenti, uno di ritmi house, uno di decibel e l'altro di fotoni? Per carità, conosciamo e a modo nostro amiamo i cosiddetti "ritmi lemuriani" (tipici dei generi sopra citati) ma veramente in tutt'altri contesti e a diverse, diciamo così, dosi. La musica porta a stati trascendenti, è risaputo da sempre e sistematicamente utilizzato nei riti anche solo sociali dell'uomo. È questo il "vero sballo" o è quello finto? Ma può portare anche agli stati più primitivi ed elementari della nostra animalità, dipende da che schema neuronale si vuole, più o meno coscientemente, attivare.
Insomma signori, sappiamo bene che il buon Coccoluto può aver avuto le sue abitudini, può aver composto la musica che ha composto ma non è lui responsabile della morte di quel ragazzo. Però guarda caso contrabbanda per "divertimento" una sorta di aberrazione culturale. Sia chiaro, sono tutti liberi, i gestori del Cocoricò e i loro numerosissimi clienti, questo è il tempio del divertimento moderno (invero un po' attempato, va', ma che lì tiene duro), però non ci si stupisca di una necessità, di una tecnica di sopravvivenza, di un quasi automatismo chiarissimo persino al Severgnini ;)
Signori scusate ancora e chiudiamo. Questo intendiamo per responsabilità culturale: dire le cose come stanno, ed è l'unica operazione veramente deosnoblotica che possiamo fare contro certi accadimenti. Tanto la verità è relativa e ognuno è libero di avere la propria opinione, ma troppe cose sono taciute per interesse. Insomma le cose van dette, persino su Morandi, Jovanotti e Ligabue (che poco fa ha inutilmente rovinato la Notte della Taranta a Melpignano), non solo su Vasco e Morgan (o Ferradini, o Ramazzotti), persino che la techno è così disarmonica e lontana da un equilibrio psicofisico sano da indurre all'uso di stupefacenti forti. Solo per citare le 4 cose di cui s'è parlato, saltando forse il discorso sull'emotività esagerata o pornografia femminile, da noi a suo tempo citata a proposito di civiltà e di Sinestesia, rappresentata in musica dalle migliaia di voci melodiche e sentimentali che da sempre ammorbano la scena nazionale. Finché non si dicono le cose come stanno si è parte del problema e non della soluzione, inoltre parte inconsapevole, tonta e cieca. Ricordate una definizione di osnoblosi? "Tesi di rilevanza collettiva tipiche dell’ignorante, dell’ingenuo, del plagiato", ovvero fino ai livelli del buon e "innocente" Coccoluto con le sue sconcertanti prescrizioni di "vero sballo" sul cadavere di un "suo" ragazzo, uno più sfortunato di tanti. E proprio in quel luogo lì, pensa un po'. Chissà perché pare che all'Auditorium di l.go Mahler ci siano meno operatori di vendita al dettaglio lì apposta a "fare marketing"...
Perché cantava Battiato (oh, quanto ricordiamo gli anni 80!) "e sommersi soprattutto da immondizie musicali...". Di questo verso ci ha sempre impressionato un termine: l'avverbio "soprattutto". Perché già siamo sommersi di ogni immondizia culturale, sopra ogni equità e decenza. Ma "soprattutto"... per soprammercato... per incredibile colmo, o... per sconcertante necessità..?
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Ma come vi permettete di parlar male delle discoteche? Sono da sempre bellissimi ambienti, dove si ascolta buona musica e intorno ai quali accadono solo cose belle. Eccovi l'ennesimo esempio
RispondiEliminahttp://www.corriere.it/cronache/15_agosto_27/ibiza-un-furgone-bruciato-trovato-corpo-un-imprenditore-italiano-4aadd5c2-4cd7-11e5-889c-697a866a9c32.shtml
ah ah ah ah ah
Bravi come sempre! Per noi musicisti la responsabilità non è minore di quella che indicate.
RispondiEliminaPer quanto il mondo del consumo tenda a vederci come semplici entertainers... ma anche l'intrattenimento frivolo è precisa responsabilità culturale!
Ma te fai l'avvocato penalista? che ansia leggerti, sembra che cerchi la condanna di tutto e tutti, non mi piace per niente leggerti e nemmeno questo blog. Che ansia. Laura
RispondiEliminaComplimenti, sei una che capisce le cose al volo tu, eh? :) Prima di scrivere, hai letto il blog? Hai visto i tantissimi esempi positivi che portiamo e perché?
EliminaTi facciamo notare così, di sfuggita, che mentre noi abbiamo "criticato" artisti ed opere, tu te la sei presa con un essere umano che nemmeno conosci, ammesso che esista (siamo una redazione). Complimenti per l'equità e la coerenza :)